Ci si sente estranei, tagliati fuori e contemporaneamente sottilmente invidiosi mentre si sfoglia l’ultimo silent book di casa Terredimezzo e opera prima di Irene Penazzi. Nel mio giardino il mondo è infatti il racconto della vita di un giardino e della vita dentro un giardino, che immaginiamo appartenere alla famiglia dei tre giovani fratelli che una bella mattinata tardo-primaverile armati di palla, sedia e rastrello vi ci si inoltrano.

Ben presto capiamo che gli oggetti trasportati nel giardino sono ben più numerosi: i ragazzi stanno montando un vero e proprio campo base. Tra vasche, teli cerati, fuochi da campo, canne dell’acqua... quasi ci si dimentica di trovarsi in un giardino, magari a pochi passi da casa, anzi il profumo di avventura ci catapulta in una sorta di safari. 

Il lavorìo è costante e ben organizzato: c’è chi si occupa della pulizia tra erba alta e stagni dall’acqua limacciosa, chi dà una bella pulita alle voliere degli uccelli e alle gabbie dei conigli e dei porcellini d’India, e chi infine si prende cura del quartier generale tra padelle, lanterne da campo, cuscini e bandierine. I ragazzi sembrano non fermarsi mai: ora rinvasano, innaffiano, riparano, raccolgono rami, segano assi, gustano ciliegie… e gli uccelli fanno loro compagnia in queste giornate che sembrano non avere mai fine. Anche sotto la pioggia, le attività non si fermano e se sotto i teli cerati c’è spazio per leggere, disegnare e prendersi cura degli uccelli, sotto gli scrosci sono riconoscibili le tracce di un’operosità mai doma e di una vita pulsante: il canale di scolo, i tubi tagliati, i vasi rovesciati, la tinozza per il bagno degli uccelli e poi i rospi che fanno capolino, le gazze impegnate in voli decisi, i conigli intenti a rosicchiare le piante. Non c’è un attimo di tregua, l’estate incalza. Gli animali devono essere nutriti, l’acqua nelle voliere cambiata, i frutti raccolti… ma c’è anche spazio per giocare e creare progetti su larga scala: dal tepee di rami può prendere il via un fiume animato da battaglie navali dal piglio piratesco, una caccia al tesoro può prevedere di scavare buche vere, e lo spiazzo d’erba può trasformarsi in un ottimo pascolo per triceratopi. La festa estiva amplifica il brulichio tra gli alberi e i ragazzi sembrano godersi ogni centimetro di terra, acqua e cielo.

Eppure i personaggi sono indifferenti allo sguardo dei lettori. Da subito si ha l’impressione di poter osservare il fervore dei ragazzi all’opera solo da lontano, senza mai prenderne parte, anche se dopo poche pagine il desiderio di fare parte della compagnia è potente: voglio venire anche io alla festa!

La tavola notturna in bianco e nero fa riprendere fiato e cercare le lucciole celesti che illuminano magicamente gli spazi tra gli alberi quieta i lettori per un istante. Un istante soltanto perché ecco che, dalla pagina successiva, siamo incalzati nuovamente: si raccolgono i fichi agostani, si libera la ghiandaia ormai adulta, ci si attacca con tutte le forze agli ultimi scampoli d’estate. È il vento vorticoso a dare le prime avvisaglie dell’incipiente autunno. Ma c’è ancora da fare, c’è ancora da fare. È tempo di salutare i ricci, costruire strade con le foglie colorate, indossare magliette dalle maniche lunghe, raccogliere i melograni, fare spiedi di lumache (bleah!), fare fuochi e corone di foglie, riparare le voliere dal freddo e raccogliere la legna. Poi, all’improvviso, un segnale forse dato dagli uccelli o dalla voce imperiosa della mamma a casa dà il via allo smontaggio del campo. C’è gratitudine negli sguardi e nessuna traccia di malinconia: la neve prende in mano il giardino, il giardino ora è suo.

Ma poi un giorno dalla finestre di casa…

Un silent davvero turbinoso, ricco e molto bello, un tripudio di colori e dettagli, ma soprattutto di vita goduta e felice. Una narrazione semplice che costruisce la storia su di un punto di vista esterno che esalta il movimento delle tavole illustrate in contrapposizione alla staticità del lettore e che rende infinito uno spazio per la sua vitalità e non tanto per le sue dimensioni. Il passare delle stagioni diventa lo sfondo di chi le stagioni e il giardino li vive.

Splendidi i risguardi con la mappa botanica del giardino: se l’autrice possiede davvero un giardino così, bisogna essere solo felici per lei (ve l’ho detto che era un post invidioso, questo!).

Consigliato a qualsiasi età, ma secondo me particolarmente godibile dall’età scolare come invito a godersi gli spazi – che a questa età incominciano a poter essere vissuti autonomamente – con la stessa intensità.

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Nel mio giardino il mondo Irene Penazzi 44 pagine Anno 2019 Prezzo 15,00 € ISBN 9788861895157 Editore Terredimezzo
Irene Penazzi, Nel mio giardino il mondo, Terredimezzo
Commenti
30 Maggio 2019
Nel mio giardino il mondo – Rassegna stampa – Terre di Mezzo

[…] Scaffale Basso, 25 febbraio 2019 […]

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