I temporali settembrini portano con loro un po’ di malinconia. È vero che fino al 22 settembre siamo ufficialmente dentro l’estate, ma la pioggia di agosto è una pioggia a cui segue l’afa soffocante di un’estate che brucia, la pioggia di settembre invece lascia un fresco che anticipa le folate gelide e frizzanti dell’autunno. L’ho pensato il weekend scorso mentre scorgevo le gocce che imperlavano la finestra accanto alla quale lavoravo e sono corsa a mettere le calze.

Il libro di oggi parla di un temporale estivo, in montagna. A raccontarlo la voce di Marina Corradi, giornalista e scrittrice, che nel 2011 scrive un romanzo dedicato alla sua infanzia, in particolare ai suoi ricordi delle vacanze che trascorreva tra le Dolomiti: Da bambina. Due anni dopo uno dei capitoli di quel romanzo diventa un racconto illustrato da Chiara Di Palo: La regina del temporale. Il romanzo, che è rivolto agli adulti, è un bellissimo esempio di autobiografia infantile stupita e stupefacente, che i bambini dai 9 anni in su potrebbero apprezzare per l’ambientazione familiare e i ricordi nitidi. I mesi trascorsi tra le valli ampezzane tra gli anni ’60 e i ’70 hanno qualcosa di avventuroso, puro e incontaminato. Le avventure tra il fieno, la lana, gli scarponi, il legno, le candele, i giochi di società, il lavatoio, le sorgenti… sembrano fuori dal mondo, ma in realtà dopo aver trascorso 3 settimane in un paesino sperduto della Val Badia, anche nel 2017 si sente l’eco di un mondo genuino non così lontano. Il racconto illustrato sceglie un episodio emozionante, dedicato allo scatenarsi di un temporale estivo, appunto.

«Io ho sei anni. Sono una bambina di Milano. Questa estate come tutte le estati con la mia famiglia sono in montagna, in un paese delle Dolomiti, sempre lo stesso. Sempre nella stessa casa, da quando ero appena nata. La conosco a memoria, questa casa». Il testo si snoda tranquillo, occupando la pagina destra, i colori sfumati e pastosi si mescolano animando, a sinistra, attimi e sensazioni di una bimba cittadina catapultata davanti alle Tofane, con un tempo completamente vuoto da riempire con la vita. Niente giochi organizzati, niente gite obbligatorie, nessun amico, solo la vecchia padrona Giuditta e la sua casa di legno e mattoni e tanto, tanto tempo libero. Il fienile, pieno di oggetti sconosciuti, a volte dimenticati, comunque vecchi e logori, è la roccaforte del suo regno, l’orto, il prato, la stalla i suoi possedimenti. Grazie ad una felicissima dote descrittiva Marina Corradi tratteggia con intensità i colori e le sensazioni fatte di ricordi conservati con indelebile freschezza: i narcisi non riuscì mai a vederli sbocciare, le api ricordano il traffico milanese, la scopa di saggina crea nubifragi nella vasca gelida del lavatoio…

Dopo esserci immersi nell’ambiente montano, l’avvento del temporale rallenta il ritmo narrativo e conquista il suo spazio con immagini, metafore, colori intensi, rumori taglienti, odori inebrianti. Le frasi di fanno asciutte, incalzanti e poi immobili.

«Poi, cos’è stato? All’inizio, un niente. Un refolo di vento sottile e improvviso nell’aria ferma… Poi tutto torna ardente e immobile. Io giro attorno in cortile, tra il lavatoio e l’orto, irrequieta. Il sole mi scotta le guance; le lenzuola stese a asciugare stamattina sono già asciutte e rigide come cartone». Le nuvole avanzano imperterrite, ingigantite da un lessico prezioso e roboante: «lassù si va allestendo un sabba, un gonfiore rancoroso, un’iradiddio di correnti maligne e moli plumbee. Finalmente una nuvola grassa con la portanza da nave maestra, lambisce il sole e lo oscura». La bambina si rifugia nel fienile e dall'intaglio a forma di trifoglio si gode lo spettacolo prepotente ed irruente del temporale. I sensi si fanno acuti il temporale è penetrante: è l’olfatto ad essere sferzato («un odore vivo di terra»), poi il gusto («respiro il profumo più forte che posso, mi piacerebbe poterlo mangiare»), poi è l’assenza di suoni e poi il fragore del picchiare delle gocce, infine la vista della luce terrea e il buio dell’elettricità che salta. Tutto si fonde in un vortice fragoroso. «La furia del cielo spaventa e sottomette: ci si sente, semplicemente, creature». È un attimo e già si può uscire, saltare nelle pozzanghere, seguire la traccia del passaggio dell’arrogante temporale estivo (un nido è caduto, il giornale è inzuppato, un vetro è spezzato, un vaso è caduto).

«Provo pena per quei bambini protetti e perbene che non hanno un fienile, né un nascondiglio o una finestra a trifoglio… Vive, la mia casa, anche negli angoli bui sotto al tetto; e mi piace coglierne il respiro che torna, dopo che ha trattenuto il fiato nel temporale… È più innocente, il cielo dopo una tempesta. Virginale, sgombro da vapori e umori e profumi voluttuosi di fiori; quieto, nell’odore umile delle zolle fradicie e nere».

Chiara Di Palo, su una carta ruvida, stende acquerelli saturi di colore che si fondono e mescolano in turbini di luce e sensazioni e che colgono con acume il senso del testo.

Una storia lunga che i bambini dai 5 anni seguiranno rapiti, un testo ricco di immagini, viste attraverso lo sguardo terso di una bambina di 6 anni. Finalmente un racconto di montagna intenso, vero, sensuale: per portarsi via, in città, un po’ di quell’atmosfera perfetta che solo le montagne sanno regalare.

Da bambina
Marina Corradi

112 pagine
Anno: 2011

Prezzo: 12,00 €
ISBN: 9788821156175

Marietti editore

La regina del temporale
Marina Corradi - Chiara Di Palo

32 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 15,00 €
ISBN: 9788867081813

Lindau editore

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Commenti
11 Settembre 2017
Maria

Sono contenta di avervi fatto scoprire un libro nuovo!

8 Settembre 2017
GomitoliamoBlog

Grazie tante per il consiglio di lettura. Deve essere un libro meraviglioso, lo leggerò 🙂

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