Sono sempre stata ricattata dalle “cose da fare” anche con mio figlio. Cosa facciamo questo pomeriggio? La mia scarsa inventiva e l’incapacità frequente di vedere oltre le cose così come sono spesso mi hanno messo in difficoltà. Cosa dipingiamo? Come dipingiamo e le conchiglie e i sassi raccolti nelle passeggiate? Come li utilizziamo (ho anche dedicato un post a questo)? Poi ho incontrato Keri Smith e la mia posizione è cambiata: abbiamo già tutto quello di cui abbiamo bisogno per spendere in modo avventuroso ogni attimo della giornata. Quella a cui ci si sottopone, sfogliando un libro di Keri Smith, è una sorta di rieducazione: ci si ricorda di guardare le cose che ci circondano, di osservare per terra per vedere i colori dell’asfalto o i piccoli tesori che vi si depositano, ci si accorge di avere un cielo sulla testa e delle persone accanto a sé. Keri ha questo dono: un bassissimo filtro nella relazione con le cose che la circondano e una ironia eclettica che può sembrare pazzia ma è genialità delle cose semplici. Noi abbiamo Questo non è un libro e per le vacanze di accompagnerà anche Come diventare esploratore del mondo.

Vi faccio qualche esempio.

Nella premessa a Questo non è un libro troviamo: «1. Fidati della tua immaginazione. È la fonte di tutti i veri viaggi. 2. Le cose non sono sempre come sembrano. 3. Tutto può succedere.». A questo punto, quando girerete pagina, vi investirà un turbine di stranezze (all’inizio le penserete così), di righe, di segni, di scritte, di foto, di disegni… e avrete due possibilità: pensare che Keri è una che si parla addosso e ama fare e dire cose strane per il gusto di dirle, oppure rendervi conto che vi sta offrendo un modo nuovo di guardare le solite cose.

«Questo è un simulatore di natura: fai una pausa ovunque tu sia. *Aggiungi qualche immagine alla scena.»

«Questo è uno studio etnografico. 1. Recati un uno spazio pubblico, 2. Fingi di essere un alieno che visita il pianeta per la prima volta. 3. Prendi nota del comportamento e delle abitudini degli uomini come se non li avessi mai visti».

«Questo è un enigma. Riesci a fare un buco in questa pagina abbastanza grande da farci passare una persona?».

Di pagina in pagina si è esortati a pensare, guardare, ritagliare, scrivere, inventare… e poi usare il libro e non usarlo, segnare, colorare, manipolare e guardare fuori dalla finestra … e giocare, correre, lanciare, piegare, strappare…

Come diventare esploratore del mondo invece si apre così: «Ehi passiko* * un invito a “venire a vedere” nell’antica lingua pall. Non smetteremo di esplorare e alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza e conosceremo quel luogo per la prima volta. T. S. Eliot».

“Vivendo” questo libro scoprirete che «fra le fessure spesso si nascondono cose interessanti», che «tutto è interessante», che si possono raccogliere gli oggetti «in base al modo in cui riflettono la luce», che i libri, i sogni e i ricordi hanno dei colori, che «quando si comincia a fare attenzione a qualcosa che non si era mai realmente preso in considerazione in precedenza si comincia a vederla dappertutto», che «il più sordido di tutti gli anfratti, l’angolo, merita di essere esaminato», che si può guardare «a tutt’occhi», che esiste la pigna magica che «se piantata dà origine ad un albero che fa addormentare e fare sogni vividissimi a chiunque vi si sieda sotto»…

L’autrice canadese ha una indubbia capacità inventiva che si sposa editorialmente con la passione per la fotografia, l’uso del segno e dei pattern.

È questo che rende unici i suoi libri: non sono una noiosa raccolta di consigli e spunti. L’autrice ci porta nel suo mondo immaginato, trasforma sotto i nostri occhi il suo libro in mille e più oggetti, coglie da ogni citazione – pescata e meditata – l’occasione per lanciarsi e lanciarci nell’avventura di vedere le cose. Non pensate di avere il libro con la ricetta per la perfetta avventura: ogni lettore trasformerà il proprio libro nel suo personale quaderno delle avventure, o nel suo particolare libro.

