Nel parlare di Molto molto orso, vorrei avanzare un accostamento che nella mia mente si è reso evidente la prima volta che ho letto questo libro di Guia Risari e Laura Orsolini.

Questo libro infatti crea - a mio parere - uno stupendo dittico con un altro libro edito da Bohem, Maddalena.

In Maddalena, scritto e illustrato da Laura Orsolini, una bambina racconta il suo mondo e la sua quotidianità insieme alla sua bambola: la voce è quella della bambina, ma ben presto ci accorgiamo che il mondo è letto grazie agli occhi della bambola. In Molto molto orso, come in una sorta di specchio complementare invece, è l’orsacchiotto di Giacomo a prendere la parola, ma in fondo i pensieri, il viaggio e la trasformazione sono tutti di Giacomo. 

Il giocattolo, il pupazzo, l’oggetto transizionale in queste storie diventa protagonista attivo nella grande avventura della crescita e se in Maddalena rappresenta la possibilità di diventare grandi insieme e senza paura, in questo albo illustrato Bobo, l’orsacchiotto, permette a Giacomo di essere se stesso. 

«Bobo era un orsacchiotto semplice e affettuoso che viveva con un bambino a cui voleva molto bene. Il bambino di chiamava Giacomo. Anche lui voleva bene a Bobo, ma gli sarebbe piaciuto avere molti più giocattoli e compagni di gioco e storie e sorprese»

Bobo consapevole di questo desiderio del suo compagno di giochi pianifica di trasformarsi per far divertire il suo bambino: il giorno dopo si veste da leone, ma la criniera non è abbastanza folta e Giacomo ride a crepapelle. Giorno dopo giorno Bobo cerca di cambiarsi in qualcos’altro, scatenando il riso del bambino, perché ogni trasformazione è un po’ monca: al toro cascano gli zoccoli, alla zebra manca la coda, il canguro ha la tasca nel posto sbagliato… L’orsacchiotto sembra mortificato dalle risate del bambino, perché le legge come una presa in giro, quello che invece noi vediamo è un bambino divertito e coinvolto nel gioco fin nel profondo. Così quando alla fine Bobo decide di fare solo l’orso fino in fondo, ecco sappiamo che Giacomo è ebbro di felicità.

La narrazione, dunque, sebbene delegata al pupazzo ci mostra il mondo immaginato e giocato dal piccolo Giacomo (i risguardi ce lo suggeriscono chiaramente!) che un giorno vuole viaggiare in Spagna alla corrida e un altro esplorare gli oceani accanto ad una balena e un altro saltellare sui cuscini come un canguro… ma in ogni situazione ciò che assicura la sicurezza e il divertimento gioioso è proprio la presenza del suo compagno Bobo. 

Questa consapevolezza di poter essere ogni cosa insieme a qualcuno che ti vuole bene è esplicitata chiaramente sul finale: «capì quella sera che Bobo era davvero un orsetto speciale. Un po’ leone, un po’ toro, un po’ balena, un po’ zebra… ma soprattutto molto molto orso»

Questo dialogo che sconfina nella proiezione del proprio “io” è molto interessante, perché nella sua profondità lascia libero il bambino lettore di scegliere e interpretare la storia, permettendo a Bobo di trasformarsi o implicandosi personalmente nella possibilità di una trasformazione: puoi essere tutto quello che vorrai, anche tu!

Le illustrazioni, dallo stile un po’ retrò e l’impaginazione incorniciata in tondeggianti sequenze o sfumata, allontanano e rendono iconica la narrazione.

Viva l’immaginazione, viva i giocattoli amati, viva il gioco che fa sperimentare le potenzialità infinite del proprio essere!!

Per bambini dai 3 anni.

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Molto molto orso Guia Risari - Laura Orsolini 32 pagine Anno 2020 Prezzo 15,50€ ISBN 9788832137118 Editore Bohem
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