Cosa sapete dei Mumin? Se li avete incrociati ma non molto capiti, se non li avete mai sentiti nominare, se li conoscete e li amate… in ogni caso ho tre proposte che fanno per voi: un albo illustrato, un romanzo e un saggio!

Questi buffi, amabili e imprevedibili troll “ippopotameggianti” nacquero nella mente della geniale artista finlandese-svedese, Tove Jansson, già intorno agli anni Trenta. Prima come semplici schizzi, poi ritagliandosi sempre più spazio fino a trasformarsi in protagonisti di decine e decine di storie e diventando, di fatto, le vere superstar della produzione artistica e letteraria, vasta e differenziata, della Jansson. 

Su questo argomento, lo spigliato e brillante saggio della collana The illustratorsedita in Italia da Lupo Guido – a lei dedicato è sicuramente lo strumento giusto per incontrare l’artista dietro i disegni e la sua storia. Una donna tenace, geniale, «brillante in tutto», decisa a modellare la propria libertà e il proprio destino: «cosa che fece in tutte le sue vite». La Jansson nacque nel 1914, in un periodo storico dove l’impegno, lo studio intenso e la dedizione permettevano di sperare in un mondo migliore per sé. La Jansson dedicò tutta se stessa all’arte in diverse forme, mai paga di sperimentare, provare, rischiare anche un pensiero schietto e originale. Il saggio ripercorre la biografia dell’artista, intrecciandola alle fonti e alle opere in modo trasparente anche grazie ad un apparato iconografico ricco, pertinente ed esaustivo.

Se alla fine della lettura (non potrà che essere così!) avrete voglia di scoprire tutte le sue opere… ho due proposte per voi.

I Mumin apparvero per la prima volta in una serie di romanzi, illustrati dall’autrice. Il primo I piccoli troll e la grande inondazione uscì nel 1945 e a questo seguirono altri cinque romanzi eccentrici e affascinanti. In queste giornate invernali il romanzo giusto da dedicarsi è Magia d’inverno!

Il piccolo Mumin si ritrova inaspettatamente a svegliarsi dal letargo in cui cade insieme a tutta la sua famiglia da novembre fino ad aprile. Questo imprevisto ha l’ambiguo fascino del poter scoprire qualcosa che nessun altro ha mai visto, come l’inverno, ma anche qualcosa di profondamente inquietante: 

«Si sentiva terribilmente solo. “Mamma, svegliati!” gridò, e corse a tirarle la coperta.“È la fine del mondo!”»

«Osservò il cespuglio di gelsomino, ch’era tutto un intrico di rami spogli, e pensò terrorizzato: “È morto. Tutto il mio mondo è morto mentre dormivo. Questo nuovo mondo appartiene a qualcuno che non conosco, forse a Morra.non è un mondo da Mumin”»

Questo essere profondamente bambino del troll Mumin, nei suoi eccessi, nel suo sentire e vedere tutto senza mezze misure, colpisce immediatamente i lettori che sentono riecheggiare qualcosa che, se sono adulti, hanno provato un tempo e se sono piccoli provano con esattezza nel loro presente.

Lo spaesamento, la paura e il panico iniziale vengono smorzati al rendersi progressivamente conto che ci sono altre creature sconosciute eppur buone che vivono l’inverno: tra tutti Too-Ticki, un piccolo bambino con il suo maglione a righe bianche e rosse e il suo berretto di lana, a cui si aggiunge poi la Piccola Mi, svegliata anche lei, e che, nella sua irriverente vivacità, farà di tutto per godersi ogni istante di questo tempo regalato… e poi tutta una serie di spiriti e creature che vivono gli stessi spazi, le stesse camere, gli stessi armadi che la famiglia Mumin abita e usa per il resto dell’anno. L’inverno è il palcoscenico della vita di qualcun altro. Questa è una scoperta epocale per il piccolo Mumin: quello che lui considerava il “vero” mondo ha un volto completamente diverso mentre lui dorme!

La Jansson parla con naturalezza in queste pagine, di panico, di paura viscerale (ad un certo punto Mumin temerà che il sole non sorga più!), entrando profondamente in sintonia con un sentire bambino spesso dimenticato a favore di un caramelloso ottimismo.

Il romanzo si snoda tra le magie e gli incantesimi che accadono in inverno, ma soprattutto attraverso la progressiva scoperta di un mondo, attraverso gli occhi incantati di Mumin.

Sono molti gli spiriti che animano l’inverno con riti, come quelli del fuoco, che chiamano a gran voce il ritorno del sole attraverso processioni catartiche e impressionanti. Per Mumin è l’occasione di incontrare spiriti che abitano quotidianamente nella sua casa e di cui lui non aveva mai avuto coscienza, come il suo avo che vive dietro la stufa.

Il racconto si trasforma in un’avventura quotidiana: sopraggiungono frotte di bestioline che vanno ad abitare in casa con Mumin, scoppiano amori inaspettati, si dà fondo alle scorte di marmellata, si impara a sciare e a pattinare sul ghiaccio… si scopre la neve!

«“Dunque è così che succede” pensò Mumin. “E io che credevo che la neve crescesse dalla terra!” […] “Inverno!” pensò. “Quasi ti amo, inverno!”»

