Quando un accadimento emerge nel corso ininterrotto della storia, di per sé ha delle caratteristiche che lo rendono unico e significativo. Quando lo stesso accadimento viene ritenuto degno di essere raccontato ai bambini, lo è ancora di più.

Non vorrei trascinarvi nel vortice dei miei pensieri che sull’argomento si sono scatenati (eventi storici, storia della cultura, Le Goff etc.), vorrei però raccontarvi di come quest’estate una storia vera ci ha incantati e intrigati, facendoci vagare tra labirinti ed enigmi e di come questa sia stata un regalo impensato che già era custodito in un libro.

Eravamo a Bressanone e incuriositi da un’installazione nel Giardino Vescovile (Il labirinto dell’elefante) ci interessammo, quello che scoprimmo fu veramente sorprendente. Un labirinto di mais, costruito per l’occasione, ci ha dato l’occasione di scoprire una storia memorabile che ha segnato per secoli l’immaginario della popolazione di quei luoghi e giungeva fresca e forte del sua eccezionalità fino a noi. La storia, raccolta per la prima volta in un albo illustrato per bambini nel 1984 e riproposta oggi in una veste identica all’originale, si intitola Soliman l’elefante: «Questa è la storia dell’elefante Soliman. Nel 1551, Soliman intraprese un lungo viaggio verso Vienna, partendo dalla Spagna e attraversando l’Italia, Il Tirolo e l’Austria. Ovunque passasse, veniva ammirato ed acclamato. Ancora oggi, i nomi di tanti alberghi lungo il percorso che fece ricordano il suo passaggio». Questa è la storia che pannello dopo pannello e pagina dopo pagina abbiamo scoperto e letto insieme, questa è la storia che ci ha appassionato!

«C’era una volta un principe di nome Massimiliano…».

La narrazione ha un impianto tradizionale, senza colpi di scena esilaranti o dialoghi forzatamente divertenti, come a dire: non c’è niente da aggiungere, ciò che è successo è strabiliante senza effetti speciali. La storia, dunque, vuole che Massimiliano II d’Asburgo dovesse convolare a nozze con la principessa Maria di Spagna , figlia di Carlo V, in un momento molto delicato della situazione politica austriaca: i Turchi infatti assediavano Vienna e l’imperatore Ferdinando temeva il peggio, pur contando sulla lealtà ed il coraggio del popolo tirolese, perché Soliman, il condottiero turco, era universalmente riconosciuto come spietato ed acuto. È in questo clima teso che Massimiliano e Maria si unirono in Spagna in un sontuoso matrimonio ed è proprio durante i festeggiamenti, organizzati per la novella coppia di sposi, che il regalo del re del Portogallo entrò nella storia come il più ingombrante e curioso: era un elefante. Nessuno aveva mai visto un elefante e potete dunque immaginare lo stupore: «Per la gioia, Massimiliano scivolò giù dalla sella … “Questo elefante porterà il nome di Soliman… Con il mio elefante Soliman caccerò il turco Soliman insieme a tutti i turchi. Il mio elefante diventerà così un eroe e mio padre Ferdinando, lo proclamerà cavaliere. Cavaliere-elefante Soliman”». La storia però prenderà una piega differente e la vera avventura sarà quella che l’elefante vivrà insieme a Massimiliano e Maria, affrontando il periglioso sentiero di ritorno a casa. «Era autunno e l’inverno era quasi alle porte» eppure nulla bastò a trattenere Massimiliano lontano dal suo popolo e, imbarcati la regale moglie, i vestiti, i doni e naturalmente Soliman elefante, iniziò il suo viaggio verso l’Austria. Non accadde nulla di straordinario, ma in realtà tutto lo fu: Soliman dovette attraversare il mare in barca, pianure e città, valli e dirupi, montagne e burroni. Fu nei pressi di Bressanone che «l’elefante scivolò e precipitò. Se non ci fossero state le rocce sarebbe affogato insieme a Massimiliano nelle impetuose acque di montagna. Tutti diedero una mano a sollevare quel colosso. Ci misero delle ore. Dopo erano così stanchi che quasi quasi non riuscirono a proseguire». Fu a Bressanone che poterono riposarsi nell’hotel che da allora avrebbe preso il suo nome: hotel “Zum Elephant”. Infatti  per tutti coloro che accorsero nel freddo inverno per vedere la creatura sconosciuta e non giunsero in tempo, l’oste fece dipingere un «elefante nelle sue dimensioni reali sulla parete dell’albergo dove è visibile ancora oggi». Il viaggio di Soliman, Massimiliano e Maria fu ancora più duro dopo Bressanone, ma alla fine tutti giunsero a casa. Soliman, il condottiero turco, era già stato respinto, ma comunque Soliman, l’elefante, fu accolto come un eroe. Il tempo trascorso insieme e questa inimmaginabile avventura aveva unito più che mai i due sposi: «Nel corso degli anni ebbero sedici figli. Per il loro battesimo, il re del Portogallo mandò ad ogni figlio un animale sconosciuto diverso… Mandò un leone, una pantera, una giraffa, un dromedario, una paradisea… I viennesi potevano andare con i loro bambini nel parco per guardare gli animali. E lo fanno tuttora».

Io non conoscevo questa storia, così come mio figlio, e siamo rimasti entusiasti. Il libro mostra una veste curata: un testo mediamente lungo che si segue con facilità grazie alle illustrazioni dell’autrice. Un ideale testo per i bambini che si cimentano in letture condivise mediamente lunghe o che leggono da soli e desiderano un’avventura con i fiocchi!

Se siete in Alto Adige avete tempo fino al 2 di ottobre per visitare Soliman (perché c’è proprio lui in fondo al labirinto!!!).

Soliman l’elefante
Margret Rettich - Alessia Vikoler (traduttrice)

31 pagine
Anno: 2016

Prezzo: 12,90 €
ISBN: 9788865631737

Weger editore
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Commenti
11 Gennaio 2017
Samantha

Ciao Maria! Curiosavo il blog fonte di ispirazione per regali, compere, riflessioni nell’ultimo anno e ho trovato questa recensione. Forse l’hai già letto, forse no. La stessa storia la racconta anche Saramago ne ‘il Viaggio dell’elefante’. Certo, con un po’ più di malinconia…
Ne approfitto per dirti che adoro il tuo blog!
Un abbraccio,
Samantha

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