* Resoconto a cura di Federica Cavinato

potete seguirla su Facebook come Federica Cavinato Insegnante massaggio infantile AIMI

Noia: è il tema per il gruppo lettura di dicembre.

Tutte, tuttissime condividono che è stato difficile, difficilissimo ricercare come si parli di noia nei libri per bambini. Ma dalla ricerca difficile sono uscite letture bellissime!!!

Pronti

Maria parte da una domanda iniziale, chiedendosi se nelle narrazioni la noia non venga idealizzata troppo, come momento che i bambini faticano a vivere ma che poi, solo a partire dalla noia vissuta, il tutto si tramuti in scoperta, gioco grandioso, relazioni nuove. 

Troppo facile, troppo lineare: ci si annoia, e solo dalla noia nascono le idee. Ma non è nemmeno una lettura realistica. La noia a volte è solo noiosissima e vuota noia.

Richard Jackson - Suzy Lee, Una splendida giornata, Terredimezzo

Richard Jackson - Suzy Lee, Una splendida giornata, Terredimezzo

Una splendida giornata, un silent di Suzy Lee, mette al centro alcuni elementi che spesso si ritrovano nei racconti dove emerge la noia dei protagonisti: la pioggia e l’estate.

In questo racconto sarà la musica, che invade le immagini con un giallo lieve, e che si fa via via più intenso, a stravolgere la giornata dei protagonisti. Insomma, la Musica può essere un buonissimo antidoto alla noia. 

Ma come dicevamo, non sarà che si idealizzi troppo l’effetto noia? É sempre positiva la noia? Ne nasce sempre qualcosa?

Daniel Nesquens - Miren Asiain Lora, Il sogno della tigre, Terredimezzo

Daniel Nesquens - Miren Asiain Lora, Il sogno della tigre, Terredimezzo

Il sogno della tigre, Terre di Mezzo, racconta della malinconia della tigre rinchiusa nella gabbia di uno zoo, nel vedere al di fuori un gatto, invece libero. Il racconto si snoda tra sogno e realtà lasciando aperto il finale sulla libertà raggiunta o meno. Una cosa emerge con certezza: la noia è una ricchezza solo quando si è liberi, liberi di scegliere.

Giusi Quarenghi, Si può, Panini 2019

Giusi Quarenghi, Si può, Panini 2019

Giusi Quarenghi, in Si può!, la decanta come un diritto dell’infanzia: la noia è la pura scelta di non voler far nulla,  anche di rimanerci se lo si desidera.

Ma poi accade anche che ci siano libri che non parlano espressamente di noia, ma che la fanno proprio vivere. Libri in cui già alle prime pagine si intuisce il finale, scritti con la più assoluta prevedibilità. Libri che non si contraddistinguono per stile narrativo. Insomma libri noiosi dalla prima all’ultima pagina. Ci sono, ma per fortuna ce ne sono molti altri di belli!!!

Luisa ci propone La noia dei pomeriggi senza fine, un albo finemente illustrato e del cui testo si trova anche la versione musicata. L’autore ci racconta come questo albo nasca dai suoi pomeriggi d’infanzia affermando che ha avuto la fortuna di annoiarsi. In contrasto con quello che si percepisce nella realtà odierna, dove i bambini sono pieni di impegni e forse spazio per la noia ce n’è poco.

In Cinque minuti, emerge la noia come attesa, in cui nel perfetto ritmo del racconto, l’attesa iniziale della bambina che deve aspettare la mamma che continua a rispondere “ancora cinque minuti”, vi sarà il ribaltamento. Sarà infatti la bambina alla fine, che nella lunga attesa avrà trovato un’interessante occupazione, a rispondere alla mamma che ha invece finalmente concluso le sue faccende: “Cinque minuti”.

Questo tema ci apre anche alla percezione del tempo. Quanto durano cinque minuti per un bambino? Durano più a lungo se un bambino si sta annoiando??

Beatrice Alemagna, Un grande giorno di niente, Topipittori

Beatrice Alemagna, Un grande giorno di niente, Topipittori

Elisabetta ci propone la bellissima lettura di Beatrice Alemagna in Un grande giorno di niente.

