L’arte delle barzellette non è arte semplice. Riuscire a condensare in poche battute meccanismi tali da scatenare il riso negli uditori è un sapere fine e articolato, soprattutto se non si vuole ricorrere ad espedienti che riguardino incursioni in sfere tabù.

Le battute di spirito e le barzellette appartengono al mondo dell’oralità, ma l’editoria non ha mai disdegnato di raccoglierle in strisce a fumetti e in brevi racconti che destassero ilarità e riso. Come esempio tra i più recenti, non si può non nominare il fenomeno Pera Toons, il cui autore ha fatto della battuta il suo cavallo di battaglia in video e libri con scenette immediate e spassose.

Rivolgere ai bambini un testo di questo tipo, tuttavia, è complesso, perché i meccanismi che scatenano le risate sono tutt’altro che immediati, come Freud studiò approfonditamente, eppure la casa editrice Minibombo - come ho scritto nel mio libro - li sfrutta sapientemente per costruire storie che strappano risate con apparente disinvoltura.

Ne offre l’ennesima prova, Storie brevi di Silvia Borando, che in modo sintetico ed esilarante condensa in 13 storielle risate per tutti i gusti.

La ricetta perfetta è ottenuta mescolando sapientemente sinteticità (2 doppie pagine o al massimo 3), attese dei lettori, immagini eloquenti e stereotipi che riguardano - questi ultimi - non solo le qualità degli animali, ma anche l’immaginario delle storie per bambini che - sappiamo - devono essere rassicuranti e aderenti a un ferreo politically correct.

«C’era una volta un elefante e una formica. “Quale formica ?” disse l’elefante. Fine»

«C’era una volta una pecorella molto buona e un coccodrillo. “Molto buona!” disse il coccodrillo. Fine»

I meccanismi messi in gioco sono innumerevoli: dalle parole polisemiche (“buona” nel senso di ‘brava’ e nel senso di ‘gustosa’; cavaliere nel senso di ‘colui che cavalca’ ma anche ‘persona gentile e premurosa’) agli scarti umoristici che si creano nel passaggio da un illustrazione all’altra (la formica si vede nella prima scena e scompare sotto la zampa dell’elefante nella seconda), dalle iperboli che si creano esasperando un dettaglio (i pappagalli che si guardano e ripetono all’infinito le stesse cose), fino ai fraintendimenti nella lettura delle immagini (il colapasta viene “letto” dalle tartarughe come una tartaruga morta).

Il discorso diretto, spesso rivolto direttamente al lettore, amplifica e sottolinea l’effetto sorpresa.

I disegni stilizzati senza fronzoli e senza contesto risultano perfettamente adeguati alla finalità ludica con un’attenzione precisa ai dettagli che testimoniano lo scarto tra l’immagine precedente e la successiva (le vedete le piumette nella bocca del gatto?).

La risata è assicurata, a patto di mettere da parte il politically correct!

Non pensate, però, che questo sia un libro per bambini piccoli, perché le inferenze che, di volta in volta, sono richieste per cogliere lo scarto e quindi per scatenare la risata non sono così semplici.

E se è evidente che un riccio a una festa di compleanno piena di palloncini determini con i suoi aculei la fine della festa stessa, non è altrettanto limpido, agli occhi dei più piccoli, che un colapasta ricordi una tartaruga rovesciata e «ormai spacciata».

Questo volumetto, dunque, ha, a mio avviso, molte potenzialità presso lettori del ciclo della primaria (dai 6 anni) e anche un poco oltre, poiché offre un riso senza secondi fini e uno spasso molto affine a contenuti che i ragazzini ricercano nell’effimero della rete.

La battuta finale sul libro… piace proprio a tutti!

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Storie brevi Silvia Borando 64 pagine Anno 2023 Prezzo 12,90€ ISBN 9788898177875 Editore Minibombo
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