Se intravedrete la copertina dell’ultimo albo illustrato di Michele Rocchetti non potrete certamente far finta di niente. Il giovane illustratore marchigiano dà forma ad un racconto di Daniele Movarelli che si intitola Quellilà, e da una copertina in total black dei curiosi occhi viola attireranno l’attenzione di chiunque li incroci: guardano a lato, guardano Quellilà.

«Quellilà erano i nostri vicini da sempre. Nessuno di Noi però li aveva mai visti. Perché loro vivevano di là. E Noi di qua. Si diceva che avessero un aspetto orribile. E che fossero cattivi. Tanto cattivi che nessuno era mai andato di là per paura di incontrarne uno»

Si apre così il racconto, tutto in prima persona plurale, mentre una tavola riccamente colorata ci mostra una famiglia lietamente raccolta intorno ad un tavolo, ma alla finestra si intravedono…

Quellilà sono una presenza che percorre misteriosamente le pagine, non li vediamo, non sappiamo niente di loro, sappiamo solo che ci sono, eppure, per chi ha letto Sentinella di Fredric Brown, rimane come un’impressione lontana di straniamento.

L’unico che, secondo la memoria collettiva, aveva incontrato Quellilà era il vecchio saggio (?) Marricordo, nomen omen, e la sera, forse nel fienile, quando le famiglie si raccoglievano a lavorare al caldo e in compagnia, l’anziano raccontava «che avessero un milione di denti, una pancia enorme e le gambe corte», mentre ombre paurose coloravano l’immaginario di coloro che ascoltavano.

Poi un giorno una terribile notizia iniziò a viaggiare di bocca in bocca: «Quellilà vogliono attaccarci… hanno costruito una catapulta per lanciare di qua procioni inferociti». La curiosa forma scelta per l’attacco non sembra insospettire nessuno: in fondo Quellilà possono fare qualsiasi cosa.

«Quella notte dormimmo all’aperto, faceva freddo ma ci sentivamo al sicuro. L’unica cosa che vedemmo volare furono le zanzare… ma non credo che fossero mandate da Quellilà»

La voce narrante, forse quella di un bambino, descrive la vicenda, ma nel realismo infantile ci mette di fronte al paradosso dell’insensatezza, pur senza esprimere alcun giudizio.

Il giorno dopo, la minaccia assume un’altra forma: «Quellilà hanno addestrato talpe giganti per scavare tunnel e prenderci di sorpresa da sottoterra». Ancora una volta i cittadini si adoperano per difendersi, trasferendosi sugli alberi. Di talpe, manco a dirlo, nessuna traccia.

«Marricordo dice che Quellilà vogliono attaccarci dall’alto volando appesi a dei trichechi gonfiati a elio». Il re decide di costruire una torre che accolga tutti e che possa essere l’avanguardia della difesa: «ci arrampicammo per affrontare la grande battaglia. Per la prima volta ci saremmo trovati faccia a faccia con Quellilà»

La notte trascorre in un clima di ritrovata familiarità, c’è chi dorme, chi gioca a carte e chi guarda la televisione.

«Alle prime luci dell’alba, stupiti notammo che proprio di fronte a Noi, oltre le mura, c’era un’altra torre…. e sulla torre, attoniti e assonnati, vi erano altri come Noi…. E fu allora che tutti insieme, Noi e loro, gridammo contemporaneamente: Ecco Quellilà!!»

Questa storia affronta il tema della paura del diverso con ironia e assurdità, mentre l’utilizzo della prima persona plurale include i lettori nelle dinamiche narrative, lasciando a ciascuno l’occasione di interrogarsi: alla fine, in modo significativo, «Quellilà” diventeranno loro, acquisendo forse una parte di umanità. Il moltiplicarsi di dialoghi, riproduce il meccanismo diabolico della diffusione delle voci  e nello stesso tempo rende il testo ideale per la lettura animata. Michele Rocchetti illustra tavole di rara bellezza: uno stile inconfondibile fatto di volumi geometrici e colori tagliati al vivo, dove non c’è posto per il bianco e tutto è colore. Lo stile mixa citazioni artistiche che nascono in tempi diversi, moderni e antichi, tra Hieronymus Bosch e i futuristi, tra castelli rinascimentali e strilloni newyorkesi, creando uno spazio storico e nello stesso tempo fuori dal tempo. La bidimensionalità sfonda la pagina attraverso la sovrapposizione di piani e il gioco dei piccoli (lontani) e grandi (vicini) e le tavole apparentemente immobili prendono vita grazie alla determinatezza delle linee curve e dritte.

Una storia pregevole e illustrata in modo unico che ha molto incuriosito il mio 7enne e che riesce attraverso il paradosso dello specchio a raccontare una grande verità: il pregiudizio impedisce di vedere la realtà.

Quellilà
Daniele Movarelli - Michele Rocchetti

28 pagine
Anno: 2017

Prezzo: 15,00 €
ISBN: 9788859238348

Il giralangolo editore

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9 Luglio 2019
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