La famiglia Bukowski è una famiglia normalissima, così tra le pieghe della semplicità quotidiana di una famiglia sgarruppata e molto viva si ritrova l’eco di una felicità autentica e forse più duratura di tanti ideali imposti dalla mentalità contemporanea.

La straordinaria estate della famiglia Bukowski dà voce ad Alfred (Alf, 10 anni), primo di 3 fratelli (Katinka, 8 anni e Robbie, 7) che ci racconta una banale estate trascorsa in piscina, grazie ad una tessera di ingresso libero della durata di tutta l’estate.

L’estate diventa una metafora o meglio l’evidenza che il tempo delle vacanze è il tempo della libertà, ovvero un tempo che ciascuno può spendere esattamente come vuole.

«Abbiamo parlato dei nostri obiettivi, quelli per l’estate intendo. Katinka voleva fare almeno un chilometro a stile libero. Io volevo trovare il coraggio di tuffarmi dal trampolino da dieci metri. L’obiettivo di Robbie lo sapevamo già: doveva imparare a nuotare per bene. A cagnolino non bastava più »

Tra le righe ricostruiamo un quadro socioeconomico che non è certamente dei più agiati: la famiglia Bukowski è una famiglia di immigrati polacchi in un Paese straniero (la Germania), i genitori devono lavorare intensamente ogni giorno e con lunghi turni (la mamma è panettiera e il papà tassista), Robbie il figlio più piccolo probabilmente presenta sintomi dello spettro autistico… Eppure l’amore, la stima, la tenacia, la gioia, la libertà non hanno vincoli condizionali: questo ci insegna questa normalissima famiglia.

I nostri protagonisti si muovono liberi tra le pagine e la piscina con una presa, sugli avvenimenti e lo spazio, unica e invidiabile: il mondo è semplicemente loro, nessuna scusa, nessuna lamentela, ma una tensione ideale e tenace a essere felici, giorno dopo giorno.

Non c’è pioggia, freddo, non c’è nemmeno una problematizzazione della situazione di Robbie - che ad un occhio attento non deve essere semplice (a 7 anni Robbie quasi non parla, ha alcune fobie…) - i 3 fratelli sono tesi a prendere il meglio da ogni situazione: le cose stanno così, giochiamocela, sembrano dire con una spontaneità per nulla programmata.

Anche temi come il razzismo o la disabilità- che pure accade vengano toccati in normalissimi episodi di vita- vengono accolti in una storia che diventa inclusiva proprio perché non intende insegnare, ma raccontare le cose come sono.

«“Vieni andiamo allo scivolo” ho detto- “No, no” ha detto lui. “Voglio vedere che fa mia sorella con gli zulù” “Quelli sono Amadou, Abdoul e Issouf” ho detto»

«“Voglio venirci anch’io [in piscina ndr.]!” ha detto Robert [il compagno di classe in carrozzella]. Beh, certo che sì, ho pensato. Doveva proprio venirci!»

I 3 fratelli vanno in piscina ogni giorno, per tutta l’estate e in questa tenacia e costanza non c’è un giorno uguale all’altro: le vacanze si riempiono, di sfide, amori, avventure, disavventure, bagnini eroi, scorribande notturne, nonne disinvolte che si lanciano dei trampolini, campioni di calcio antipatici o forse no, sfide rischiosissime, zii che arrivano dall’America, biciclette con le ruote bucate, patatine fritte…

Tante volte ci si sorprende a chiedersi: ma perché Alf ci racconta questo episodio? Che valore ha nell’economia narrativa della storia? Nulla, se non il fatto di essere qualcosa che gli è accaduto o che si ricorda. 

La quotidianità diventa evento, per la povertà semplice di accadere.

Non c’è una contrapposizione grandi/piccoli, ancora una volta è il realismo quasi fotografico - e per nulla stereotipato! - dei diversi protagonisti che rende questo romanzo godibile dall’inizio alla fine: oltre l’aspetto, ogni persona è a sé, con il proprio carattere e i propri tratti distintivi.

«Mamma e papà. Li osservo spesso, mi piace vedere cosa fanno. Come si comportano l’uno con l’altra. E quasi sempre mi piace quello che vedo»

Ognuno dei 3 protagonisti mette in campo una miriade di sfumature che ce lo fanno immaginare vivente: Katinka determinata, tenacemente positiva («ha una volontà di ferro»), disinvolta, Alf pauroso, riflessivo e con uno sguardo intelligente, Robbie unico e silenzioso, eppure sempre acuto e disarmante nel suo agire.

C’è una consapevolezza della responsabilità reciproca, data dall’essere famiglia, e una ammirevole libertà: i 3 fratelli si muovono in città, conoscono le persone, vanno e tornano dalla piscina in autonomia, si prendono cura l’uno dell’altro.

«“Stai diventando più bravo a nuotare?” ha chiesto la mamma a Robbie. Lui ha alzato le spalle. Non ci ha chiesto se l’avevamo tenuto d’occhio, lo sa che può fidarsi di noi. Almeno per questo, ecco»

Il romanzo si legge d’un fiato e anche la sintassi, a volte franta, non stona, in una storia che vuole essere un racconto quasi orale di un ragazzino di 10 anni.

Bella l’impaginazione con i numeri che si inseriscono nel testo come capolettera, ritmando l’avanzare degli eventi con una irregolarità  molto vitale.

Un’estate durante la quale non succede niente, o forse no.

Una bellissima proposta dai 9 anni, per lettura indipendente, ma in condivisa anche dai 6 anni.

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La straordinaria estate della famiglia Bukowski Will Gmehling - Angela Ricci (traduttrice) 192 pagine Anno 2021 Prezzo 15,90€ ISBN 9791280176127 Editore La nuova frontiera
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