Come ogni giallo che si rispetti, il perno su cui si gioca la riuscita dell’intera narrazione è il personaggio principale ed è proprio per questa ragione cha la caratterizzazione del detective James Moriarty è una parte essenziale di Moriarty e il mistero del Dodo. 

Avete in mente quei ragazzini un po’ boriosi e pieni di sé che però hanno davvero quasi sempre ragione? Avete in mente quei piccoli insopportabili bambini che hanno la parlantina di ragazzi con almeno 10 anni più di loro? Aggiungeteci 25 strati di vestiti ottocenteschi e avrete il ritratto esatto di James Moriarty, un protagonista-narratore saccente ma – bisogna ammetterlo – cosciente delle proprie doti e ricco di humor e spigliatezza affascinanti.

La personalità unica e affascinante di questo ragazzino avvinghia i lettori in poco più di due pagine. Assuefatti dai suoi modi di fare (che si possono amare od odiare), si rimane incollati alle pagine nell'attesa di scoprire se James abbia ragione o miseramente torto, a seconda della simpatia suscitata.

Siamo in una villa ottocentesca, James e sua sorella Arabella vivono con il loro padre, un ricco medico vedovo. I due fratelli, forti di personalità tutt’altro che arrendevoli vivono in una costante competizione che sfida l’intuito e l’intelligenza di entrambi e che sfinisce la loro povera istitutrice tedesca («Aveva la pazienza di un soldato. Nel Medioevo si sarebbe potuta certamente guadagnare la vita come persecutrice di città sotto assedio. Per ironia della sorte, nel nostro civilizzato XIX secolo, l’equivalente della città assediate eravamo noi bambini. Per lo meno alcuni»). L’arrivo dello zio Theodosius, in una calda sera estiva, sarà l’innesco di un vicenda fulminante e intricata che detonerà in una nottata. 

«Io adoro lo zio Theodosius. È un tipo così singolare ed eccentrico che non può evitare di aprire la bocca senza irritare qualcuno dei presenti con la sua mancanza di tatto. Proprio come me – e ce ne vuole – snobba completamente le opinioni altrui».

Lo zio arriva con una nuova moglie africana e un dodo, l’ultimo esemplare rintracciabile di un uccello ormai ritenuto, nell’Ottocento, completamente estinto. La cena che si organizza in onore di questa scoperta – che sembra davvero sensazionale – vede tra gli invitati le personalità più classiche dell’Inghilterra vittoriana: il curato, l’attrice, il pittore, la baronessa… ma anche un giovane Darwin. Il clou della cena si raggiunge naturalmente alla scoperta di un delitto: la scomparsa del dodo. Chi è riuscito ad eludere la sorveglianza a vista del pennuto e a farlo scomparire?

La trama, che era già incalzante, si fa complessa. Tutto si svolge in poco più che una serata in diverse stanze, popolate da persone diverse che si muovono, pensano ed agiscono. La narrazione focalizzata descrive minuziosamente la vista e i pensieri più superficiali di James, che naturalmente sfrutterà la ghiotta occasione della scomparsa del dodo per lanciare l’ennesima sfida alla sorella Arabella, ma non esplicita i ragionamenti che lo portano a scoprire alla fine tutta la serie di eventi e la soluzione del mistero.

La difficoltà maggiore per il giovane lettore è mantenere presente la caratterizzazione dei personaggi, ma allo stesso tempo ipotizzare desideri e aspettative che determinino i loro comportamenti visibili. Ad esempio Darwin è uno scienziato timido e dalle poche parole, ma come prenderà la prova dell’inconsistenza della sua teoria evoluzionistica, ovvero il dodo? Il lettore deve così ipotizzare che i suoi comportamenti celino frustrazione, rabbia…

Quello condotto da James Moriarty è un vero e proprio lavoro da detective classicamente inteso, richiesto anche al lettore: lavoro che consiste nel ricercare ed organizzare le mosse e le intenzioni in un quadro coerente. Un vero e proprio giallo dove gli indizi sono disseminati in descrizioni e cenni (anche indiretti) tra i quali il protagonista e il lettore dovranno districarsi. 

Tanti gli accenni a temi cari all’Ottocento grazie ad una contestualizzazione che non è solo formale e accessoria, ma che comprende anche le dispute e i pensieri che in quell’epoca si scontravano e si costruivano (colonie, evoluzione, scoperte e classificazioni tassonomiche e biologiche, teorie evoluzionistiche vs metamorfiche…).

Il sarcasmo, l’umorismo, i toni volutamente sopra le righe e falsamente pomposi rendono la lettura sfiziosa e affascinante: ce la farà James? Certamente. Ma cosa è successo realmente? I lettori non potranno smettere di leggere senza essere arrivati alla fine della serata con lo scioglimento del mistero. 

Un giallo storico coerente e godibile nel suo sintetico svolgimento.

Una lettura consigliata dai 9 anni, godibile come non mai.

P.S. non sarà sfuggito ai più che il protagonista della vicenda si chiami come la nemesi dell’investigatore più famoso del mondo. James Moriarty, infatti, vuole essere proprio il giovane personaggio che da adulto si scontrerà con Sherlock Holmes. La citazione nel libro serve ad amplificare l’ambientazione vittoriana, ma rimane comunque un interessante collegamento intertestuale.

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Moriarty e il mistero del Dodo Sofía Rhei - Rodríguez Barrera 224 pagine Anno 2019 Prezzo 15,00 € ISBN 9788817108515 Editore Rizzoli
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