Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Da pochi mesi è tornata sugli scaffali l’opera completa di Beatrix Potter (se non la conoscete partite da qui) in una nuova traduzione a cura di Chiara Carminati. Mi sono domandata cosa significasse affrontare un’opera omnia e quale rapporto nascesse tra autore e traduttore anche quando fossero divisi da secoli. Mi sono rivolta direttamente a Chiara che ha saputo regalarmi uno spaccato nitido del suo lavoro e anche una scoperta!

Grazie!

Affrontare un classico, anzi l’intera produzione di un pilastro della letteratura per l’infanzia, e rivedere una traduzione non poi così datata è una responsabilità e un lavoro immenso.

Inoltre lo stile Beatrix Potter affascina un pubblico che spesso è largamente adulto e a volte si rischia di dimenticare che questi racconti furono scritti per bambini. I bambini poi sono cambiati, il modo di rivolgersi loro è cambiato…

Quali sono state le difficoltà maggiori nell’affrontare questi testi?Come si può caratterizzare una voce che nasce nell’Ottocento in modo che riesca a parlare ai bambini nati più di 150 anni dopo, senza snaturare una lingua e un modo di narrare che appartiene ad un’altra epoca?

Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Penso che quando un testo vince la sfida del tempo con così tanta determinazione e originalità  significa che possiede una capacità di parlare a generazioni diverse, che vivono in epoche diverse, in tempi e luoghi diversi. E questo è vero a maggior ragione quando è un testo che si rivolge ai bambini: perché per conquistarsi un posto sullo scaffale sempiterno dei classici deve aver affascinato, colpito e conquistato anche i lettori adulti. Per certi versi quindi tradurre Beatrix Potter non richiede particolari sforzi di adattamento: per quanto le sue storie siano ambientate nella campagna inglese di inizio Novecento, lettori adulti e bambini non hanno nessuna difficoltà a lasciarsi trasportare nel mondo dei suoi personaggi, che d’altra parte sono talmente vivi e incisivi da risultare contemporanei. Perfino il suo stile è moderno: scattante, ironico, limpido ed espressivo al tempo stesso. Un piacere da tradurre!

Certamente però per accettare l’invito ad occuparmi della traduzione delle sue opere mi ci è voluto un po’ di coraggio, non solo per la mole di lavoro e per la celebrità dell'autrice, ma anche perché la traduzione precedente in volume unico, realizzata da voci diverse, comprendeva nomi autorevoli. Traducendo, sentivo il loro sguardo sulla tastiera del computer. Per permettermi di lavorare al meglio, ho preso la decisione di ignorare la traduzione precedente di ogni storia finché non avevo completato la mia e ne ero soddisfatta: solo allora procedevo al confronto con la traduzione precedente, per capire quali scelte aveva fatto il traduttore e perché. È stata un'esperienza strana: nonostante lavorassi da sola, avevo l’impressione di essere sempre in una specie di dialogo con qualcuno, a cui esponevo le ragioni della mia versione tesa a migliorare la resa dell’originale nella nostra lingua.

Un problema che immagino molto vasto è quello relativo al lessico: molte parole, molti oggetti, molte abitudini non sono conosciute dai bambini moderni, eppure lei osa senza la preoccupazione di spiegare o di adattare il testo: come ha lavorato sul lessico?

Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Credo che in questo le doti di illustratrice di Beatrix Potter contino molto. Nelle immagini che accompagnano le storie, e che a volte sono venute prima delle parole, i dettagli raccontano moltissimo e aiutano il lettore a calarsi in un’ambientazione molto precisa, oltre a cogliere i tanti piccoli momenti salienti della storia. Così anche un piccolo lettore non ha difficoltà a capire cosa sono il setaccio con cui il Signor McGregor cerca di catturare Peter Coniglio, o i fiori di digitale rosa che cerca Jemima Paperozzi, perché le immagini lo raccontano. Quando ci sono riferimenti molto specifici alla cultura inglese (soprattutto culinaria), ho scelto di volta in volta se tradurli o se mantenere il termine originale, quando ormai entrato nell’uso italiano (come per i muffin nella “Storia del Tortino di Topo”, che però altrove invece sono tradotti come “focaccine”). Altre volte ho cercato di avvicinarmi con maggior approssimazione possibile a una formula che potesse rendere l’idea del corrispondente inglese: così nella “Storia di Samuel Baffetti”, non essendoci un corrispondente preciso in italiano per il roly-poly pudding, l'ho tradotto con “involtino” perché doveva rendere l’idea della pasta di pane in cui viene avvolto il povero Tom Kitten per fare da ripieno.

Dal 2017 a lei sono state affidate anche le traduzioni delle storie ispirate al mondo di Beatrix Potter, questi testi e gli originali dell’autrice inglesi sono stati resi diversamente da lei, a livello stilistico?

Beatrix Potter ha uno stile inconfondibile, perfuso di ironie così delicate e di atmosfere così precise rese con poche pennellate di parole, che penso sia difficile da replicare. Le storie ispirate al mondo di Beatrix Potter, che non sono state scritte da lei, intendono esaltare i tratti dei personaggi che più si avvicinano al mondo dei piccoli lettori (in gran parte si tratta di Peter Coniglio e dei suoi amici), inserendoli in situazioni vissute da molti bambini (il primo giorno di scuola, la festa di compleanno, l'arrivo di un nuovo nato), ma per loro natura non possiedono la dose di inventiva dell'originale. Per questo richiedono coerenza nel ritrarre i personaggi, ma non fedeltà assoluta alle singole parole. Per tradurli ho lavorato soprattutto sul ritmo del testo, in modo che fosse piacevole da leggere ad alta voce.

Lei conosceva già le storie di Beatrix Potter? In che modo l’affetto ad una certa traduzione, alla presenza di certe parole riecheggia nella sua traduzione?

Conoscevo solo alcune delle sue storie, ma comunque non così bene da aver nell’orecchio il ritmo delle frasi e neppure i nomi dei personaggi. Per fortuna: così ho potuto procedere senza sentirmi vincolata da qualcosa di già conosciuto.

In generale, qual è il suo rapporto con i colleghi che hanno tradotto edizioni precedenti?

Come dicevo, in genere si crea una sorta di “dialogo virtuale”, che mi è molto utile perché mi porta a rendermi consapevole e responsabile delle scelte che faccio. A volte infatti, come quando si scrive, le parole si associano tra loro per intuizione, per richiami profondi, per connessioni carsiche. Poterle confrontare con quelle di qualcun altro è un bel regalo: a volte si hanno delle vere rivelazioni sulla propria scrittura!

Vuole raccontarmi di alcune differenze salienti rispetto alla traduzione che già c’era?

Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, Mondadori

Nella precedente traduzione la parte più carente era quella dei testi in rima: le filastrocche erano state tradotte un po’ superficialmente, senza valorizzare l’intreccio di ritmo, suoni e significati che sono caratteristiche di queste deliziose nursery rhymes. Sono felice di aver potuto riscrivere le filastrocche di Melina Topolina e Cecilia Cicorietta, in modo che si possa riconoscere il talento di Beatrix Potter anche nella creazione di filastrocche, storie in rima e indovinelli. A proposito di indovinelli, c’è una storia che ne contiene molti ma che nella precedente edizione aveva completamente tratto in inganno il traduttore: si tratta della “Storia di Nutkin Scoiattolo” , dove l’impertinente Nutkin scoccia il vecchio gufo, proponendogli sempre un indovinello in rima, la cui soluzione è nascosta nel testo in prosa. Il precedente traduttore non aveva colto questo nesso appena accennato, e aveva interpretato i testi in rima come dei puri non-sense. Ecco, sono molto fiera di aver avuto l’occasione di “riscattare” questa bellissima storia, divertente e cruda come solo Beatrix Potter sapeva essere!

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