Nulla è risparmiato, eppure la forza di questo romanzo, che sa essere pauroso e inquietante, scommette tutto sulle risorse del protagonista bambino e sulla forza della bellezza di quello che lo circonda:

«“Adesso possiedo tutto” disse fra sé: “l’anno intero. Anche l’inverno. Sono il primo troll Mumin che abbia vissuto un anno completo”»

Questa fiducia totale nelle risorse dell’infanzia si esplicita nelle parole di Too-Ticki:

«“Ogni cosa va scoperta da sé e va superata da soli pagina”»

Vi dico solo che, dopo mesi e mesi di tentativi volti a svegliare mamma Mumin, basterà un piccolo starnuto di Mumin a svegliarla, qualche giorno prima dell’arrivo della primavera: la sua mamma anche nel sonno più profondo non può non accorgersi che suo piccolo si sia raffreddato.

«“Succede sempre così nei romanzi di avventure: c’è chi salva chi è salvato. Ma mi piacerebbe molto che qualcuno scrivesse la storia di quello che prepara lo sciroppo per l’eroe tutto fradicio!”»

Riderete, gelerete di paura e vi entusiasmerete. Promesso!

Se invece amate gli albi illustrati, la vera chicca da recuperare è il primo albo illustrato che la Jansson progettò minuziosamente e in prima persona nel 1951: E adesso che succede? Un libro di Mimla, il troll Mumin e la Piccola Mi.

Anticipando quelle che saranno le tendenze moderne – ragione per cui vinse innumerevoli premi e fu di ispirazione per opere di artisti come Maurice Henry – Tove Jansson ideò quest’albo che probabilmente allora sembrava futuristico: fustelllature, buchi nelle copertine, giochi e illusioni ottiche, distici poetici elegantemente vergati a mano e una considerazione del piccolo lettore che ancora oggi non è scontata.

Il coloratissimo ed eclettico l’albo ci guida nel bosco insieme al troll Mumin che torna a casa dalla latteria. Il mondo che si apre agli occhi dei lettori è impregnato di piccoli esseri appartenenti al mondo folkloristico Nordeuropeo, ma nello stesso tempo è semplicemente una storia con personaggi inaspettati e buffi e questo è ciò che ha da sempre colpito i bambini, al di là di ogni riferimento colto.

Il tono perturbante è evidente: occhietti scrutano il candido Mumin in cammino, anche se nessun esserino sembra ostile. Le fustellature che profilano gli alberi del bosco e ci fanno intravedere l’oltre si muovono imprevedibili con la lettura. Il testo – restituito in un font che ricalca la scrittura a mano dell’artista – recita:

«Erano le cinque del pomeriggio e il troll Mumin tornava a casa dalla latteria. Il latte cantava nel bidone… la strada era lunga e paurosa e il vento fischiava e frusciava tutto intorno. Nello spazio profondo del bosco. Il sole, laggiù, stava calando. E ora prova immaginare cosa sta per capitare?»

L’interlocuzione diretta chiama a intervenire il piccolo lettore, da subito, con fiducia e curiosità, chiedendogli di considerare anche le anticipazioni che “i buchi” del libro offrono ai suoi occhi.

«E ora prova immaginare cosa sta per capitare?»

Il “problema” è che il mondo della Jansson è così pieno di fantasia e imprevedibilità che è difficile immaginare cosa possa accadere nella pagina successiva!

Tra rapimenti, barattoli senza fine, briganti, Emuli giganti che fanno le pulizie, impertinenti Piccole Mi che tagliano con le forbici enormi aspirapolveri… I bambini verranno sorpresi pagina dopo pagina, sebbene l’autrice replichi sempre la domanda, curiosa certamente del parere dei suoi lettori.

La nostalgia di mamma, i boschi fiabeschi, i fittissimi riferimenti al mondo degli spiriti e delle creature magiche riempiono queste pagine di riferimenti coltissimi, ma l’impressione è limpidamente quella di essere in una storia da esplorare più e più volte (quali libri moderni vi fanno venir voglia di essere riletti?), dove la fantasia imperversa liberamente.

La modernità della progettazione del libro arriva a chiedere ai lettori di disegnare, sì avete letto bene (!), di disegnare la propria filifiocca («La filifiocca adesso si è calmata: vuoi disegnarla tu? Tove»), ma arriva anche a integrare le fustellature nella trama narrata, definendole come parte attiva della storia e non solo come decorazione:

«La filifiocca, spaventatissima, scappò nella pagina seguente. Il buco che fece lo vedi anche tu, vero, è grande, no? Adesso la seguiamo, e… E ora prova immaginare cosa sta per capitare?»

«“Però l’ultimo buco era troppo piccolo! Vuol dire che resteremo dentro il libro” disse la Piccola Mi. “Siamo troppo grandi!”»

Una storia per piccini (dai 3 anni) imprevedibile e vastamente bella! Ne rimangono poche copie in circolazione

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Tove Jansson - The illustrator Paul Gravett - Gabriella Tonoli (traduttrice) 112 pagine Anno 2022 Prezzo 24,90€ ISBN 9788885810495 Editore Lupo Guido
E adesso, che succede? Tove Jansson - Laura Cangemi (traduttrice) - Roberto Piumini (adattamento) 30 pagine Anno 2004 Prezzo 14,00€ ISBN 9788884513335 Editore Salani
Magia d'inverno Tove Jansson - Donatella Ziliotto (traduttrice) 160 pagine Anno 2019 Prezzo 9,50€ ISBN 9788893818582 Editore Salani
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