Le ragioni per cui la paleobotanica ha uno spazio evidentemente irrisorio rispetto alla documentazione degli animali e, in particolare, dei dinosauri ha molte ragioni, che possono essere immaginate.

Non c’è dubbio, ad esempio, che la ricostruzione di un dinosauro, e in generale di qualsiasi animale, abbia un impatto di maggior effetto sul pubblico rispetto ad una pianta. 

Oltre a ciò, c’è anche una ragione molto più pratica che gli stessi autori sottolineano: «quando una pianta si consuma e muore si disperde in un modo molto diverso da un vertebrato. Lo scienziato avrà davanti un puzzle di foglie, cortecce, tronchi, radici, fiori, rami, semi, frutti… Un rompicapo di pezzi sconnessi da rimettere insieme». Ricostruire una pianta, quindi, è anche estremamente più complesso e lascia molte incognite in più della ricostruzione di un vertebrato. 

L’esito, accusato da molti studiosi dell’argomento, è un oblio della materia, come se attorno agli amatissimi dinosauri non ci fosse stato alcun habitat.

Se ci fate caso, questo si riflette in una totale mancanza di libri sull’argomento rivolti al largo pubblico che, in una sorta di circolo in-virtuoso, non ha occasioni per stupirsi e nemmeno di imbattersi nel tema. 

Le isole del tempo è per questo un libro prezioso, una riedizione di un testo uscito nel 2011, unico nel suo genere, perché dedicato alla paleobotanica.

Lo fa con una narrazione originale che affonda le sue radici nel filone del “mondo perduto”, che è stato inaugurato da Jules Verne con Viaggio al centro della Terra e ha poi trovato altri grandi interpreti come Arthur Conan Doyle ne Il mondo perduto. Il libro infatti si apre con una narrazione che funge da cornice narrativa fittizia, in cui si racconta di come il professore Giacinto Salsapariglia sia stato incaricato dal granduca di Toscana di guidare una spedizione oltre oceano alla ricerca di piante esotiche da introdurre nel suo giardino a Firenze. Quella che segue è una narrazione eccentrica e stupefacente, in forma rielaborata di appunti, in cui lo studioso racconta di avere raggiunto alcune isole dove il tempo pare essersi fermato.

I resoconti, che occupano le prime 30 pagine di questo libro, raccontano infatti di incontri con dinosauri, rettili, animali preistorici, pesci e anfibi, ma anche con moltissime piante che dallo studioso sono raccolte proprio in vista della consegna al benefattore.

Dopo essere fuggiti velocemente da un Velociraptor, Salsapariglia e i ragazzi che lo accompagnano si mettono in salvo sulla nave, tuttavia ancora non sanno «che quelli saranno quasi gli ultimi scritti e disegni realizzati di loro pugno».

Le cronache raccontano, infatti, che lo studioso e il suo equiipaggio vengono travolti da una tempesta terribile che fa affondare la nave con tutte le sue scoperte, si racconta però che niente meno che James Cook ritrovò i taccuini perduti di Salsapariglia.

Ciò che segue nelle rimanenti 60 pagine è il resoconto dei taccuini ritrovati di questo immaginario studioso del XVIII secolo.

A parte, dunque, l’introduzione narrativa immaginaria che si pone come un interessante espediente per “agganciare” il lettore, le pagine che seguono riportano una meticolosa galleria di piante e alberi, studiate, scoperte e ricostruite dagli scienziati. Grazie anche alle illustrazioni tassonomiche di Riccardo Merlo, il testo rimane affascinante e di facile lettura, e soprattutto denso di spunti inediti.

«Un organismo molto enigmatico Prototaxites, chi era costui? Immaginate lo stupore dei paleobotanici che nella seconda metà dell’Ottocento videro emergere dalle profondità del suolo questi “tronchi” lunghi anche 8 metri e con un diametro di oltre 1 metro, datati a tempi antichissimi, quando la Terra era abitata da minuscoli vegetali di pochi centimetri di altezza. Lo stesso stupore lo proverebbe oggi un archeologo a estrarre dagli scavi romani di Pompei un televisore!»

Le schede seguono, tavola dopo tavola, il percorso cronologico di comparsa delle diverse specie e raccontano la storia di alcune delle piante e delle forme degli organismi vegetali primitivi, che hanno determinato poi lo sviluppo degli alberi e delle piante così come li conosciamo oggi.

L’argomento è inedito e interessante, perché toglie dallo sfondo indefinito e dal secondo piano a cui sono relegate, le piante che hanno fatto la storia della vita sulla Terra.

Molto interessante anche la sezione finale dove vengono introdotte fotografie delle piante ancora viventi che hanno una storia e una forma che  ricorda i loro antenati millenari. Come raccolte in un moderno erbario, queste ci mostrano le piante antiche che ancora oggi possiamo incontrare.

Ricchissime e veramente affascinanti le riproduzioni che ritraggono esattamente queste forme di vita vegetali, secondo le indicazioni e le scoperte: per la prima volta potrete vedere delle piante preistoriche!

Un libro per un argomento poco conosciuto che potrà invece fare la felicità di molti ragazzi appassionati, magari, di argomenti tangenziali.

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Le isole del tempo. Avventure nel mondo verde preistorico Marta Mazzanti - Giovanni Bosi - Riccardo Merlo 96 pagine Anno 2022 Prezzo 18,90€ ISBN 9788893931694 Editore Editoriale Scienza
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