Io e mio marito siamo una famiglia da montagna, non che non ci piaccia il mare ma entrambi ci rilassiamo di più in montagna. In realtà forse dovrei riformulare il pensiero: quando non hai figli e puoi passare la mattina spalmato sulla sabbia a leggere, il mare corrisponde esattamente alla vacanza di relax totale dove il tempo dell’ozio è pari solo a quello del sonno. Quando invece hai un bambino che decide di tenersi cara la sveglia per la poppata delle 6 del mattino (adesso ha 5 anni!) e che ha una quantità di energie tali da poter scalare il K2 in giornata, ecco in questo caso il mare viene sorpassato velocemente dalla montagna nella classifica della vacanza più rilassante.

Al mare dopo 10 modelli di castello, 200 impianti idrogeologici, 2000 formine e 300 raccolte di sassi e conchiglie… attività consumate tutte in una settimana, io non so più cosa fare. In montagna invece la gamma di opzioni mi pare infinita: raccogliamo lamponi e poi mirtilli, facciamo passeggiate, guardiamo le mucche, andiamo in uno dei 2000 parchi giochi meravigliosi dell’Alto Adige, cerchiamo funghi, cerbiatti e scoiattoli, costruiamo bastoni da passeggio, guardiamo i fiori e gli insetti, cerchiamo di riconoscere gli uccelli, facciamo marmellate, mangiamo… basta spostarsi in un bosco diverso e tutto cambia e tutto ricomincia.

Tra le capacità che ultimamente cercavamo di sviluppare c’era anche quella di riconoscere le tracce degli animali ed è per questo che siamo giunti al libro di oggi: Orme e forme di Stéphane Frattini.

La collana di Franco Cosimo Panini Apri gli occhi l’avevamo già incontrata con altri titoli, tutti accattivanti e di semplice fruizione, ma con alcuni aspetti che avrei migliorato.

La tendenza ad affrontare il tema animali, sempre caro ai bambini, a partire da un punto di vista scientifico, ma originale, si è fatto largo ultimamente regalandoci titoli di grande spessore e bellezza, non ultimo tra questi il nostro evergreen La strana enciclopedia.

Nei 9 volumi di Stéphane Frattini ho ritrovato lo stesso approccio unito all’uso della fotografia, così caro ai bambini e così ultimamente bistrattato dall’editoria infantile (ne avevo accennato qui).

In ogni volume, dedicato ad un tema (cuccioli, orme, case, occhi, cacca, sederi…), le pagine, in carta pesante, si susseguono con grandi foto che sollevate rivelano il proprietario dell’orma, della casa, della bocca… accludendo alcune notizie scientifiche. L’idea è semplice, ma funzionale e gli approcci particolari hanno incuriosito Saverio che, dalla biblioteca, ultimamente ne ha sempre portato a casa un volume. Tuttavia io vorrei avanzare qualche perplessità a partire dall’ultimo volume letto.

Alcune foto sono ben scelte e chiare, altre totalmente incomprensibili: se l’orma, ad esempio, è fotografata dall’alto è ben riconoscibile, le foto fatte rasoterra o da prospettive oblique sono inutili, poiché la forma è irriconoscibile e il movimento dell’animale, su cui si può proficuamente riflettere, è irricostruibile. La sequenza regolare per cui ad ogni pagina corrisponde una foto mi piace, è un ritmo lento ma cadenzato, per questo non ho capito la coppia di pagine finali che raccoglie 8 mini finestrelle per le quali le note scientifiche vengono sacrificate: perché mai? Il risultato è un finale affrettato che senza un criterio riconoscibile che chiude il percorso, raffazzonando il tutto.

Certamente l’idea di includere tra gli animali anche quelli esotici è un po’ una scelta obbligata (chi non vorrebbe vedere le zampe del leone?), anche se io sono ancora in attesa di un bel libro italianocentrico, dove oltre alla ballerina bianca, che qui appare e che ogni mattina ci saluta anche dalla finestra, avrei volentieri trovato la volpe, lo scoiattolo… mentre avrei onestamente fatto a meno della procavia delle rocce :D Questo perché trovo che l’approccio scientifico possa provare a non essere fine a se stesso, offrendo ai propri lettori la possibilità di guardare il mondo in modo differente (vi ricordate le piante di poco tempo fa? Noi ancora adesso cerchiamo di distinguere i maschi dalle femmine e cerchiamo di capire l'età degli alberi!).

Le didascalie alle foto sono sintetiche, ma ben pensate: cercano di rimanere intorno al tema offrendo spunti, quasi sempre coerenti (se parli del tapiro perché racconti della sua proboscide?). La mia domanda è: perché utilizzare quel font urlato, rumoroso e di dimensioni diverse come a dover attirare l’attenzione per forza? Il contenuto è valido, perché usare un megafono?

Detto questo, come vi avevo già anticipato, Saverio ha apprezzato i diversi volumetti dell’autore francese. Li sfoglia, gioca ad indovinare l'animale misterioso, insieme proviamo a capire i movimenti e ci domandiamo il perché delle differenze tra gli uni e gli altri.

Libri curiosi, da vedere almeno. Voi ne conoscete di migliori sulle orme?

Orme e forme
Stéphane Frattini

18 pagine
Anno: 2012

Prezzo: 12,00 €
ISBN: 9788857004600

Franco Cosimo Panini editore
Anobii

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