Ci sono bambini terribili, ma per la maggior parte credo che siano solo bambini vivi. Perché quando si vive, si corre, si inciampa, si piange, si ride, si sente il cuore che palpita in petto (rileggetevi Giusi Quarenghi). Ciù, il protagonista di Ciù e li giorno del grande starnuto è un piccolo, vivo, e quando «starnutiva, (ma possiamo sostituirlo con “correva”, “usciva”, “giocava”…) accadevano disastri». Ciù è un panda, quindi è un cinesino, ma vive in una assolata, calda, americana, cittadina anni Cinquanta. I volumi, i colori, il tratto di Adam Rex ci catapultano in un mondo del quale possiamo percepire le superfici, le masse come toccandole con le mani, si sentono gli odori, le puzze: nel circo io ho percepito un retro profumo di terra smossa, unita a letame, voi no?! E mi è sembrato che il tapiro, nel diner, fosse sudato, no? Si percepiscono le atmosfere: che caldo in biblioteca! In questo spazio si è tentati di perdersi: cosa leggeranno le blatte? E il polpo cosa avrà ordinato? E che animali riconosci? Quello è un narvalo? Ce la farà l’orango a prendere al volo il rinoceronte (Saverio è torturato/entusiasmato da questa tavola)? Tuttavia incombe su tutto una sconosciuta minaccia: i disastri scatenati da Ciù con i suoi starnuti. La mamma, in velina, perle e cappottino verdeacqua, e il papà, in gilet e scarpe che sembrano da bowling, ne sono terrorizzati: «Ti scappa da starnutire?… Ti scappa da starnutire?». Ciù è ESILARANTE e la lettura ad alta voce è la forma di divertimento più consona a questo testo:  «eeh.. eeeh…EEEH… No.». Sfioriamo l’apocalisse diverse volte senza mai intuire cosa possa mai succedere poi, classicamente, quando la mamma si distrae per mezzo secondo, dico mezzo secondo, ecco il piccolo Saverio appropriarsi del monopattino ed abbattere la statua di gesso dei nonni… ah no, scusate stavo parlando di Ciù :) ecco il piccolo panda starnutire e letteralmente radere al suolo mezza cittadina. Neanche fosse atterrata un’astronave di alieni, gli elefanti vengono soffiati via, i treni ribaltati, le barche a remi travolte e risucchiate in turbini di vento. «Ops.»

Le pennellate dell’illustratore segnano l’aria e la corrente ci stordisce.

E un povero genitore che può fare? Punire uno starnuto? È Ciù stesso a ricordarcelo con sorniona insolenza «Però.. Quello sì che era uno starnuto.».

I bambini vivi si scontrano con le statue di gesso e piangono disperati, i bambini vivi amano e si infuriano, i bambini vivi a volte fanno disastri. Neil Gaiman, autore famosissimo e pluripremiato, costruisce una storia universale su uno starnuto, un piccolo particolare, un imprevisto e un incontrollabile gesto, e mette al centro un tenerissimo e impertinente protagonista, un bambino. Niente scuse, niente morali, l’unica possibilità è sdrammatizzare. O forse invece gli autori rivolgono un pensiero diretto e tagliente agli adulti: i pasticci capitano, mettetelo in conto, non è solo una questione di educazione, si inciampa negli imprevisti.

Io amo Ciù e le letture estive sotto l’ombrellone inchiodano il piccolo pubblico che accogliamo tra grosse risate, mimi e urletti.

Da leggere, guardare, ricaricarsi e sorridere di sé stessi. Ironicamente.

P.S. preparatevi perché Ciù sta per andare a scuola…

Ciù e il grande starnuto

Neil Gaiman-Adam Rex

36 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 12,00 €
ISBN: 9788804627418

Mondadori editore
Anobii

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