La poesia, che cos’è? È appena stato pubblicato da Rizzoli un piccolo libro con questo titolo, scritto da Thomas Vinau, un poeta francese ancora poco conosciuto in Italia, e tradotto dalla celebre poetessa Chiara Carminati, che affronta questa domanda senza mezzi termini.

Sono molti i libri che hanno provato a porsi questo interrogativo, ma colpisce e forse rattrista pensare che ci sia bisogno di testi di questo tipo, perché sono segno di un progressivo e sempre più evidente scollamento dei ragazzi dal mondo poetico.

L’editore Lapis aveva aperto la sua collana Versi Diversi, dedicata alla poesia, con un testo oggi introvabile, Questa è la poesia che guarisce i pesci di Simeón Jean-Pierre che racconta il viaggio di un ragazzo alla ricerca della poesia. Più recentemente María José Ferrada aveva cercato di raccontarci come la poesia fosse uno sguardo allenato a guardare il mondo.

Questo piccolo libro di Vinau, invece, mi ha colpito perché, invece di provare a rispondere alla domanda, lascia, in un certo senso, aperte tutte le ipotesi, quasi invitando il lettore a verificarle nell’esperienza poetica: «vedi tu...», scriverà alla fine.

«E se la poesia fosse un passaggio segreto 

a volte scorciatoia 

a volte deviazione 

per imparare a perdersi?»

Il testo comincia così, ribadendo con forza il legame con il titolo (La poesia, che cos’è?), che diventa parte della narrazione stessa.

«Un collezionista premuroso

ben attento a non uccidere

la farfalla catturata»

Dopo il primo punto di domanda, il segno interpuntorio scompare, lasciando che il testo vaghi in modo indefinito tra la domanda e la risposta.

La poesia, che cos’è? Il rapporto con ciò che non esiste («I segni di ciò che ancora non esiste»),  il rapporto col piccolissimo («quel contadino che ogni giorno lavora per raccogliere i chicchi di nulla che ci danno nutrimento»)? Il testo, che segue un flusso che può sembrare una riflessione ad alta voce, poi si ferma, ponendo nuovi interrogativi.

«La poesia potrebbe essere una domanda?»

Bellissima questa ipotesi, perché la posizione di attesa e di interlocuzione con il mondo e con le parole trova nella poesia un grande spazio di libertà. Lo avete mai sperimentato?

E poi la poesia come gioco, scherzo, movimento: la poesia è «ogni forma possibile».

Tra le definizioni e le ipotesi che si accavallano tra le pagine, ritroviamo tanti echi alle poesie che hanno tentato di rispondere alla grande domanda sulla natura della poesia e che la Carminati intreccia con queste nuove parole con armonia.

Alle brevi frasi, organizzate nella pagina come piccole schegge poetiche (gli a capo, secondo me, non sono casuali!), si accompagnano le immagini di Marc Majewski che colpiscono per l’intimità, il calore, ma anche per la loro forza evocativa suscitata grazie ai colori. Il rapporto stesso del testo con le immagini diventa un’eco di quello che è il rapporto tra la parola poetica e il suo significato: un rapporto che non è mai perfettamente congruente.

Le immagini suggeriscono che il contenuto semantico di una parola non coincida esclusivamente con il suo aspetto, ma sia molto di più e nello stesso tempo le diverse ipotesi di Vinau mostrano nella loro eccentricità di saper destare figure sorprendenti, fatte “solo” di parole.

Ad «ha la forma di un’amicizia» possiamo associare diverse immagini, così come a «il modo elegante di levarsi il cappello» l’illustratore associa una scimmia… perché no?!

Immagino questo libro in mano agli adulti che abbiano a che fare con i ragazzi e con la poesia: può essere una porta che si apre, uno spiraglio perché i ragazzi - ma anche i lettori adulti stessi -  possano intuire che quell’immagine preconcetta per cui la poesia è astrusa, barbosa e pesante possa allontanarsi un poco.

La poesia in fondo «è questo e quello e altro ancora. Vedi un po’ tu…»

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La poesia, che cos'è? Thomas Vinau - Mare Majewski - Chiara Carminati (traduttrice) 48 pagine Anno 2024 Prezzo 16,50€ ISBN 9788817184977 Editore Rizzoli
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