Non basta certo una recensione per presentarvi David Wiesner e parlarvi della ricchezza nascosta, della poetica che questo autore riesce con genialità a intrecciare alle sue storie e, in particolare, alle sue storie senza parole.

È urgente e necessario però che vi parli di Flutti, uno dei suoi silent più belli, il più bello per me, che arriva finalmente in Italia dopo anni di colpevole assenza grazie a Orecchio Acerbo - Flotsam è il titolo con cui, chi lo conosce, lo ha amato e letto per tanti anni!

Flutti è un viaggio nello stupore, ma nello stesso tempo è un finissimo gioco di sguardi che gioca con la forma circolare dell’occhio e con l’iride, una vera e propria poetica dell’occhio; il suo ritornare e riflettere il suo osservare e fissare… torna insistentemente anche se forse quasi inconsapevolmente percepito, in tutte le pagine.

Un ragazzo in riva al mare, in riva all’oceano probabilmente, solo: percepiamo il forte odore marino, il freddo dell’acqua oceanica che non gli permette - ad esempio - di togliersi la maglietta e intravediamo un cielo plumbeo e forse non così caldo.

Quella in riva al mare è una ricerca non un gioco, ed ecco che l’occhio si concentra e si specchia negli occhi minuscoli una piccola creatura marina raccolta nel palmo della mano.

La narrazione si fa vicinissima e poi si allontana in un ripetersi quasi frattale dello stesso occhio: piccolo e poi grande attraverso la lente d’ingrandimento e poi di nuovo piccolo nella realtà del volto del bambino.

Quello che scombina la giornata però è una diversa scoperta, degna di un’avventura memorabile: una strana macchina fotografica su cui è vergato elegantemente il nome iconico “Melville”.  La scoperta è che al suo interno è custodito un rullino fotografico, perfettamente preservato: non avreste anche voi fatto una corsa dall’ottico a fare imprimere immediatamente quelle fotografie?

La narrazione per immagine è perfetta: guardate la frammentazione del tempo e dell’attesa fuori dal negozio!

Quello che si scopre in quel mazzetto di fotografie stampate ha dell’incredibile, dell’impensabile, dell’inconcepibile, quelle immagini fanno scorgere realtà che impauriscono per la coerenza e per la capacità di insinuare una verosimiglianza che modificherebbe la visione del mondo.

In modo casuale, è come se venissimo messi a parte di un segreto inenarrabile della vita vera che si svolge sotto gli occhi inconsapevoli degli umani nel fondo del mare: ci sono fotografie di scene familiari con allegri polpi azzurri che leggono storie accanto a “pesciose” abat-jour, ma anche inquietanti pesci meccanici che si muovono disinvolti accanto a pesci veri(?) e poi ancora città volanti, balene microscopiche tra stelle giganti...

La sorpresa avrebbe potuto esaurirsi in un gioco alla scoperta di mondi magici, nascosti nelle profondità marine, ma la storia di Werner è molto più sottile, intensa, profondamente misteriosa e lo diventa ancor più perché, in cima a questo tesoro fotografico, c’è la foto di una bambina con in mano la foto di un bambino, che a sua volta tiene stretta la foto di un bambino… secondo un vertiginoso effetto Droste. La scoperta che si svelerà agli occhi dei lettori e agli occhi del nostro protagonista supera ogni aspettativa: una catena di consapevolezza e segreti che ci raggiunge attraverso secoli e secoli.

Una catena regolare di relazioni armoniche eppure misteriosissime che ancora una volta richiama il frattale: “si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana è per questo che la gente li trova così familiari questa familiarità è ancora un mistero più si approfondisce l’argomento più il mistero aumenta”. Benoit Mandelbrot.

Ecco che cosa riecheggiava nel petto come un suono noto!

Un’eco ininterrotta, perché il nostro giovane protagonista biondo, con un moto entusiasta, riaffiderà Melville ai flutti, lì dove tutto ha preso il via, dove tutto è così incommensurabilmente ignoto. 

Inutile dirvi che questa storia è immersa nel mistero eppure affascinante: ci sono stanze che vorremmo abitare, messaggi che vorremmo decifrare, ci sono personaggi che vorremmo incontrare per capire… eppure la forza di questa storia sta nel suo essere impenetrabile con il suo sfidante moto del flutto, che colpisce ma si ritrae, lasciandoci forse insoddisfatti ma inevitabilmente colpiti, cambiati per sempre come succede sempre con le onde.

Le illustrazioni perfette, fotografiche di Werner donano alla storia quel senso di verosimiglianza che annulla la percezione del confine narrativo, della fiction, e ci sentiamo partecipi di questa avventura, anzi nostalgici di non essere stati lì e di non aver raccolto con le nostre mani la Melville.

La poetica degli occhi, degli sguardi, dei cerchi, dei riflessi è ipnotica e come in un gorgo ci risucchia dentro le pagine.

Non si può che dire, di fronte a questa narrazione, che si rimane senza parole. Senza parole, perché non solo non sono necessarie, ma perché le immagini nella loro perfetta costruzione lasciano senza parole.

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Flutti David Wiesner 41 pagine Anno 2022 Prezzo 15,50€ ISBN 9788832070798 Editore Orecchio acerbo
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