La stampa in bicromia (nero e azzurro il primo e nero e arancione il secondo) esalta la distanza dei libri di Keri dalle “eccitanti” raccolte di lavoretti. Il testo fitto, stampatello maiuscolo è ingombrante e non descrittivo: è un libro che vuole essere eclettico ma non per questo elitario.

Sono due libri per adulti: chi ha qualche capacità artistica non potrà che rimanerne estasiato, chi non ne ha ne rimarrà estasiato allo stesso modo. Chi ha bambini potrà, attraverso questi libri, ripensare al tempo e alle cose e insegnare a farlo ai propri figli. Perché più che cercare di fare qualcosa con le 200 conchiglie e le 500 pigne, forse basta prendersi del tempo per guardarle e godersele.

«Ho sempre amato le cose. Le cose che si trovano nel mondo. Mi piace cercare di scoprire qual è la loro forma. Leonard Cohen»

Come diventare un esploratore del mondo
Keri Smith - Goffredo Polizzi (traduttore)

208 pagine
Anno: 2011

Prezzo: 16,00 €
ISBN: 9788875703264

Corraini editore
Anobii

Questo non è un libro
Keri Smith - Nicola Locatelli (traduttore)

224 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 16,00 €
ISBN: 9788875704063

Corraini editore

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Commenti
9 Giugno 2015
Maria

La lettura insomma aiuta in tutti i sensi. Grazie a te alla prossima!

9 Giugno 2015
Maria

Grazie! Alcuni li conosco già ma devo certamente aggiornarmi!

9 Giugno 2015
Naranja

Ciao, adoro Keri Smith, io consiglio di prenderli tutti ma proprio tutti i suoi libri, a partire da “Wreck this journal” che è uscito in italiano per Corraini ma solo nella versione tascabile, da qualche giorno è uscito anche un altro, Risveglia la città per Terre di mezzo.

8 Giugno 2015
Francesca Milkbook

Ciao Maria, io ho avvertito quest’ansia del fare-inventare-creare solo per un breve periodo. Quando la mia bimba aveva 1 anno e mezzo e mi sembrava di dover cominciare a riempire il tempo con lei in modo costruttivo e divertente. Ma ho mollato presto… soprattutto perché, come te, non mi viene naturale pensare a lavoretti e momenti creativi. Tuttavia, proprio come suggerisce questo libro, mi soffermo spesso a osservare le cose con lei, a parlare delle impressioni che abbiamo, a immaginare a cosa assomigliano ecc. Così mi pare che sia tutto più spontaneo e rilassato… speriamo di far bene 🙂 Alla prossima!

8 Giugno 2015
Maria

Grazie, direi che sulla barca del “must do” siamo in tante!

8 Giugno 2015
suster

Anche io subisco spesso di questi ricatti dai “must do” e trovo fantastico che qualcuno, meglio se un libro, legittimi la non necessità del fare per forza, che la genialità si celi dietro un sasso o un fil di ferro aggrovigliato, senza bisogno di scomodare conplicatissimi lavori di crafting per i quali mi sento negata.
Un bel messaggio da trasmettere anche ai piccoli, perché non se lo scordino crescendo, che a volte immaginare può più del fare.
Bello!

8 Giugno 2015
Maria

Grazie a te, Chiara! Mi è stato fatto notare da una editor lungimirante ed effettivamente, pensando al lavoro che c’è dietro alla traduzione, ho pensato che non potevo farne a meno! A volte non so proprio come facciate!
Grazie ancora

Maria

8 Giugno 2015
Chiara Borello

Ciao,
ti seguo con molto piacere. I tuoi spunti sono sempre molto interessanti.
Ti volevo ringraziare per aver citato il traduttore. Anche io sono traduttrice e la nostra categoria lotta quotidianamente per aver il nome scritto da qualche parte. Il frontespizio, dopo lunghe battaglie, l’abbiamo finalmente ottenuto, ma non sempre, specialmente on-line, veniamo citati.
Dunque ancora una volta GRAZIE a grandi lettere, è bello sapere che qualcuno ci apprezza.

Chiara

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