Intorno a casa abbiamo un orticello, un rigoglioso orticello. Si potrebbe pensare che in Brianza l’eccezione sia il contrario, invece mia suocera, con giustificato orgoglio, mi ha sempre raccontato che alle elementari i suoi figli erano gli unici a riconoscere le coste :)

Io come una milanese-da-manuale ho stentato per mesi a capire che “sì il sedano ce l’abbiamo nell’orto”, che “quelle sono verze e questa è rucola”, che le zucchine pizzicano, che il prezzemolo è molto simile al sedano e all’insalatina, ma è DIVERSO.

Le fragole sono state la mia unica soddisfazione: riconoscibili e di facile raccolta :)

Saverio mi ha battuto nel pollice verde ancora prima di incominciare la gara: da che è stato capace di camminare, con la sua carriolina ha iniziato a “raccogliere” insieme al nonno pomodori, peperoni, fragole e ogni ortaggio incapace di sfuggire alle sue adorabili manine (tradizionalmente i frutti acerbi che raccoglie trascorrono settimane, in fila sotto il sole appoggiati su una ringhiera, sperando di maturare staccati dalla pianta). Il nonno dopo aver rischiato un embolo, ha optato per lasciar correre e forse sabotare la carriola, ma il pargolo non ha fatto un plissé :)

A questo si aggiunga che quest’anno il progetto educativo svolto alla scuola materna è Dalla terra … profumi, sapori e colori: così ho provato a proporre a Saverio un albo completamente fuori dagli schemi, ma a tema: Inventario illustrato dei frutti e degli ortaggi.

La struttura del libro in sé è molto adulta: le illustrazioni di Emmamuelle Tchoukriel sembrano disegni naturalistici usciti dalle cartelle di qualche esploratore del XIX secolo, mentre Virginie Aladjidi correda il catalogo di vegetali tramite indicazioni tassonomiche che potrebbero essere tranquillamente estrapolate da qualche trattato di botanica.

Nella prefazione è spiegato tutto con chiarezza: dall’uso del termine «frutto», all’organizzazione interna del libro «in base al colore, per il puro piacere degli occhi», dalle dimensioni delle riproduzioni all’uso del latino. Si specifica che cos’è «ortaggio» e cosa invece «verdura», si parla di drupe, agrumi e funghi (una scelta, quella di inserirli, a mio parere poco sensata). Si parla anche dell’illustratrice, del suo tratto a china e della delicatezza dei suoi acquerelli. Insomma una prefazione accurata, ma che interessa più i grandi che i piccoli.

Quel che non si dice, ma che si può solo intuire, è che la realizzazione di questo catalogo è molto viva, delicata ma pulsante di vita.

La precisione scientifica nelle riproduzioni di trame, pieghe, consistenza offre agli occhi dei bambini, abituati a illustrazioni diverse (non meno né più belle, ma diverse), un’occasione per vedere in immagini “antiche”, cose nuove, particolari sconosciuti o tralasciati (la pellicina della clementina, la trama a pois del pompelmo…).

La struttura naturalistica antica si ritrova nelle cornici, negli sfondi bianchi che fanno emergere i contorni con nettezza, nella nomenclatura dei soggetti e nella numerazione progressiva delle tavole. Tuttavia l’antico è reso moderno, mantenendo la naturale ed equilibrata armonia della pagina. Le cornici cambiano colore seguendo il mutare cromatico dei soggetti, gli elementi descrittivi e di accompagnamento (già comuni nelle tavole tassonomiche antiche) spesso sconfinano oltre la cornice o la usano come supporto, evitando il rischio di fissità dell’illustrazione. La scelta di organizzazione cromatica alleggerisce molto la fruibilità del testo e permette accostamenti inediti, ma che hanno la forza di rimanere impressi: il caffè (rosso) precede il peperone. Anche gli elementi accessori (con qualche problema di prospettiva, a volte) offrono spunti di riflessione curiosa, ma che colpiscono i bambini: l’arancia e il colore arancio, il kiwi (frutto) e il kiwi (uccello), il topino e i cereali (cibo)…

I testi sono molto semplici e descrittivi, il contenuto è prevalentemente scientifico, ma non disdegna anche note più enciclopediche «insalata deriva dal latino sal, cioè il sale: infatti la si gusta salata». Naturalmente non è il libro che si legge tutto d’un fiato, ma devo dire che Saverio ha richiesto e ascoltato con interesse le didascalie che accompagnavano l’ortaggio di volta in volta indicato, gloriandosi di nozioni prima sconosciute.

Abbiamo scoperto con grande stupore che le lenticchie, di cui conosciamo solo i semi, crescono in baccelli simili a ravioli, che il cioccolato deriva da chicchi bianchi e che il baccello di vaniglia che usiamo per le torte all’inizio è verde.

Saverio ha sfogliato le pagine con interesse molte volte, e ci siamo fatti domande sui frutti e le verdure “veri” («le foglie del cavolfiore sono viola?»). Inoltre il libro è un validissimo supporto per disegnare, anche se noi non lo abbiamo ancora usato.

Apprezzo che ci siano anche libri così nella nostra libreria: libri di cui ami sfogliare le pagine, in solitudine, per guardare e scoprire qualcosa, ammirando il bello e desiderando accarezzare quella peluria del frutto dell’anguria che già ti sembra di sentire sotto le dita.

Inventario illustrato dei frutti e degli ortaggi

Emmamuelle Tchoukriel Virginie Aladjidi 
80 pagine
Anno: 2011

Prezzo: 12,00 €
ISBN: 9788896968352

Ippocampo editore
Anobii

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