Non si legge la poesia ai bambini: è troppo difficile. Figuratevi se un libro di poesie può essere consigliato come lettura estiva: la poesia è adulta, appartiene a chi ha già assaporato a fondo il gusto delle parole e desidera qualcosa di diverso, non può essere il nutrimento quotidiano di chi è ancora impegnato ad imparare a leggere. La poesia è il sapore esotico, ricercato.

Io mi chiedo se questo sia vero, e mi rispondo di no e con forza mi ribello a questa idea.

Per cui vi consiglio di regalare ai bambini, che abbiano finito la prima o la seconda elementare, come lettura per le vacanze, Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno di Silvia Vecchini e Marina Marcolin.

In questo piccolo libriccino dal formato portatile, che potremmo definire prezioso, ma che invece dovremmo dire rivestito di iuta, Silvia Vecchini raccoglie 40 poesie che sembrano appuntate in giorni lungo tutto l’anno, ma soprattutto ai confini col tempo estivo: tra i banchi, il mare, la non voglia di studiare, il profumo dell’erba, la bicicletta. L’autrice si fa bambina, chiude gli occhi e ci racconta di come il corpo in ogni sua cellula percepisca lo spazio e viva le emozioni.

«Non il diario, non la foto di classe

neppure i centimetri o il peso,

di me ne sa più la pelle

di quanto son cresciuto e con che gusto

è tutto scritto qui, è tutto giusto

…..

Su gomiti e ginocchi c’è una storia,

se chiedo alla mia pelle

lei la sa a memoria».

«Ridere è aprire la finestra

avere in bocca un trillo

uno scoppio che non t’aspetti

è il contrario dello sbadiglio»

Non c’è nulla di distante nella poesia e, a maggior ragione, nella poesia di Silvia Vecchini, eppure la quotidianità ne viene trasfigurata, il che non vuol dire che diventi complessa, anzi si svela e fa venire il magone e, ad un certo punto, ricominci a percepire la pelle sulle dita e impari di nuovo a sentire col tatto gli oggetti che tocchi e quando entri in mare riconosci il cuore che batte e ti accorgi che il latte nella ciotola, la mattina, è bianco ed ha un sapore. La poesia, quando è vera, entra prepotentemente nella vita del lettore.

Attraverso parole ben scelte ma modeste, l’autrice è capace di raccontare il mondo e lo fa con una semplicità disarmante, in una poesia che sembra l’appunto (un appunto preciso e non affrettato) su un taccuino e che nasconde tra le pieghe degli ultimi versi un suggello rimico che, proprio perché celato, brilla deciso per un attimo, per poi celarsi di nuovo come una lucciola nei prati estivi.

«Giorni che si stampano come piedi

sulla sabbia, come baci sulla guancia

fanno schiocchi sonori.

Li tiri fuori quando vuoi,

non li dimentichi perché non puoi»

Marina Marcolin dà vita a questa vita, vista con occhi nuovi, non semplicemente accompagnando le parole, ma interpretando personalmente i versi, dove l’impalpabilità dei suoi acquerelli non è vago sentimentalismo ma un’espressione vibrante, innervata di luce e radici. Mani, piedi, calze, corpi illuminati dalle stelle, cieli racchiusi in barattoli di vetro, foglie, rami, verde, luce, tanta luce.

Un libro perfetto e meraviglioso che deve essere letto e guardato dai vostri bambini: se lo meritano, questa estate e sempre. Osate, senza paura!

P.S. potrei anche farvi vedere cosa i bambini sanno fare della poesia, quando gliela si offre, ma la ragione per cui vi consiglio di regalare questo libro ai vostri bambini è perché non ci facciano niente, niente se non leggerlo.

Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno
Silvia Vecchini - Marina Marcolin

56 pagine
Anno: 2015

Prezzo: 16,00 €
ISBN: 9788898523085

Topipittori editore

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