Se amate Harold e il suo pastello viola non dovete perdervi questa avventura di Harold al Polo Nord, dedicata al Natale, perché l’intrecciarsi di immaginazione e realtà, che nella figura di Babbo Natale trova una sintesi perfetta, ci racconta in modo esemplare dello sguardo candido eppur pratico dell’infanzia. 

Tutto incomincia, come al solito, con la traccia della luna nel cielo, stella polare del nostro piccolo Harold che gli permette di orientarsi nel suo viaggio e di ritrovare traccia di casa.

«Era la notte di Natale e Harold doveva fare l’albero, prima che arrivasse Babbo Natale»

La costruzione di questa storia nasce nel comporsi di tutti gli elementi che permettono ai bambini di attendere l’accadere del miracolo natalizio.

Dunque Harold, calzato ben bene il suo berretto e con il suo pastello viola in mano, inizia a disegnare un cielo notturno, una notte limpida piena di stelle, stelle? o forse meglio una tormenta di neve?

Bellissimo questo passaggio per cui il disegno che inizialmente aveva fatto pensare ad Harold alle stelle si trasforma invece, seguendo l’andamento realissimo del gesto del disegno, in qualcos’altro: sembravano stelle invece erano fiocchi di neve! 

Dopo la neve, un pupazzo di neve e lande brillanti di neve Harold si rende conto di poter benissimo essere arrivato al Polo Nord.

«Sembrava decisamente il Polo Nord, rifletté Harold, mentre saliva su un cumulo di neve grande come una casa»

Già, una casa! deve essere per forza la casa del laboratorio di Babbo Natale, non può essere altro!

Bastano pochi tratti del pastello viola e quella che sembrava semplicemente una collina di neve si trasforma immediatamente in un tetto ghiacciato, con le stalattiti che pendono dalla grondaia e con un bel camino che torreggia sopra di esso.

Ma se c’è un camino, «si domandò Harold agitandosi, Babbo Natale non poteva uscire dal camino?»

«Poi si accorse che era una domanda sciocca. Certo che Babbo Natale poteva uscire dal camino!»

Ancora una volta è quel verbo “potere” che nel mondo di Harold corrisponde a “essere in grado di far accadere”.

Bastano pochi tratti e quello che sembrava fumo che usciva dal camino si rivela invece un bel Babbo Natale sorridente che sta uscendo o sta entrando - chi lo sa? - dal/nel camino. 

Nell’indecisione, Harold si allontana e decide di disegnare con precisione la slitta con le sue otto renne, pronte a partire: d’altro canto è la vigilia di Natale e Babbo Natale dovrà pur fare il suo giro per consegnare i regali!

Conclusa l’operazione di disegno della slitta, con un sacco ben pieno, anzi traboccante di regali, Harold può salutarlo con la mano e tornare sotto la sua luna e prepararsi alla nottata di attesa.

E se trasportare un magnifico albero di Natale dentro casa è un’impresa piuttosto complicata per un bambino, basta costruirci la casa attorno e poi arrampicarsi sulla grande poltrona per aspettare l’arrivo di Babbo Natale!  Ormai tutto è pronto!

La realtà di questa avventura ci racconta di quanto la magia di Babbo Natale sia immaginazione ma sia realtà, tanto che, dopo aver preparato tutto, la posizione più ragionevole da tenere in questa nottata è sedersi su una bella poltrona e aspettare che Babbo Natale compia il suo miracolo.

Una semplice bella storia di Natale che ci racconta di quanto poco basti ad un bambino per immaginare e credere alla magia di Babbo Natale, che non è molto diversa dalla magia quotidiana che ci aveva raccontato e che continua raccontarci in tutte le altre avventure con il suo pastello il piccolo Harold.

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Harold al Polo Nord Crockett Johnson - Sara Saorin (traduttrice) 56 pagine Anno 2021 Prezzo 15,90€ ISBN 9791280014474 Editore Camelozampa
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