Tenetevi forte: pronti, partenza, via! Partiamo per un viaggio alla scoperta di un capolavoro (non sto a elencarvi la quantità di onorificenze ricevute…) che, temo, difficilmente vedremo in Italia ma che vi lascerà a bocca aperta.

La storia è quella di un viaggio in treno e di un Paese, un Paese che a differenza della nostra Italia è profondamente orgoglioso della propria storia, dei propri uomini e di ogni opera fatta dalle mani di qualcuno: anche delle sue strade.

«Here is a road made for crossing the country, a new road of rails made for people to ride». Quella narrata è la storia di un viaggio sulla Union Pacific Railroad: quell’opera imponente che il 10 maggio 1869 fu in grado di collegare per la prima volta una costa americana all’altra (da Omaha a Sacramento) con un viaggio di soli 4 giorni, contro i quasi sei mesi che si spendevano fino al giorno prima.

Mentre sfogliate la prima volta il lavoro di Brian Floca, autore e illustratore texano, tenetevi la mascella, rischierà di cadervi :D: le immagini sono grandi, sono vicine, sono imponenti, strabordano oltre il limite della pagina (molto americane!), ma nello stesso tempo sono minuziose, precise, filologicamente e storicamente ineccepibili (in fondo al testo viene raccontato il lavoro, sì il lavoro di studio imponente che c’è dietro!), le prospettive ardite fanno sbirciare i lettori al di fuori del finestrino del treno in corsa, gli scorci paesaggistici ci catapultano indietro nella seconda metà dell’Ottocento. Quest’albo è un resoconto storico, è un libro sui treni, ma è anche una storia che l’autore sceglie di raccontare attraverso gli occhi del primo sparuto e sognante gruppo di viaggiatori, e attraverso i suoni, i rumori e gli odori che via via segneranno lo svolgersi di questo viaggio epico.

Il testo alterna notizie storiche e tecniche in maniera ben dosata (ecco il brakeman, il fireman, l’engineer, e naturalmente il conductor; nella locomotiva ci sono la Johnson bar, il whistle e la throttle lever) alla narrazione del viaggio attraverso le vicende delle persone («It’s a dollar for dinner, and twenty minutes to eat it – don’t waste time! If the chicken tastes like prairie dog, don’t ask why»), ma anche attraverso il treno stesso («clang-clang! clang-clang! clang-clang! … hissss … huff huff fuff!»).

Non c’è millimetro della pagina che non sia pensato e questa cura coinvolge anche la forma del testo, il suo aspetto e la sua disposizione: se siete appassionati di lettering troverete pane per i vostri denti!

La linea sottile e gli acquerelli sono vibranti e illuminanti, gli studi rigorosi intorno ai treni ottocenteschi offrono tavole strabilianti, per colori e texture; le capacità illustrative dell’autore colpiscono per la naturalezza con cui riesce a tratteggiare i più piccoli particolari dei treni (fino ai bulloni), ma anche per l’espressività che regala ai suoi personaggi, agli spazi, agli animali. Un’illustrazione nuova, pulita, gentile e appassionante.

Gli eroi del nostro libro sono il treno, le vaste prateria americane, gli immigrati, uomini sconosciuti ma con il piccone in mano, ma anche i due piccoli bambini in viaggio verso il loro papà, fatto che innesca il coinvolgimento del bambino.

Saverio passa ore a sfogliarlo, come fa con molti albi di macchine di ogni genere, ma la novità è che ne richiede la lettura perché la storia lo ha appassionato (la prima lettura è un po’ ostica, perché il testo è lungo e a volte i termini sono specialistici, ma non scoraggiatevi, ora noi lo leggiamo tranquillamente!). Facciamo i rumori, guardiamo estasiati gli scorci di paesaggi e poi ci perdiamo a guardare

Non saprei a chi non consigliarlo: quest’albo è un’opera d’arte e un’opera storica insieme, ma così genuinamente pensato anche per i bambini che vi stupirà.

Locomotive
Brian Floca

64 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 17,99 $
ISBN: 9781416994152

Simon and Schuster editore
Anobii

 

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Commenti
3 Settembre 2015
Maria

Grazie di essere passata anche di qui! 😀

3 Settembre 2015
Diara

Ecco aggiunto alla lista dei desideri. Sono sicura che mi ricorderà quando leggevo la casa nella prateria.

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