Tra tutti i libri meravigliosi di Mario Lodi, questa “autobiografia” in racconti naturalistici mi era sfuggita. Editoriale scienza riporta in libreria infatti Il cielo che si muove, in una edizione piacevolmente illustrata da Simona Mulazzani.

Attraverso 15 racconti brevi, Mario Lodi fa immergere i lettori nella sua infanzia, quella degli anni ’20 del '900, quando ancora si faceva il bagno nel mastello che la mamma riempiva con l’acqua riscaldata sul fuoco e il rapporto con le piante del giardino e gli animali del cortile era un rapporto atavico fatto di vita e di morte. Lascia incantati scoprire alcuni misteri naturali attraverso la voce di un bambino di 7-8 anni che vive tra il cortile e la campagna lombarda e che racconta con stupore quelli che allora gli sembravano miracoli: la coda che si stacca dalle lucertole, la migrazione degli uccelli, la vita e la struttura gerarchica dei formicai, le tecniche di caccia del formicaleone. Non siamo di fronte a trattazioni scientifiche, ma a racconti di estati e scoperte dove accanto alle osservazioni del mondo naturale hanno pari peso i gesti e la mentalità contadina del tempo. Le cavolaie splendide farfalle marzoline distruggevano "lievemente" interi raccolti di cavoli e il papà di Mario insegna ai figli a distruggerne le uova. E se le due gatte del cortile mostreranno che il senso di maternità spesso supera la differenza di specie e cresceranno liete un piccolo setter, questo è possibile solo perché lo zio aveva annegato i piccoli gattini. La mamma, depositaria del sapere leggendario della vita dei campi, racconterà le oscure storie che nascevano intorno al terrore dei tuoni estivi, mentre il padre proverà a raccontarne l’origine scientifica.

Lascia disarmati la schiettezza con cui la morte, la violenza, la tradizione si mescolano con lo stupore, l’esattezza delle osservazioni e la vita: cento anni fa forse vi era un rapporto con la natura più feroce, ma forse più leale e più vero.

È una gioia ripercorrere quella vita insieme all’autore: «Le rondini invece costruivano i loro nidi sotto i portici e le travi dei fienili. Molte ritornavano nel vecchio nido lasciato l’autunno prima, lo rimettevano a nuovo, vi covavano le uova, curavano i figli finché erano capaci di volare da soli e riempivano l’estate dei loro voli. Tutto il cielo del cortile era ricamato dai voli guizzanti e spericolati di quegli equilibristi dell’aria». Io le ricordo le rondini nel cortile della casa di campagna dei nonni!

«Nei giorni d’inverno, quando mi svegliavo il mattino, vedevo i fiori bianchi di gelo come ricami sui vetri delle finestre. Allora la mamma mi avvolgeva in una coperta di lana e mi portava giù, in cucina. Mi posava in culla, e da lì vedevo la magia».

«Mio padre torna dalla caccia con la cagna festante: nel carniere c’è una grossa lepre… Vedo che fruga nel corpo della povera bestiola e afferra qualcosa con delicatezza: sono quattro corpicini bianchi… All’improvviso una luce squarcia il buio del mistero. E penso: “Allora non è vero che mi hanno comperato al mercato; si nasce dal corpo della mamma. Allora anch’io…”… Se si nasce dal corpo della mamma mi pare una cosa bellissima. La storia più bella».

Ciò che lega i racconti è proprio questo rapporto quotidiano con la natura che rappresentava un elemento fondamentale dell’esistenza contadina e con la stessa familiarità con cui si racconterebbero episodi della vita con il proprio fratello, così l’autore ci racconta di insetti, pipistrelli, stelle, pioggia, uccelli e fiori.

«In una zona sabbiosa un mattino trovai alcuni cerchi perfetti scavati nella sabbia, a forma di imbuto. Erano vicini e sembravano tanti crateri di vulcani spenti. Chi li aveva fatti?»

