Pollicina o Poucette è una delle fiabe di Hans Christian Andersen più famose, una di quelle che amo di più per la coloritura naturalistica, le descrizioni dei fiori e lo sguardo così a fior di terra. La fiaba ripesca uno degli archetipi più presenti nella storia delle fiabe, con una piccola deliziosa personcina che nasce da fiore (pensate anche alla fiaba giapponese della principessa bambù!), eppure la capacità di dar vita alle minuterie, ai ninnoli, tipica della scrittura e dello sguardo di Andersen, innerva in modo straordinario questa particolare fiaba e i piccoli abitanti del bosco, dello stagno, dell’erba…

Quando dunque ho intercettato alla Bologna Children’s Book Fair questa versione fotografica di Pollicina (Le jour où je serai grande. Un histoire de Poucette), a firma di Timothée de Fombelle non ho saputo resistere. Ed in effetti la narrazione di questa fiaba ha qualcosa di splendido che viene restituito dalle fotografie dell’artista Marie Liesse.

I piani narrativi che si intrecciano in questo libro sono tre. C’è il canovaccio anderseniano che è la fonte principale e che funge da timone e sostrato, poi ci sono le fotografie di Marie Liesse, che con una sensibilità spiccata ripercorre gli incontri e gli snodi narrativi della fiaba originale grazie a una sensibilità cromatica fedele al testo e ad una capacità di sfocare il tempo e di renderlo sospeso tale da dar vita a piccoli attimi di vita minuta.

Infine c’è un terzo piano narrativo che è quello dell’autore che si discosta dalla pura rinarrazione fiabesca e immagina invece Pollicina raccontarsi in un discorso che riguarda il suo essere piccina e quindi che riguarda il suo essere parte dell’infanzia.

«Le jour où je serai grande se disait toujoours Poucette

il faudra que je n’oublie pas

l’odeur des matins mouillés»

[traduzione mia: Il giorno in cui sarò grande, diceva sempre a se stessa Pollicina, non devo dimenticare l’odore delle mattine umide]

Le fotografie con i gialli, i violetti, gli azzurri, il capino biondo della piccola Pollicina, il suo vestito con un nastro color non-ti-scordar-di-me a cingerle i fianchi… tutto si accorda alle parole di Andersen, comunicando un profondo senso di meraviglia e stupore: la giustapposizione fotomontata - per cui il piccolo personaggio umano si muove all’interno del bosco - ha una naturalezza tale da farci immaginare di essere di fronte ad una piccola personcina reale.

Chi conosce le parole della fiaba non farà fatica a riconoscere il guscio di noce, il terribile talpone, la generosa topolina, la disgustosa rospa e suo figlio e poi ancora la farfalla dinoccolata, il ragno che fila il corredo… ritroviamo tutto nelle fotografie, persino i petali di rosa.

Il libro si lascia raccontare come un silentbook da bambini anche piccoli che abbiano varcato il magico mondo dell’immaginazione (dai tre anni): le immagini lasciano largo spazio alle parole di ciascuno, ai pensieri e alle osservazioni che si vogliano appoggiare sull’accogliente terra del bosco, seguendo una bambina piccina tra fiori, ninfe e fili d’erba.

Gli adulti apprezzeranno di più il testo scritto da de Fombelle che è diluito tra le pagine, lasciando che il suono delle singole parole cada nelle fotografie e amplifichi quel senso eterno - proprio della fiaba - capace di parlare a grandi e piccini.

«je n’oublierai rien rien»

[non dimenticherò nulla, nulla]

La scelta dei soggetti fotografati e l’alternanza di nitido e sfuocato donano a questo cartonato una grazia singolare: il realismo si intreccia al magico naturale e ci fa piccoli o ci fa desiderar di tornar piccoli.

Non c’è nulla di posticcio o innaturale: Pollicina sempre assorta, di spalle, a tratti anche scorata quando sulla foglia di ninfea vede il suo destino segnato, permettono un’immedesimazione forte.

Un libro magico e bello.

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Le jour où je serai grande Timothée de Fombelle - Marie Liesse 32 pagine Anno 2020 Prezzo 14,50€ ISBN 9782075134989 Editore Gallimard Jeunesse
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