Sono passati 5 giorni dall'inizio della scuola primaria e la matita color oro di Saverio è già quasi ridotta ad un moncherino. Certamente la situazione è collegata al fatto che questa matita specialissima è stata regalata dal papà a Saverio il suo primo giorno di scuola. Sta di fatto che, da allora, qualsiasi disegno commissionato dalla maestra Romina ha richiesto particolari inserzioni dorate che hanno determinato questa usura precoce.

Ora immaginatevi che le vostre matite possano parlare, uniteci un vulcanico scrittore di film e produzioni americane, aggiungetevi l’ironia irresistibile di Oliver Jeffers e avrete tra le mani The day the crayons quit, (in italiano Pastelli ribelli) un libro delizioso con il quale ridere di gusto e che vi farà venire voglia di correre a comprare dei pastelli a cera.

Duncan (per il pubblico italiano Dante) è un bambino come molti, probabilmente frequenta la scuola primaria o forse ancora la materna, che un bel giorno sul suo banco, in classe, trova una pila di lettere a lui indirizzate. Chi gli avrà mai scritto? La prima lettera, scritta sulla pagina strappata di un quaderno a righe di quinta (notate come ho introiettato la nuova terminologia scolastica in poco tempo ) incomincia così: «Hey Duncan, it’s me, red crayon. We need to talk» («Ciao Dante, sono io pastello Rosso. Dobbiamo fare un discorsetto»). L’incipit è esilarante e vi lascio immaginare lo svolgimento. Il pastello rosso si lamenta perché: «you make me work harder than any of your other crayons» («Mi fai lavorare più di tutti gli altri pastelli messi assieme!»), insomma i camion dei pompieri, le mele, le fragole, e «everything else»  («ogni altra cosa») è rossa, e non sto poi a raccontarvi cosa succede durante le vacanze di Natale. «I NEED A REST!» («MI SERVE UNA PAUSA!»).

A ben pensare, ad averci fatto caso, la copertina e il frontespizio potevano fornirci indizi preziosi: siamo nel mezzo di una protesta, anzi un vero e proprio sciopero, con tanto di cartelli e presidi. Quella del pastello rosso era solo la prima lettera di rimostranze: segue il viola, che non può sopportare di uscire dai margini, c’è il beige che soffre di una crisi di identità mista a invidia del fratello scuro, il grigio che non riesce più sopportare di dover riempire gli spazi immensi di rinoceronti, elefanti, ippopotami e balene eh no!!, il bianco che si sente vuoto, il nero che non capisce la discriminazione per cui non potrebbe colorare una bella palla da spiaggia, ma solo il suo contorno, ci sono il giallo e l’arancione che hanno una elio-questione aperta, il blu che a forza di colorare cieli, mari, fiumi e laghi ormai non raggiunge neanche il bordo della scatola dei pastelli etc. I pastelli sono 12 e ognuno ha la sua esilarante storia da raccontare: l’autore ha sicuramente il grande merito di aver identificato una situazione tanto comune quanto spassosa e di aver avuto la capacità di usare un umorismo schietto e non oscuro che fa sbellicare i più piccoli con sincerità. Grande, grandissimo contributo è poi quello di Oliver Jeffers che, lungi dallo scomparire dietro l’autore, contribuisce da protagonista al confezionamento di questa storia: sulla sinistra, usando diversi supporti (pagine, strappate, buste, fogli) è lo stesso Oliver a scrivere a mano le diverse lettere (già avevamo notato quanto gli piacesse scrivere e nominare le cose!) a destra, accanto al protagonista narrante che appare nitido nella sua resa digitale, ci sono i presunti disegni incriminati di Duncan, con quel segno ripassato, deciso e imperfetto tipico delle mani dei bambini: un mix irresistibile. Le immagini sono percorse da allegria e umorismo irresistibile: i testi danno l’illusione di scorrere delle epistole vere, a destra il pastello parla direttamente al lettore, guardandolo e commentando a modo suo i disegni di Duncan che tronfi e per nulla intimoriti troneggiano nella pagina. (Vi dico solo che mentre scrivo e scorro le pagine io non posso che sorridere!). Cosa farà il povero Duncan? «Poor Duncan just wanted to colour… and of course he wanted his crayons to be happy. And that gave him an idea» («Povero Dante, lui voleva solo disegnare... E ovviamente voleva ce i suoi pastelli fossero felici... E fu così che ebbe un'idea»). Riuscite a immaginarvelo? Io non ve lo dirò, lasciandovi la sorpresa del finale!

Saverio adora questo libro e lo abbiamo letto moltissimo questa estate, nonostante sia un libro arrivato a me, per il MIO compleanno! È un libro divertente che non chiede altro che allietarvi per qualche minuto. Bello, leggero, simpatico che potrebbe essere un ottimo regalo ad un bambino che ha appena iniziato la scuola. È un best seller americano, ma qui in Italia ancora non lo conosciamo, non credete sia arrivata ora di spingere perché venga tradotto?!? Anche perché è appena uscito il seguito!!

Beh ecco nel 2017 Zoolibri ha fatto quello che richiedevamo da tempo! EVVIVA!

 

Pastelli ribelli
Drew Daywalt - Oliver Jeffers

40 pagine
Anno: 2017

Prezzo: 16,00 €
ISBN: 9788899556112

Zoolibri editore
Anobii

The day the crayon quit
Drew Daywalt - Oliver Jeffers

40 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 9,22 € (versione non cartonata)
ISBN: 9780007513765

Harper Collins editore
Anobii

 

[shareaholic app="share_buttons" id="15118398"]
Commenti
22 Settembre 2015
Maria

Dai Susanna su non spoilerare hahahahahahaha 😀

22 Settembre 2015
Suster

Ma non vale! Hai svelato il finale nell’ultima illustrazione! 😛

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *