Il giorno in cui cadde la neve non è propriamente un seguito, ma è il secondo esperimento che Cristina Petit fa sulle stampe (kacho-e) di Ohara Koson, artista giapponese rinomato per i suoi incantevoli lavori naturalistici (l’avevo raccontato qui).

Anche in questo caso il lavoro narrativo dell’autrice è quello di accostare le singole stampe, nate in modo indipendente, creando una tensione narrativa che le leghi in una storia.

Le stampe scelte sono tutte a tema invernale e rappresentano tutte degli uccelli (con la sola eccezione della tigre, all’inizio), protagonisti indiscussi dell’immaginario orientale.

Quella raccontata in queste pagine, tenute insieme inizialmente da un uniformazione degli sfondi grigi che riecheggiano gli invernali cieli muti, pesanti e carichi di neve, è la storia di un’epica battaglia di neve tra gli uccelli.

«Un giorno di febbraio mentre animali e bambini stavano ancora dormendo perché era domenica, qualcuno si accorse che qualcosa era cambiato. La neve aveva dipinto il mondo, probabilmente di mattina presto. E da sola aveva fatto tutta quella bellezza!»

È un corvo nero come la pece ad accorgersene per primo ed è lui, con la sua sgraziata ma efficace voce, a invitare al gioco.

«“Ehi! Ragazzi! Sveglia! Vi siete accorti che ha nevicato? Chi viene e fare a palle di neve?”»

In un concerto di fogge, forme e livree quello che si dispiega di fronte agli occhi dei lettori è un universo di uccelli che sembrano richiamarsi da un ramo all’altro saltellando o volando frenetici o attendendo cauti. Voli, virate, tuffi, improvvisi decolli, pensierosi saltelli...

Appaiono germani reali, aironi, corvi, fagiani, passeri, oche, occhialini, aquile…. quasi tutti poi citati nell’ultima pagina del libro (anche se devo segnalare un refuso perché l’upupa è più probabilmente un beccofrusone).

Le immagini creano, nella loro sequenza, una dinamicità armoniosa che accorda il moto della singola illustrazione, al movimento della successiva creando l’effetto del febbrile contendersi che immaginiamo crearsi in una battaglia di neve.

Unico inconveniente è che questa lente interpretativa smorza il vigore del movimento dei predatori che, riletto all’interno della finzione della battaglia di neve, toglie, di fatto, il brivido vigoroso che i movimenti repentini dei rapaci comunicano.

La narrazione in prima persona che affida ai diversi personaggi la telecronaca del gioco è fin troppo semplice e, forse, sarebbe bastato il testo finale che come un bollettino tira le fila della battaglia appena conclusa.

«E tutti, prima di dormire, pensarono a quanto si erano divertiti. La tigre era sta colpita 5 volte sulla coda e 8 sul muso. I passerotti solo una pallata ricevuta e 23 tirate…»

Ciò che affascina di queste pagine, così com’era accaduto nel primo volume, è trovarsi di fronte a un’iconografia, ad uno stile e a una tecnica molto lontani da ciò che siamo abituati a vedere nei libri contemporanei. 

Il risultato finale è quello di un exploit giocoso che catapulta il lettore in Giappone all’interno di un brioso scambio di palle di neve. Wow.

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Il giorno in cui cadde la neve Cristina Petit - Ohara Koson 56 pagine Anno 2023 Prezzo 13,90€ ISBN 9788836280841 Editore Pulce
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