Italo Calvino. Lo scoiattolo della penna è un saggio agile a cura di Giorgio Biferali, che può essere una buona proposta per l’introduzione di Calvino a ragazzi e adulti, che abbiano una conoscenza superficialmente scolastica di questo autore di cui quest’anno celebriamo il centenario.

Il saggio ripercorre la sua vita, intrecciando la descrizione delle sue opere principali alla trama di relazioni e allo sviluppo del suo pensiero (spesso evidente nelle scritture private, come le lettere agli amici), in modo semplice e chiaro.

Le citazioni dirette delle parole di Calvino, in azzurro nel testo, sono numerose, anche se inspiegabilmente - questo l’ho trovato superficiale - non sono collegate puntualmente al riferimento bibliografico da cui sono tratte, per cui è impossibile risalire alla fonte, senza una ricerca ulteriore.

Nato e vissuto in una famiglia pacata e riservata, Calvino sarà instancabilmente impegnato con il desiderio di sentirsi vivo.

Un desiderio che si declina nella riflessione sulla mancanza - che si riverbera in tante opere come Il visconte dimezzatoIl barone rampante… - e sull’identità in rapporto alla Storia e alla contemporaneità. La guerra, l’essere messo alle strette di fronte alla vita e alla morte porta certamente Calvino, così come tanti suoi contemporanei, a una essenzialità di vedute, ma questo non è che il punto di partenza:

«Aveva bisogno di una grande avventura, del pericolo, di un “inaspettato incontro con la vita”» p. 30

La militanza che incontriamo in Calvino è quella di un uomo mai pago, sempre alla ricerca, sempre all’inizio, sempre pronto a ripensare e ripensarsi.

«“Che vale aver rischiato la vita, se ancora della vita non conosci il sapore?”» p. 46.

Quella di Calvino è un’immersione complessa nella vita che non abdica mai al mondo dell’immaginazione, della fiaba, del pensiero. È evidente già dal suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno, dove il punto di vista scelto per raccontare la Resistenza è un bambino che vive in una dimensione quasi fiabesca. Ma questo aspetto ritorna anche nel ciclo dei Nostri antenati e trova spazio anche nel lavoro di ricerca attuato con le fiabe italiane a partire dal 1956: un lavoro storico che si immerge nelle tradizioni culturali di un Paese, raccontandolo attraverso le fiabe.

«Io credo questo, dice, le fiabe sono vere» p. 41.

I rapporti, gli incontri, le amicizie (da Cesare Pavese a Elsa Morante, da Beppe Fenoglio ad Annamaria Ortese…), i viaggi, la famiglia conformano l’esperienza e la riflessione dell’autore che si riverbera nelle sue opere, fotografando un preciso momento dell’evoluzione del suo pensiero.

Il ciclo dei Nostri antenati, ad esempio, è introdotto da Biferati da una serie di citazioni e di interviste che Calvino rilascia sulla sua infanzia e che danno un’idea precisa di che cosa lo scrittore ricercò nel suo passato e di che cosa gli rimase in cuore, tanto da spingerlo a scrivere Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente.

Un saggio semplice che può essere un abbrivio e che, nei succinti ma precisi riassunti delle opere, lascia il desiderio di leggere o rileggere Calvino.

P.S. Se voleste approfondire in modo più radicale il pensiero di Italo Calvino, vi consiglio di acquistare la lezione che Roberta Favia gli ha dedicato, dopo anni di studi e ricerche. Gli studi che si fanno durante un dottorato sono appassionanti e questo emerge chiaramente nel tono partecipato di Roberta.

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Italo Calvino. Lo scoiattolo della penna Giorgio Biferali - Giulia Rossi 88 pagine Anno 2023 Prezzo 13,50€ ISBN 9788898519446 Editore La nuova frontiera
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