Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio

Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio

Le avventure di Pinocchio sono senza dubbio un testo che ha fatto la storia della letteratura per l’infanzia in Italia e la storia dell’italiano, che proprio grazie al burattino fiorentino ha fatto un passo verso la libertà di espressione e il parlato. 

Carlo Collodi - Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

Carlo Collodi – Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

Ma chi conosce davvero Pinocchio? 

Carlo Collodi - Minalima, Pinocchio, L‘ippocampo

Carlo Collodi – Minalima, Pinocchio, L‘ippocampo

La conoscenza delle avventure e disavventure del burattino passano purtroppo spesso per la mediazione disneyana che ha ridotto ed estremizzato in termini moralistici una storia che, oltre ad uno sfondo educativo, è un concentrato di fantasia, libertà, irriverenza davvero inimitabili. Scritto nel 1883, Le avventure di Pinocchio nasce come testo per i ragazzi, ma segna un punto di non ritorno nelle storie per l’infanzia. I modelli letterari fino ad allora tendevano a rivolgersi ai bambini con toni adulti e paternalistici, concentrando nelle trame modelli di comportamento e personaggi esemplari con l’esplicita finalità di plasmare i bambini. Collodi interpreta questo modello testuale e lo innerva di una fantasia immaginabile: su un canovaccio che mantiene la finalità educativa (anche per Pinocchio il motore narrativo rimane il “diventare un bravo bambino” e il cardine intorno a cui tutto si muove è la scuola), quello che fiorisce è impensabile per la fine del XIX secolo. Lumache estenuanti che fanno le governanti, giudici scimmioni, mostri marini pescatori, civette dottori, conigli becchini, ragazzi che si trasformano in asini e faine contrattatrici, fate dal volto di bambine morte e pappagalli che ridono facendosi il solletico.

Carlo Collodi - Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

Carlo Collodi – Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

La trama

Carlo Collodi - Minalima, Pinocchio, L‘ippocampo

Carlo Collodi – Minalima, Pinocchio, L‘ippocampo

La trama della trasposizione Disney è a dir poco impoverita: manca la quasi totalità dei personaggi e degli episodi. A partire da Mastro Ciliegia e il suo ceppo, Pinocchio fa un viaggio esplosivo, un percorso di formazione, ma non mediato dal politically correct: farà il cattivo per davvero e per davvero diventerà un bambino in carne e ossa.

Per dire: appena ha le gambe, Pinocchio scappa da suo padre Geppetto che finisce in prigione perché incolpato (ingiustamente) di essere violento con il burattino…

E il Grillo Parlante? Al capitolo 4 viene spiaccicato sulla parete. Il Merlo Bianco che prova a dare un consiglio al burattino scavezzacollo finisce direttamente mangiato dal Gatto.

Tra fughe, piedi bruciati, perdoni paterni, ripensamenti, sacrifici (il povero Geppetto non è un artigiano benestante nel romanzo, ma un povero in canna…), nuove fughe, campi miracolosi in cui crescono monete, impiccagioni, morti, medicine e becchini, visite a città rinomate come (Acchiappa-citrulli e il paese delle Api industriose), tribunali e prigioni, serpenti giganteschi che muoiono dalle risate e tagliole per faine, voli su colombi giganteschi e risse furibonde, cani salvatori e vestiti fatti di sacchi di lupini, circhi e asini a pronti per essere scuoiati, pesci mangiacarne e giganteschi pescicane la storia di Pinocchio rimane tutt’altro che scontata anche agli occhi dei moderni lettori.

La ricchezza di scorci, personaggi, avventure… lascia senza parole. Mangiafoco, moderno orco, ha il cuore buono in fondo ci credereste? 

«Il burattinaio Mangiafoco (ché questo era il suo nome) pareva un uomo spaventoso, non dico di no, specie con quella sua barbaccia nera che, a uso grembiale, gli copriva tutto il petto e tutte le gambe; ma nel fondo non era un cattiv’uomo. Prova ne sia che quando vide portarsi davanti quel povero Pinocchio […] principiò subito a commuoversi e a impietosirsi; e dopo aver resistito un bel pezzo, alla fine non ne potè più, e lasciò andare un sonorissimo starnuto»

Carlo Collodi - Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

Carlo Collodi – Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

Il Can-barbone è un cocchiere in gran livrea e quella che siamo abituati a chiamare “fata Turchina” è invece una figura a metà tra la vita e la morte.

