C’è da dire che io non ho mai avuto alcun problema a far mangiare Saverio. Anzi, in realtà, ne ho avuti all’inizio dello svezzamento, quando si rifiutava categoricamente di mangiare le pappine, ma accettato il fatto che preferiva mangiare il cibo “normale”, Saverio si è autosvezzato velocemente e il suo appetito ha ripreso ad essere quello di sempre, dunque paragonabile a quello di bambini con 2 anni di più.

Non ho mai quindi realmente penato a causa di un piatto lasciato pieno e non ho mai provato il disagio, che solo una mamma può provare, di fronte ad un bambino che spilucca senza nutrirsi. È per questo che forse non posso capire i: “ma no no no! i piselli si devono mangiare!” e non è una questione nutrizionale ;)

Il libro di Kes Gray e di Nick SharrattMangia i piselli narra infatti di una piccola crisi alimentare: la piccola Daisy non vuole mangiare i piselli, non ne vuole proprio sapere e, nonostante la mamma le offra mari e monti (declinati in biciclette, lunapark etc.), come si suol dire, la piccola non si smuove di un passo. Alla fine la madre viene chiamata in causa sui suoi gusti (neanche lei vuole mangiare i cavoletti!), così le due si riappacificano nel comune gradimento di un bel gelato.

Beh ecco, la mia esperienza è che quando Saverio è così irremovibile sta inevitabilmente facendo un capriccio, e quindi quello di Daisy mi sembra proprio un capriccio. Quando io ero piccola mia mamma diceva sempre: «Gli unici che possono avanzare delle richieste sul cibo, durante i pasti, sono le persone che hanno superato i 70 anni [avevamo due nonni in casa con noi]», chi non voleva mangiare era liberissimo di non mangiare, di non mangiare niente. Lo stesso vale adesso a casa mia. Se Saverio non vuole mangiare, può non farlo: è capitato qualche volta a cena, complice la stanchezza, e non è morto nessuno. Soprattutto non mi è mai passato per la testa di offrirgli un gelato in cambio di un piatto non gradito.

Certamente non nego di avere anch’io i miei gusti e di non gradire alcune cose, ma rimane il fatto che non mi sembra assolutamente educativo permettere ad un bambino di scegliere cosa mangiare e cosa no. Quindi eh no! Si mangia eccome! e il libretto – che a Saverio, a onor del vero, è piaciuto – tornerà di corsa sullo scaffale della biblioteca.

Tuttavia capisco perfettamente il successo di pubblico di questo libro e il premio assegnatogli (il Children’s Book Award 2001), poiché il libro è veramente ben fatto. I disegni sono essenziali, chiari e focalizzati sulla vicenda: Daisy è molto espressiva nella sua ostinazione e la sequenza di immagini sempre più focalizzate sul suo volto corrucciato guida il tono della lettura, in crescendo. Non ho trovato inappropriate neanche le trame fisse a quadretti del pavimento e della tovaglia unite al colore neutro delle pareti, segno di una preferenza di Nick Sharratt per i grafismi, anticipati dalla simpatica trama a “piselli” dei risguardi. Non mi è piaciuta solo la scena finale sfumata in un ovale.

Esilarante, invece, l’integrazione delle immagini e del testo, nel discorso della mamma: l’aumento delle offerte infatti invade effettivamente la pagina crescendo proporzionalmente alla disperazione materna.

Il testo è semplice e si riduce al dialogo alternato offerta e rifiuto: la battuta reiterata di Daisy diventa un vero tormentone «non mi piacciono i piselli» e le offerte sempre più assurde della mamma si assommano in una lista che perde ogni controllo, per le risate dei bambini.

Per cui mi dispiace Saverio, Amy, Michael e tutti voi entusiasti, ma proprio non si può!

Mangia i piselli

Kes Gray - Nick Sharratt
26 pagine
Anno: 2002

Prezzo: 8,00 €
ISBN: 9788884512031

Salani editore
Anobii

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