Italia narrata: Emilia Romagna

Italia narrata: Emilia Romagna

Nelle guide e nei libri che raccontavano l’Italia di cinquant’anni fa si parla dell’Emilia Romagna come di una regione ubertosa. Aggettivo splendido che richiama proprio quella generosità, quella fertilità e quella genuinità che non possiamo non associare ai romagnoli. 

Una terra, quella dell’Emilia Romagna, inizialmente quasi completamente coperta da acquitrini e paludi, conquistata brano a brano dai suoi abitanti. Originariamente quasi completamente agricola, questa regione ha coltivato tradizioni contadine e una tradizione gastronomica che oggi è tra le eccellenze mondiali.

Mortadelle, cotechini, ragù, tortellini, lasagne, piadine, prosciutti, gnocco fritto, Parmigiano reggiano…

Ma non solo cucina! 

Bologna è tra i centri universitari di rinomati del mondo, grazie all’Alma Mater che è considerata la prima università del mondo occidentale. Ravenna fu polo e capitale dell’impero bizantino e custodisce tra i mosaici più belli d’Europa.

Come se tutto ciò non bastasse è stata questa regione a dare i natali a Ludovico Ariosto, Matteo Maria Boiardo, Guglielmo Marconi, Giovanni Pascoli, Arturo Toscanini, Giuseppe Verdi… oltre a contare tutte le persone comuni che con la loro genuinità contagiano d’allegria chiunque li incontri.

 

Non poteva mancare una citazione della tradizione gastronomica e culinaria. Le lasagne hanno fatto la storia della cucina italiana e proprio insieme al ragù sono nate tra i fornelli dell’Emilia Romagna. Pronti a scoprire come era in origine il piatto e come poi è diventato così come lo amiamo? Che bontà! ci racconta anche questa storia!

 

Bologna è una città antichissima: una guida divertente da cui lasciarsi indirizzare tra le strade della città è quella della Pimpa. Giochi, curiosità, piccoli enigmi da svelare mentre si cammina tra chiese, palazzi e anche biblioteche (c’è una citazione anche della Salaborsa!).

 

Tantissime le fiabe che dall’Emilia Romagna confluiscono nella raccolta delle Fiabe italiane di Calvino. Tra bambine golose e frittelle, tra «ucci ucci qui c’è puzza di cristianucci» (non lo dicevate in versioni diverse da piccoli?) e banchetti pantagruelici, tra bellissimi principi che maledicono la loro bellezza e cani incantati, rivedrete un riflesso della grande umanità che abita questi luoghi.

 

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