Per ragioni personali, sono molto legata alla Cina: mi appassionano la sua storia, la sua cultura, la sua letteratura e seguo con interesse il fervore intorno alla letteratura cinese per l’infanzia. Da quest’anno, quindi, oltre a presentare gli illustratori italiani che saranno protagonisti della Bologna Children’s Book Fair, ho riservato uno spazio anche agli illustratori cinesi.

Tra i protagonisti della prossima mostra degli illustratori della Bologna Children’s Book Fair troviamo Yingda Dong.

→ Potete seguirlo attraverso Instagram e andare a curiosare nel suo sito.

In attesa di vedere le sue tavole esposte alla mostra degli illustratori, ecco cosa ha risposto alle nostre brevi domande. Grazie!

Yingda Dong

Yingda Dong

1) Che cosa significa per te illustrare?

Non mi considero un illustratore, ma piuttosto un artista o un creatore di immagini. Quando lavoro a un lavoro di illustrazione, il testo e il contenuto mi forniscono il contesto per fare delle scelte rispetto alle mie tecniche di disegno e per elaborare il mio linguaggio visivo. Il testo mi aiuta anche a capire come comunicare con il pubblico, non solo attraverso ciò che viene descritto, ma anche attraverso un livello di narrazione aggiuntivo a quello del testo. Questo livello di narrazione proviene da esperienze e pensieri personali, e per questo lo trovo l’aspetto più divertente del mio lavoro di “illustratore”.

2) In che modo lavori?

Quando lavoro a un albo illustrato, di solito inizio con una raccolta di materiali visivi legati alla storia. Possono provenire da film, opere d’arte o dalle mie esperienze di vita quotidiana. Poi cerco di tradurre questi materiali attraverso il mio vocabolario visivo in schizzi o disegni dal vero. Attraverso questo processo esploro la combinazione di soggetti e tecniche adatti al progetto. Di solito non “disegno” gli storyboard, i personaggi e gli sfondi di un albo illustrato, ma piuttosto “scelgo” le immagini giuste attraverso ciò che ho creato nel processo di esplorazione. Infine, inizio a produrre l’immagine finale. Il processo di produzione di un disegno per un albo illustrato non è così spontaneo come quando disegno liberamente, quindi cerco sempre di esplorare modi per mantenere questa sensazione di libertà anche quando lavoro a un albo illustrato. A volte lascio una parte dell’immagine in cui posso discostarmi un po’ dallo storyboard e improvvisare, altre volte faccio un collage dei miei schizzi in Photoshop per creare l'immagine finale. La ricerca sui metodi di disegno è sempre uno dei miei maggiori interessi nel processo creativo.

3) Che cosa ami del lavoro che hai portato a Bologna?

Le tavole  selezionate per la mostra degli illustratori alla Bologna Children’s Book Fair sono tratte dal mio nuovo libro illustrato, Il viaggio di Matisse (马蒂斯的旅行). Questo libro è stato realizzato in occasione della prima mostra personale di Henri Matisse organizzata dall’UCCA Center for Contemporary Art. Realizzare questo libro mi ha dato l’opportunità di studiare, selezionare e integrare diverse esperienze e stili artistici di Henri Matisse con la mia espressione visiva, il che è stato un viaggio di ricerca artistica anche per me.

 

4) C’è un albo illustrato che ti piace particolarmente e che vorresti far conoscere ai lettori italiani?

Uno degli autori che mi ha maggiormente influenzato è Jean-Jacques Sempé. Il mio libro preferito è Luxe, calme & volupté. A una prima letture le sue opere mi colpiscono sempre per il grande umorismo. Poi, dopo qualche tempo, torno a guardarle di nuovo, con un’altra prospettiva, ed è allora che si manifesta un nuovo livello di sentimenti nel suo lavoro. Di solito, quando guardo un libro illustrato, mi interessa innanzitutto che i disegni mi attraggano ma, con il lavoro di Sempé, mi dimentico sempre di quanto siano belli il disegno, le tecniche e lo stile... non è più importante. Conta solo quanti sorrisi e momenti toccanti mi regala.

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