Gli autori coreani ci hanno abituato - per i pochissimi titoli che arrivano a singhiozzo in Italia - a poche parole e Il segreto della fontana blu di Kyung-Sik Choi non fa eccezione, ma in questi giorni di canicola durante i quali l’immobilità dell’aria si materializza negli ombrelloni stoicamente fermi, anche le parole fanno sudare.

«Le previsioni dicono che questa sarà un’estate strana. La più strana di sempre. Il tempo sarà incostante e fuori dall’ordinario».

Le linee nere intrecciate geometricamente delle illustrazioni tratteggiano un quartiere dove il bianco riverbera la luce abbagliante di un mezzogiorno saturo di calore. Tra i palazzoni squadrati, alveari muti e grigi, una fontana «a cui nessuno presta attenzione»: «C’è chi dice che nei giorni di pioggia si sente l’odore dell’oceano». Queste pressapoco le uniche parole che introducono un testo che si trasforma, dalla seconda pagina, in un silent book. Questa fontana praticamente invisibile a tutti è naturalmente meta preferita di un bimbo e del suo cagnolino che nel caldo di un cielo pesante d’afa diventa forse la speranza di una qualche frescura. E così tra un saltello e una scalata della vasca monumentale un bel giorno il piastrellato intorno alla fontana si frantuma e … una balena sfonda di slancio il terreno, portandosi dietro il bambino ed il suo compagno. La fontana si rivela essere il soffione di questa balena che nel salto solca il cielo per poi ricadere pesantemente nell’oceano, il movimento oscillatorio dal basso all’altissimo del cielo e poi al fondo del mare e poi di nuovo verso il chiarore del sole sopra il pelo dell’acqua, sembra placarsi un’istante quando intravediamo radunarsi altre balene con altri soffioni-fontana. Il gioco sembra animarsi, le balene attraverso i soffioni nebulizzano acqua e giocano a schizzarsi e le particelle sospese colorano l’atmosfera di tenui gocce arcobaleno. In un ultimo salto la balena si reimmerge e il bambino riatterra, ubriaco di gioia, al bordo della fontana, magicamente rinsaldatasi al terreno, sotto una pioggia scrosciante e donatrice di sollievo.

Il ritorno a casa, fradici, ha il sapore del sale sui vestiti e della sabbia (o delle stelle marine) nelle scarpe: «Si sente l’odore dell’oceano».

L’artista coreano gioca con le linee che non sono solo descrittive, ma che creano uno stile ben preciso e particolare: osservate come tratteggia in sequenza l’oppressione del cielo estivo che cala come un pesante manto sul protagonista. In questo bianco e nero che non è mai cupo, ma solo afoso, l’azzurro piatto è una secchiata rinfrescante che colpisce occhi e sensi tanto che quasi assaporiamo il sollievo del tuffo nell’acqua fresca dell’oceano azzurro. Il bianco è usato per illuminare le tavole di quel bianco “ignorante” delle mattinate colme di calore. L’immaginazione è rappresentata come un viaggio solitario a cui ogni soggetto può dar spazio, la fantasia è come un oceano sotterraneo, una risorsa a cui ricorrere ogni qual volta si ha bisogno si squarciare la monotonia della quotidianità. Più che una velleità si concretizza come un bisogno quasi esistenziale: chi non necessita di un tuffo in acqua quando si trova nella morsa del caldo?

Un libro ristoratore. Cercate anche nella vostra città una fontana abbandonata o un luogo che nessuno vede, potrebbe essere il varco, verso un mondo altro.

Il segreto della fontana blu
Kyung-Sik Choi

44 pagine
Anno: 2017

Prezzo: 15,00 €
ISBN: 9788861894273

Terredimezzo editore

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