«“Sono morta anch’io… Aspetto che la bara venga a portarmi via”»

La cifra che strabilia gli occhi e le orecchie del lettore e che pone Pinocchio nella reale dimensione dei ragazzi è il cambiamento: tutto cambia e si trasforma continuamente in Pinocchio. Cambiano le idee, le convinzioni, la forma (i mutaforma di harrypottiana memoria contano celebri antenati!), lo stesso confine tra la vita e la morte, il giusto e l’ingiusto si sposta. Tutto è in via di definizione, ogni conquista è un pensiero in più che Pinocchio ferma nella sua esperienza. Pinocchio è burattino e poi cane da guardia e poi pesce e poi bambino, un asino da circo e infine un figlio praticamente adulto.

Carlo Collodi - Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

Carlo Collodi – Lorenzo Mattotti, Pinocchio, Bompiani

La lingua

La lingua è la vera scoperta di Pinocchio: uno dei primi esempi di lingua parlata conquista da subito i lettori/scolari fineottocenteschi con i suoi dialoghi non più paludati e falsi, ma piuttosto schietti e convincenti.

«dimenticandosi lì sul tamburo, vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo, ne mangiò a strippapelle…».

Pensate che molti modi di dire che pronunciamo con spontaneità sono nati proprio tra le righe di questo romanzo!

Carlo Collodi - Minalima, Pinocchio, L‘ippocampo

Carlo Collodi – Minalima, Pinocchio, L‘ippocampo

Pinocchio è ironico, sottile, sorridente:

«Per me gli assassini sono stati inventati apposta dai babbi, per far paura ai ragazzi che vogliono andar fuori la notte […] Anderei loro sul viso, gridando “Signori assassini, che cosa vogliono da me? Si rammentino che con me non si scherza! […] Caso poi che fossero tanto ineducati da non volere scappare, allora scapperei io, e così la farei finita…»

Le iperboli infantili si intrecciano con immagini della quotidianità con leggerezza

«Dopo una corsa di quindici chilometri, Pinocchio non ne poteva più…»

«correre come un capriolo; colla lingua fuori e col fiato grosso, come un cane da caccia…»

Oggi il lessico che sconfina nel dialetto, parrà forse ricercato, ma allora i ragazzi riconoscevano in questa parole gli oggetti e le espressioni della loro quotidianità.

Edizioni

Scegliere tra le edizioni oggi non è un problema perché il testo è stato filologicamente fissato dalla Fondazione nazionale Carlo Collodi, con il patrocinio dell’Accademia della Crusca. La scelta può dunque orientarsi su edizioni economiche o lussuose senza che lo spirito del testo venga pregiudicato.

Vi consiglio però due edizioni strabilianti: quella di Lorenzo Mattotti e quella dei Minalima.

Del primo volume di Bompiani colpiscono le atmosfere che l’artista sa destare nell’interpretare quasi visceralmente le parole di Collodi. Il testo è avido di descrizioni, soprattutto dei luoghi, eppure Lorenzo Mattotti porta la Toscana verace tra le pagine di questo capolavoro. I personaggi sono ritratti con vividezza mai accondiscendente: i bozzetti, le prove e le tavole finite si alternano, in uno zibaldone di immagini meravigliose. Le luce, i bianchi e i neri e la tecnica illustrativa dona una percezione di movimento costante delle superfici e presi dalle funamboliche scorrerie del burattino il lettore si trova a respirare tra i filari di cipressi e i pini marittimi, rimanendo quasi incantato al frinire delle cicale. 

In appendice le parole di Grazia Gotti sapranno essere molto più precise di me a riguardo del lavoro illustrativo.

L’edizione a cura dei Minalima accusa – a mio avviso – la non condivisione culturale: l’Italia è assente da questo testo, in favore però di un’interpretazione teatrale davvero magnifica.

Il mondo di Pinocchio è ricostruito all’interno di un universo immaginario teatrale: le animazioni prendono vita in veri e propri scenari tridimensionali. Ogni trovata immaginifica dell’autore toscano prende vita in complessi e coloratissimi scorci, che in maniera prepotente invadono le pagine, quasi tutte le pagine. Un’edizione che certo paga il tributo all’iconografia disneyana – almeno in parte – ma che deve fare i conti con tutti l’universo sconosciuto al film e che interpreta in modo originale e pirotecnico.

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Le avventure di Pinocchio. Carlo Collodi visto da Lorenzo Mattotti Carlo Collodi - Lorenzo Mattotti 296 pagine Anno 2019 Prezzo 35,00 ISBN 9788845296222 Editore Bompiani
Le avventure di Pinocchio Carlo Collodi - Minalima 288 pagine Anno 2020 Prezzo 29,90 ISBN 9788867224937 Editore L‘ippocampo
Commenti
9 Settembre 2020
Maria

In lettura condivisa assolutamente sì.

7 Settembre 2020
Valeria

Lo consigliereste per la seconda della Primaria?

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