Il Giappone conta moltissimi appassionati e amanti tra gli stranieri, non sono infatti rari gli albi illustrati, i libri e i racconti che celebrano il Paese del Sol Levante a firma di europei.

Quest’oggi vorrei parlarvi di un albo molto singolare, etereo e geometrico che nasconde un profondo significato filosofico, quasi spirituale: Cosa rossa di Elena Spagnoli Fritze.

«Cosa rossa era una bellissima, lucida, liscia, lucente e rotonda, però non era felice. “Sono una cosa rossa, bellissima, lucida, liscia, lucente e rotonda, ma non servo a niente».

L’illustrazione è essenziale: accanto al testo, un bellissimo, lucido liscio, lucente e rotondo cerchio rosso.

Il viaggio di “cosa rossa” alla ricerca della sua “utilità”, o meglio della sua identità, incomincia. 

«Una sera, vide una cosa rossa rotonda come lei, era appoggiata sulle montagne e risplendeva così tanto che tutto intorno il cielo era diventato rosso»

La ricerca di sé si orienta verso ciò che è simile. 

Quello che vede nel cielo è il sole, ma “cosa rossa” - attraverso i cui occhi noi guardiamo le pagine - non conosce il mondo e, men che meno, il nome di ciò che vede: lei stessa è semplicemente, genericamente una cosa rossa. Le illustrazioni bidimensionali, inoltre amplificano l’impressione di somiglianza e fratellanza nei diversi incontri: il lettore è chiamato ad inferire il paragone, ma neanche lui sa che cosa sia “cosa rossa”. Potrebbe essere tutto!

«Cosa rossa guardò in altro e vide un albero, era coperto di cose rosse lisce come lei. Rimbalzò e rimbalzò, sempre più in alto, finché riuscì a posarsi. “Forse anch’io sono fatta per restare ferma”»

Eppure qualunque cosa rossa cerchi di imitare (il sole, le mele, le luci delle auto, il semaforo, le foglie, le carpe koi…) niente sembra essere lei, in nessun posto la nostra protagonista trova se stessa.

Il viaggio diventa sempre più doloroso, la consapevolezza di non essere tante cose fa soffrire “cosa rossa” fino a che:

«venne la donna che abitava in quella casa, osservò la cassetta piena di cose rosse, toccò cosa rossa, la guardò attentamente, aprì l’acqua calda e la lavò con cura. “Lea! Mia! C’è una sorpresa per voi!”»

Che cos’è cosa rossa? Lo scoprirete solo leggendo!

La riflessione sulla propria identità tocca con delicatezza alcuni temi fondanti: la nostra identità è definita da ciò a cui siamo simili? È il “servire a qualcosa” o l’“essere capaci” a definirci? O forse, piuttosto, siamo fatti per essere amati?

«Le loro mani erano calde e morbide, come era bello essere cosa rossa, in quella casa e insieme a loro, anche se non erano cose rosse»

Perché forse è nella certezza dell’essere amati che poi ciascuno trova la sua forma, il suo destino.

Ed è proprio l’ideogramma giapponese 命 (inochi) a chiudere il libro: il soffio vitale, il destino… ma anche un segno che ricorda molto una casa.

Lo stile illustrativo che gioca esclusivamente con il rosso, il nero e il bianco della pagina ricorda lo stile illustrativo tradizionale giapponese e si alterna a tavole dove la geometria diventa quasi concettuale.

Il rapporto con la cultura giapponese continua nei soggetti considerati come eco e riflesso di una cultura che impregna le pagine.

Un libro molto curioso, che desta e regala molti pensieri.

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Cosa rossa Elena Spagnoli Fritze 40 pagine Anno 2019 Prezzo 12,50€ ISBN 9788832186345 Editore Pulce edizioni
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