L’asinello di Maria e la fuga in Egitto è un romanzo che nasce in seno all’esperienza steineriana a firma di Gunhild Sehlin, autrice svedese del primo novecento.

Il romanzo è certamente di matrice religiosa, ma con un importante distinguo da fare: la storia è certamente edificante, ma nello stesso tempo non è didascalica ovvero non ha l’intento esplicito di insegnare qualcosa, quanto piuttosto spingere al bene.

E questo dice di un fondamentale e interessante atteggiamento dell’autrice che ripercorre la storia di Gesù dallo sposalizio avvenuto tra Maria e Giuseppe, che ritroviamo insieme come una coppia di sposi felici all’inizio della narrazione, fino al ritorno a Nazareth con Gesù ormai cresciuto dopo la fuga in Egitto.

Il romanzo è corposo e vede nascere il Bambin Gesù nei primi capitoli, per poi proseguire con l’infanzia di Gesù, con riferimento ai vangeli apocrifi e alle leggende orali che narrano questa parte sconosciuta della Sacra Famiglia.

La focalizzazione del narratore è interna e sceglie gli occhi di un asino, inizialmente pigro e sporco, ma che nella vicinanza con Maria cambierà radicalmente.

L’asinello di Maria è figura spesso preferenziale per raccontare la Natività, testimone di un cambiamento epocale per i cristiani ma che lui stesso testimonia attraverso il suo personale cambiamento da asinello pigro ed egoista ad un umile servo felice.

L’asino, dunque, diventa metafora e anticipazione dei miracoli che avvengono attorno al Bambin Gesù, specchio della mitezza del Salvatore ed emblema della realizzazione umana.

La figura di Maria sull’asino con il suo lento incedere, al nono mese, verso Betlemme è simbolo iconografico spesso scelto come figura per il cammino dell’Avvento: passo dopo passo, un viaggio lento cadenzato verso il Natale stesso.

Il racconto - vi dicevo - ha tratti certamente edificanti: Maria, Giuseppe, lo stesso l’asinello testimoniano una bontà, un candore, un abbandono sereno alla provvidenza disarmante e i miracoli che avvengono attorno a questi personaggi sono quasi incredibili. Briganti convertiti accanto al fuoco, leoni ammansiti nel deserto, uccelli che parlano con le persone, ragni che difendono il neonato con le loro ragnatele…

L’avventura è intrisa di eventi miracolosi eppure quotidiani, il miracolo avviene per ciascuno nella povertà e nella piccolezza della propria vita, così come Dio si prende cura di questa piccola Famiglia, travolta dai marosi della vita. Eppure il racconto non diventa mai fantasioso o magico, anzi la verosimiglianza (l’umanità reale) è assicurata dall'occhio dell’autrice che visse per anni tra la Giordania e Gerusalemme.

«In un angolo della stalla era seduta Maria e intorno a lei, in cerchio, c’erano angeli che cantavano. Gli angeli le si facevano intorno sempre più numerosi, le loro ali si toccavano. Chissà cosa volevano vedere? Avverti un’intensa sensazione di calore. In quel momento un angelo si spostò un poco e l’asino poté vedere: ooh! Maria stava cullando un piccolo bimbo. Allora era nato! Giuseppe aveva perso il bagaglio e stava tirando fuori il fine corredino cucito da Maria. Gli angeli porgevano le fasce Maria, che avvolgeva delicatamente il piccolo. Quando ebbe finito lo sollevò in alto perché tutti lo potessero vedere, poi lo diede in braccio a Giuseppe. Giuseppe lo adagiò sul fieno della mangiatoia. Gli angeli si avvicinarono e iniziarono a cantare. Era un canto meraviglioso e talmente delicato da essere quasi impercettibile»

Le illustrazioni di Lisabetta Gull sono elementari e naïf, certo figlie di un altro tempo.

Se volete ripercorrere in modo molto semplice e con gli occhi incantati la storia di Gesù, questo è un romanzo lungo che si presta a una lettura cadenzata (sono 20 capitoli) che accompagni per tutto l’Avvento fino a Natale e, perché no, fino all’Epifania e poi fino alla festa della famiglia che si festeggia a gennaio.

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L'asinello di Maria e la fuga in Egitto, Natura e cultura Gunhild Sehlin - Lisabetta Gull 216 pagine Anno 2018 Prezzo 14,00€ ISBN 9788895673530 Editore Natura e cultura
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