Jean Jullien, This is not a book, Phaidon

Jean Jullien, This is not a book, Phaidon

Mentre This is not a book, cartonato illustrato che utilizza le pagine come supporto di molti altri oggetti di uso quotidiano, come antidoto alla noia. Quando i suoi bambini si stanno annoiando lei gliene propone la lettura. Le rispondono quasi arrabbiati: “Ma non vogliamo leggere un libro!”. Arriva la risposta: “Ma questo non è un libro”!

Clara si è chiesta se la noia si presenti maggiormente in un ambiente cittadino o di campagna. Se ci si annoia solo quando si è da soli. Se ci si annoi solo con la pioggia.

Ognuno potrà trovare la sua personale risposta leggendo Luna e la camera blu e Orsetto e la casa nel bosco, ma Clara ci offre una bellissima lettura facendo notare come in questi albi emerga la dimensione del pensiero: si annoia di più chi è abituato a fare, fare, fare e nel non fare nulla, non riesce proprio a mettere in moto l’immaginazione. Ma anche come spesso, come antidoto alla noia, si cerchi di evadere dal proprio mondo, dimenticando o non dando così importanza alla possibilità di cambiare la propria visione del mondo. Anche qui: fuga, moto contro un lavoro più intimo, personale, immaginifico.

Chiara, in crisi nella ricerca di albi sul tema, è partita ricercando la definizione di noia nel dizionario . Sono emerse come parole chiave: senso di insoddisfazione, tristezza, mancanza di cose da fare o mentre si fa qualcosa non incline ai nostri interessi.

Ci ha proposto allora la lettura di una fiaba, Il piccolo re dei fiori, di Veta Pakoska, dove emergono con forza l’elemento dell’attesa e della ricerca della felicità.

Beatrice Alemagna, I cinque Malfatti, Topipittori

Beatrice Alemagna, I cinque Malfatti, Topipittori

Ne I cinque malfatti, ritrova la creatività, la diversità, la non omologazione come antidoto alla noia. I cinque malfatti si distinguono dal Perfetto, che nella descrizione appunto, risulta noioso. Il tutto uguale, il perfetto è estremamente noioso.

Maria Grazia ci propone Bastano 5 ciliegie, in cui i bambini anche con poco riescono a fare tutto. Si chiede anche se i bambini piccoli sperimentino la noia, così immersi nel presente come sono, sempre indaffarati e concentrati nelle loro attività.

Ne Il ragazzo che gridava al lupo al lupo, emerge la noia come elemento che può portare a un fare negativo.

Bernadette Gervais, In 4 tempi, L’ippocampo

Bernadette Gervais, In 4 tempi, L’ippocampo

Pure io ho avuto grande difficoltà a ricercare un libro sul tema. Inizialmente mi ero concentrata sulla dimensione del tempo. La noia la si percepisce tra un prima e un dopo in un tempo che è però vuoto, almeno per noi. É solo in quello spazio che la si può sentire, vivere. Da questa riflessione avevo pensato di portare due libri, entrambi editi da Ippocampo: In quattro tempi, Prima e dopo.

Facendo notare come nel primo, lo scrupoloso progetto che sta alla base del libro lo renda interessante e accattivante, mentre non sono riuscita a riscontrare lo stesso nel secondo, dove mancano ritmo e senso nel succedersi delle immagini.

Ma alla fine mi sono lasciata trasportare dall’esperienza quotidiana con i miei figli, che si annoiano mortalmente a doversi lavare i denti. Ecco allora: Anche i mostri si lavano i denti.

E A volte mi annoio, un testo finemente ironico, nel puro non sense che emerge dalle pagine iniziali, ben costruito nel ritmo, ma che con forza alla fine ribadisce l’importanza e la bellezza di essere sé stessi, senza badare al giudizio altrui. Non sarà forse che nel vivere la noia, nel non sapere cosa fare, come impiegare quel tempo che avvertiamo come fortemente e pesantemente vuoto, non si rischi di finire col fare come fanno tutti gli altri?? Di omologarsi? 

Beh, il protagonista non sembra correre questo rischio!!!

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Posted By Maria
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