Sono arrivata al libro di oggi grazie a mio marito, che lo vide in una libreria con una fascetta che recitava: «Geniale, esplosivo, esuberante, il nuovo libro cult dei sogni, il successo del passaparola, pubblicato in 22 Paesi. I bambini lo adorano… e anche i loro genitori». Non solo. Indagando superficialmente sull’autore si scopre che è stato paragonato a Shel Silverstein e a Maurice Sendak. Io non lo avevo mai sentito nominare ma – avete in mente Shel e Maurice di quale calibro siano? – dopo queste premesse ho voluto vederlo a tutti i costi.

Un libro fantastico! (con il punto esclamativo!) di Dallas Clayton, una volta arrivato tra le mie mani, mi ha ricordato molto più Steve Jobs che Shel e Maurice. Il libro infatti, indubbiamente esuberante, sembra un concentrato del famosissimo discorso di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford. «Stay hungry. Stay foolish»: siate affamati, siate folli. Un progetto di vita molto americano, un’idea figlia della mentalità del self made man che necessita di dimensioni ampie per realizzarsi che solo le pianure americane possono permettere.

In questo libro tutto è grosso, rumoroso, pazzesco… l’immaginazione ha libero sfogo: tutto si può fare, ogni cosa si può pensare, nessuno si scandalizza. A questo tono rumoroso fa da controaltare la dimensione piuttosto intima del testo: Dallas parla infatti a suo figlio Audio, «la persona migliore che conosco».

«Ci sono al mondo alcuni luoghi in cui la gente, sai, non sogna»: questo è l’incipit. Il discorso si snoda surreale: per esempio ci sono luoghi in cui la gente non sogna «gli unicorni a razzo™», ma, per dire, neanche «barche-angurie» (probabilmente in lingua originale c’è un gioco di parole ispirato dal termine watermelon), la gente sogna al massimo posate «tantissime posate. Posate: ti par bello?». Invece, sussurra il papà americano al suo bambino, sognare significa poter immaginare cose grandi, pazze, mai immaginate, appunto. I sogni devo poter essere scatenati, improbabili, rumorosi, urlanti, giganteschi, ribaltati: «sei proprio tu che puoi sognare qualsiasi sogno piaccia a te». La spontaneità di questo papà disarma e lascia sorridenti: è così, è esattamente questa la genialità.

Tuttavia ho due note da fare. Innanzitutto mi dico: spero che questo non avvenga solo ad occhi chiusi: «chiudi gli occhi e sogna il tuo sogno perfetto» (così si conclude), ma che il sonno sia solo il primo passo per poi incidere e cambiare la realtà, se no il sogno è solo la gabbia dei matti :D

Secondariamente – caro Dallas devo dirtelo – a livello illustrativo siamo anni luce da Maurice e Shel, e non intendo avanti: certo era inevitabile che il tuo slancio semplice investisse le immagini ed è anche vero che ad un testo come il tuo questi disegni si sposano perfettamente, rivendicando il loro diritto di essere quello che vogliono, però, insomma, i mostri del Paese dei mostri selvaggi me li guarderei per ore, mentre i tuoi disegni no.

Detto questo, Saverio si è molto divertito a scegliere il suo unicorno-razzo preferito, naturalmente abbiamo riso di fronte alla macchina a caramelle, abbiamo potuto urlare liberamente con i sogni scatenati, abbiamo condiviso l’assurdità dei sogni-telefonino e dei sogni-arredamento e aspettiamo l’estate per riprodurre il castello di Neuschwanstein.

Il candore spontaneo e la rumorosità di questo libro effettivamente spiazzano in un orizzonte a volte paludato e fanno sorridere. È di sicuro un libro che si può leggere con facilità e successo ad alta voce. Dovete però mettere da parte ogni velleità artistica, d’altra parte è un libro «fantastico!».

Un libro fantastico!
Dallas Clayton - Sara Marconi 
(traduttore)

64 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 11,90 €
ISBN: 9788867150946

Salani editore 
Anobii

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