La prima persona rende molto intimo il racconto, i frequenti scambi dialogici rendono facile la lettura, così come la brevità dei singoli testi. Le poche ma affascinanti illustrazioni di Simona Mulazzani suggellano la preziosità di questo libricino che sarà il compagno ideale di lettori che, alla fine della seconda elementare, si godranno presto le vacanze (io lo metterò nella lista dei consigli per la scuola del mio Saverio, 7 anni e mezzo).

Un libro che aiuta a riappropriarsi dello stupore del mondo:

«Adesso so molte cose sul fuoco, non è più un mistero; però il mattino, ogni volta che accendola fiammella del gas per farmi il caffè, penso alal scoperta che da piccolo mi pareva una magia e ancora oggi ha il fascino delle cose strane che hanno aiutato l’uomo a scrivere la sua storia, nel bene e nel male».

Il cielo che si muove
Mario Lodi - Simona Mulazzani 

80 pagine
Anno: 2017

Prezzo: 9,90 €
ISBN: 9788873078784

Editoriale scienza editore

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Commenti
18 Novembre 2017
Maria

Gentile Laura, non capisco perché parla di testo educativo, stiamo parlando di letteratura e in particolare di una raccolta di racconti incentrati sui ricordi di un autore ed educatore assai noto. Nel mio post non ho parlato né riflessioni antirazziste né di inclusione… ho però letto il libro e l’ho presentato ai miei lettori: chiunque lo legga saprà bene quando è ambientato e potrà liberamente interpretarlo, scegliere di comprarlo o lasciarlo perdere. Io il mio pensiero a riguardo credo di averlo espresso chiaramente nel post. Grazie per essere passata di qui.

17 Novembre 2017
Laura

Da insegnante mi sento di dire che il testo non ha nulla di educativo.
Primo: i bambini non sono in grado di contestualizzare (e comunque, da nessuna parte è esplicitato che il testo sia ambientato in un lontano passato).
Secondo: il messaggio è allucinante. Vorrebbe essere uno spunto di riflessione antirazzista. Bello. Per metafora, “faccio sparire” i cuccioli “uguali” per accogliere il “diverso” cosa significa? Messaggio terribile e tutt’altro che antirazzista.
Gatti, topi o porcellini d’India poco importa: in questo testo, qualcuno fa fuori gli uguali per sostituirli con il diverso.
Trovo allucinante che un testo del genere sia stato pubblicato. Figuriamoci su un libro di scuola.

17 Novembre 2017
Maria

Cara Cinzia è orribile che succedessero cose di questo genere, ma nessuno passa il messaggio che questo sia buono o che debba accadere. Stiamo parlando di letteratura, in particolare dei ricordi di un autore molto noto e di vaglia. Non vedo come ci si possa vergognare di ricordi che uno ha in mente, l’episodio può invece essere un’ottima occasione per parlarne con i ragazzi.

17 Novembre 2017
Maria

Cara Barbara, siamo naturalmente tutti liberi di condividere, amare od odiare le parole di autori della letteratura. Io trovo che questo testo dia uno spaccato culturale di un mondo che fu, non si tratta di un manuale, ma di letteratura appunto. Con i ragazzi si possono intavolare discussioni appassionanti su questioni spinose e terribili come queste. Se conosci il mio sito, sai benissimo che amo moltissimo gli animali, ugualmente quando scrivo so che la libertà di espressione e la curiosità sono doti che attribuisco ad ogni autore e lettore.

17 Novembre 2017
Cinzia

È ORRIBILE, anzi ORRIBILE che passi il messaggio che si possono far “sparire” cucciolate di gattini. Vergogna.

16 Novembre 2017
Barbara Bazzotti

Non condivido mezza parola: libro assolutamente inadatto ai bambini e da bannare da tutte le scuole italiane. Far passare per “naturale” ammazzare gattini neonati per far posto a un cagnolino, non é di sicuro né la storia né il messaggio che desidero venga dato ai miei figli e nipoti. Se la loro scuola lo adottasse cambierei scuola. Per me questi sono solo grossi errori della pedagogia che credevo ormai del tutto superati e mi stupisce che non sia così.

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