Osamu Tezuka, Unico, J-Pop
Anche se il nome Osamu Tezuka non vi dicesse niente, sono sicura che molti degli personaggi che appartengono alla matite di questo prolificissimo autore di manga giapponesi non vi sono sconosciuti: parlo di Astro Boy, La principessa Zaffiro, Kimba il leone bianco (da cui probabilmente nacque Il re leone della Disney), Dororo, Don Dracula… Osamu Tezuka è un mostro sacro del manga giapponese, uno degli artisti più famosi che ha segnato in modo indelebile la storia del fumetto giapponese: in poco più di quarant’anni i critici stimano che abbia realizzato 700 storie a fumetti per un totale di 150.000 tavole illustrate (!).
Il suo stile influenzerà in modo indelebile gli anime del suo tempo (anche lui ne fu produttore!) e se sfogliate uno qualsiasi dei suoi manga vi ritroverete catapultati nei cartoni animati tanto amati da una generazione che ha vissuto l’infanzia tra gli anni ’80 e gli anni ’90.
Tra i suoi personaggi indimenticabili si colloca certamente Unico, un unicorno dall’aspetto dolce e tenero, una creatura dagli occhi sgranati e dai tratti morbidi che ricordano i pupazzi tanto amati da un certo pubblico giapponese (si dice che l’idea di questo personaggio venne a Tezuka imbattendosi in Hello Kitty!).
Lontano da una certa idea che oggi si è diffusa intorno al fumetto giapponese, Tezuka è stato il creatore (anche) di personaggi gentili che rifuggivano la violenza; le sue storie sono state capaci di parlare anche a un pubblico molto giovane (dai 7 anni) intrecciando avventure e colpi di scena, ironia e umorismo.
Unico è una serie che viene pubblicata in Giappone dal ’76 al ’79 e da cui nacquero alcuni lungometraggi animati. La cornice che dà il via alle avventure di questo dolce unicorno è una maledizione che viene scagliata per invidia da Venere che chiede al vento Zefiro di abbandonare nelle terre dell’oblio Unico, per punire la sua padrona, Psiche, colpevole, a detta di Venere, di considerarsi superiore alla dea dell’amore e della bellezza.
«“Un essere dalla bellezza senza pari che è diventato amico di Psiche, la nutrice delle anime. Insieme, producono una forza talmente forte da riuscire a plagiare le menti umane” “Senza pari, dici? Bisogna mettere fine a tutto questo. […] Vento dell’Ovest conducilo attraverso le sabbie del tempo e dello spazio finché la clessidra sarà in frantumi e lui non avrà dimenticato chi era un tempo. Abbandonalo poi sulla collina dell’oblio, laddove vagherà solitario per l’eternità”»
Il vento dell’Ovest attenuerà – come il cacciatore della fiaba di Biancaneve – la punizione, cancellando i ricordi di Unico, ma trasportandolo, di volta in volta, in diversi punti del tempo. Unico, dunque, i cui immensi poteri sono vincolati all’amore e all’affetto che lo legano a persone e a creature, attraverserà il tempo, vagando tra passato e futuro e vivendo avventure sempre nuove, in un continuo riproporsi della perdita della memoria e della lotta per la riconquista della propria identità.
Questa giovanissima creatura è dunque abitua a ritornare in vita costantemente e così è tornata a farsi presente, nel 2022, quando la coppia di disegnatrici Gurihiru e lo sceneggiatore Samuel Sattin – tutti ampiamente premiati con diversi riconoscimenti internazionali del fumetto – hanno deciso di scrivere un reboot di una delle avventure di Unico.
Le storie di Unico erano presenti sul mercato italiano nella versione originale di Tezuka per i tipo di J-Pop: il volume includeva, oltre al prologo sull’Olimpo, otto avventure. Oggi Tunué riporta una di queste avventure sugli scaffali italiani, rimanendo estremamente fedele al testo originale, ma attualizzandone la figura e il contesto in cui la vicenda si svolge.
La qualità della storia originale è indubitabile e lo sceneggiatore americano le rimane fedelissimo, animando alcuni passaggi che probabilmente oggi sarebbero risultati un po’ lenti e amplificando l’elemento inquietante che era assente nel fumetto originale, scelta che risponde ad un gusto contemporaneo. Sattin inserisce, ad esempio, una battaglia finale che nell’originale era risolta più frettolosamente, e appoggiandosi alle illustrazioni, attualizza il contesto che appare contemporaneo e quindi riconoscibile al giovane pubblico, ma senza questo intacchi il dramma, l’avventura e i colpi di scena che sono i medesimi nelle due versioni.
Il contesto mitico iniziale, dove appare Venere nell’Olimpo, viene velocemente accennato, accentuando i tratti di non umanità della dea, ma lasciando poi ampio spazio alla vicenda personale del piccolo unicorno.
La nuova veste illustrativa cita manga e personaggi dell’immaginario giapponese (c’è un mostro che ricorda Godzilla), ma anche disneyani come le sirene-murene alate che ricordano gli scagnozzi della Strega del mare de La sirenetta.
Risvegliatosi in una città contemporanea Unico si trova a dover ricostruire tutto di sé: chi è? Dov’è? Perché non ricorda niente del suo passato? Sarà una gattina gentile e decisa ad aiutarlo e insieme vivranno imprevisti ed avventure che li condurrano sul limitare del bosco, nella casa di una vecchia dal cuore d’oro, ma molto bisognosa. Unico utilizzerà i suoi poteri, rafforzati dall’amicizia con la gattina Chloe, per aiutarla. Inavvertitamente, però, si troveranno a fronteggiare imprevisti inattesi, come quando un affascinante damerino dal grilletto facile e dall’odio per ogni creatura animale si innamorerà di Chloe trasformata in ragazza da Unico. In uno scontro finale tra il bosco e il malvagio cacciatore senza scrupoli, l’unicorno Unico tirerà fuori la tenacia, il coraggio e il suo essere al servizio del bene.
Alla battaglia resa “epica” dal frantumarsi cinematografico delle vignette, seguirà un finale malinconico, perché Unico dovrà piegarsi nuovamente all’oblio, pronto a vivere una nuova avventura in un altro tempo e in un altro spazio.
Il fumetto è ben scritto e avventuroso e si rivolge facilmente ai primi lettori, forse alzando di un poco l’età – io lo proporrei dagli 8 anni -, un personaggio che entra nei cuori dei lettori per la sua gentilezza e la sua integrità… che sia un unicorno, poi, non guasta!
Qui trovate un bell’articolo dell’editore sul progetto.