Il progetto Junior poetry magazine si propone come naturale continuazione del Junior poetry festival, evento dello scorso anno, sotto forma di un periodico con cinque uscite annuali a cui ci si può iscrivere in abbonamento o che si può richiedere e trovare in molte librerie d’Italia. Un modo per portare ed aspettare il festival nella quotidianità.

Il progetto, per come era stato proposto quando era stato lanciato l’invito a sostenere il crowdfunding per la nascita della rivista, si presentava come un prodotto rivolto ai ragazzi (io avevo inteso persino che fosse rivolto a bambini del ciclo della primaria!): tuttavia ora che ce l’ho in mano e l’ho letto ho avuto un’impressione diversa. 

Mi capita di rado di fare delle recensioni spiccatamente critiche, ma in questo caso ho deciso di dedicare del tempo ad argomentare le ragioni per cui da una parte sono entusiasta e do il benvenuto al Junior poetry magazine, che mi sembra un esperimento unico nel panorama letterario per l’infanzia, dall’altra sono perplessa e vorrei offrire alcune osservazioni che spero saranno utili alla redazione per rendere questo strumento sempre più vicino ai ragazzi.

  1. Innanzitutto c’è un problema di definizione del lettore ideale.

Il magazine è corposo e molto ricco di testi e le tematiche affrontate richiedono strumenti critici ma anche testuali che certamente travalicano il ciclo della primaria. La maggior parte dei testi e dei pezzi contenuti nel magazine possono infatti essere definiti testi di approccio critico e, per essere affrontati, richiedono un vasto bagaglio di conoscenze e di interessi.

La trama testuale e sintattica non è semplice né piana: il testo di impianto teorico è spesso privo di esempi oppure utilizza una scrittura tipica del parlato con fenomeni di sintassi marcata o, al contrario, sceglie un’elegante scrittura figurata. Come succede ad esempio in questo passaggio.

«Emily che le ha usate senza ritegno [le parole ndr.], minuscole come gli insetti che raccoglieva morti e infilava dentro le buste dei suoi messaggi al mondo, parole-insetto, tutte zampe e antenne e vibrazioni, la sua forma di viaggio, il suo modo unico di essere senza il fare.»

I termini specifici sono dati per scontati, ma è difficile immaginare che un bambino riesca a comprendere il termine “crociata”, citato nell’articolo di approfondimento dedicato a La crociata dei bambini di Bertolt Brecht.

Anche le tematiche affrontate non sono tutte ugualmente presenti negli interessi dei bambini e dei ragazzi: l’articolo legato alla figura della donna sulla traduzione di Emily Dickinson e Saffo, l’intervista a Davide Tolin sulla soglia dell’infanzia o l’intervista sul nuovo Centro internazionale della poesia per ragazzi toccano argomenti molto adulti e si perde così il legame con i lettori.

  1. Secondariamente è necessaria una riflessione sul rapporto tra testi poetici e testi critici.

Ci sono molte fonti secondarie che il più delle volte travalicano come quantità le fonti primarie (i testi poetici): commenti, contestualizzazioni e discorsi sulla poesia, da un certo di punto di vista prevaricano le poesie stesse. Perché ad esempio non ci sono esempi di haiku – se non in una delle cartoline allegate alla rivista – nell’articolo sugli haiku?

Inoltre il fatto di riportare brani estrapolati dalle poesie o addirittura accostare versi di poesie differenti come se fossero testi unici crea, a mio avviso, molta confusione. Come accade ad esempio quando vengono posti di seguito versi da Passa la pioggia, Tartaruga, Balla sui tacchi e Orca tratti variamente dalle raccolte Mare matto e Fenomenale di Alessandro Riccioni.

Ho trovato anche molto difficile da decodificare la riproduzione di alcune poesie senza uso degli a capi, ma con le sbarre per separare i versi.

  1. Il terzo punto chiaramente da definire è il rapporto con il Junior poetry festival che è citato fin dalle prime pagine.

«C’eri al Junior Poetry Festival? Sì. Ecco quello che devi fare nelle prossime pagine: ricorda, sorridi e sogna! No. Niente paura, leggi le prossime pagine e non potrai più mancare!»

Tuttavia i riferimenti interni danno per scontato i contenuti senza offrire appigli ai lettori che non siano stati presenti. Per non perdere la ricchezza dei riferimenti a quanto successo, perché ad esempio non dotare le pagine di un QR code per poter risalire ai diversi interventi per poterli ascoltare? Altrimenti il magazine per poter camminare con le sue gambe non può citare, senza rendere fruibile.

  1. Osservazioni grafiche

Le scelte grafiche, le font, l’impaginazione testimoniano certamente una conoscenza delle tendenze contemporanee e un desiderio di rendere bello questo magazine, tuttavia l’effetto globale – soprattutto se i lettori sono ragazzi – è confusionario. La grafica prende il sopravvento sull’usabilità. Le pagine che aprono le diverse sezioni, pur avendo un loro stile riconoscibile, non sono sufficienti a tenere insieme e connotare gli articoli che seguono. I titoli si confondono con gli stili delle citazioni e il testo, rendendo poco immediato capire quando comincia un articolo e quando finisce.

Accanto a queste osservazioni, che spero possano essere utili e feconde, voglio aggiungere che ho comunque trovato nel magazine pagine e spazi molto interessanti e belli che risultano sicuramente più vicini a lettori giovani. Ad esempio il poetiquiz sui tipi di poeti, la poesia compostabile, le recensioni e le proposte di lettura – che sono molto incuriosenti – così come il racconto poetico di Mario Pennacchio. Anche le illustrazioni di Ilaria Faccioli sono molto cordiali e schiette nel riferirsi ai bambini, tanto che l’ultima doppia pagina, che chiude il magazine, è diventata, nelle mani di mia figlia di 4 anni, un’occasione di lanciarsi in una “poesia” di pastelli.

La mia impressione è che questo magazine si ponga, nella forma attuale, come uno strumento critico, una risorsa bibliografica preziosa per chi lavora con i ragazzi e per chi si occupa di letteratura per l’infanzia. Un testo da utilizzare e studiare, una raccolta di materiali che possono essere mediati nella proposta della poesia ai ragazzi (dai 10 anni), ma che credo possa rivolgersi autonomamente e nella sua totalità a ragazzi solo sopra i 14 anni.

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Junior poetry magazine. Periodico letterario per giovani poeti AA. VV. 68 pagine Anno 2023 Prezzo 10€ ISBN 9772974800009
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