Filemone e Bauci è una storia che ha il profumo di una storia d’altri tempi, è una storia che riguarda l’amore di due sposi ormai anziani, il rispetto degli dei e l’ospitalità. Temi forse passati di moda, eppure i miti rivendicano per sé l’atemporalità e l’universalità e forse anche Filemone e Bauci, di Ovidio, hanno qualcosa da insegnarci oggi, nel 2022.

Sull’attualità del mito e sulla narrazione ovidiana, Cristiana Pezzetta, traduttrice per i Topipittori e studiosa e archeologa, scrive una breve postfazione dove evidenzia alcuni aspetti cruciali di questo racconto e del mito in generale, contestualizzandoli nella grande opera ovidiana delle Metamorfosi, da cui è tratto il racconto.

«è grazie a questa sostanza comune che ogni essere si può trasformare in un altro, come se la forma nuova non fosse altro che un aspetto nascosto nella forma originaria”

Accomunare il peso nella storia letteraria e del pensiero di Filemone e Bauci, due personaggi di cui non sappiamo nient’altro se non di un incontro specialissimo alla fine della vita, accomunarli ad Achille, Enea, Persefone e poi ancora Arianna, Teseo, Odisseo… può avere senso?

Non sappiamo niente di come trascorsero la vita questi anziani, ma basta il gesto di un giorno per poter dedurre la posizione umana di questi protagonisti, una regola di vita ma forse più una scelta d’essere che, alla fine della vita, è diventata un’abitudine.

«loro, insieme, erano tutta la casa»

Filemone e Bauci accolgono sotto forma celata due dei, Giove e Mercurio, che per una sorta di sfida avevano chiesto in giro per la Frigia un luogo per riposare, ricevendone solo porte chiuse in faccia in fretta e furia:

«Una sola li accolse, piuttosto piccola e con il tetto di paglia e canne palustri. Bauci, vecchietta devota, e Filemone, che aveva la sua stessa età»

Una sola casa che aveva il nome e consisteva di quei due nomi: sottile e perfetta traduzione!

Il gesto dell’ospitalità è un gesto semplicissimo e uno dei più umani. Tutte le tradizioni lo narrano e lo celebrano (pensate anche ai biblici Abramo e Sara), ne sottolineano il valore rivoluzionario: accogliere uno sconosciuto, perché sotto le mentite spoglie di un volto non riconosciuto può sempre nascondersi un Dio, cioè un bene.

Accade proprio così nella nostra storia: Filemone e Bauci mettono in tavola e offrono ai loro ospiti tutto ciò che hanno, persino il proprio letto e gli dei ne usano.

Il racconto lento e dettagliato si sofferma sulla preparazione del cibo, del giaciglio, del fuoco che viene acceso… Gli oggetti di casa, le suppellettili povere sono descritti minuziosamente, dando ad ogni gesto lento un’importanza universale.

La menta usata per pulire il tavolo, la carne di maiale messa a mollo nell’acqua calda, il catino riscaldato al fuoco perché gli ospiti possano trovare ristoro ai loro piedi, il vino giovane «e neppure invecchiato» eppure offerto lautamente e poi i fichi, le noci, le prugne, le mele profumate, l’uva, il miele…

Gli oggetti acquistano un valore unico e prezioso, per l’amore disinteressato con cui sono offerti ai due sconosciuti:

«Nel mezzo della piccola casa c’era anche un letto, con le gambe e la spalliera di salice; appoggiato sopra stava un materasso, fatto con morbide erbe di fiume. Filemone e Bauci cominciarono a scuoterlo delicatamente, e poi lo ricoprirono con un telo che usavano solo nei giorni di festa»

Che grande insegnamento è quello di essere padroni e servi, potenti governatori all’interno del proprio mondo e pure gentili ospiti!

Lo svelamento della natura divina dei due dei avviene quando i due anziani cercano di acchiappare la giovane oca per torcerle il collo e offrirla come ultimo pasto ai due avventori. È allora che gli dei si manifestano e offrono ai due anziani la ricompensa di un desiderio.

In quell’attimo i due vecchi anziani poveri avrebbero potuto chiedere qualunque cosa, giustamente avrebbero potuto pretendere un riscatto, un risarcimento per qualcosa che era mancato loro per tutta la vita: ma c’era davvero qualcosa che era mancato loro?

Filemone e Bauci chiedono qualcosa di un valore certamente superiore, ma inaspettato: «chiediamo che la stessa ora ci strappi dalla vita, insieme».

Questo appare dunque la ragione che ha possibile il costruirsi di una vita essenziale e felice: l’essere insieme.

Così, quando alla fine dei giorni i due sposi si preparano a lasciare la vita, una trasformazione li avvolge, tramutandoli in un albero dai due tronchi abbracciati.

Le illustrazioni di Daniela Tieni sono perfette: hanno in sé qualcosa di primitivo e di simbolico. Le figure stilizzate sembrano ombre, i decori che accompagnano in alto il testo sono rumori, spiriti…  qualcosa di onirico ci collega direttamente all’antichità e al mito. Il colori dialogano nello specchiarsi, nell'alternarsi, nello scambiarsi “di posto”.

Una storia da riscoprire.

«A tutto ciò si aggiungevano i volti sinceri e la cura generosa dei due padroni di casa»

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Filemone e Bauci Ovidio - Cristiana Pezzetta (traduttrice) - Daniela Tieni 61 pagine Anno 2022 Prezzo 18,00€ ISBN 9788833701073 Editore Topipittori
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