Uno dei libri che ho portato via con me dalla Bologna Children’s Book fair è Simbiosi, dell’editore Mimebù che allarga la sua proposta editoriela anche alla divulgazione, con un testo che affronta un tema naturalistico trasversale e originale come quello della simbiosi.
Il libro, scritto e illustrato dalla spagnola Gemma Capdevila, si offre come una comunicazione scientifica semplice, rivolta ai bambini della prima fascia della primaria.
L’albo ha una struttura chiara che riprende la nota impostazione a catalogo: i testi sono circoscritti e le ampie illustrazioni presentano di volta in volta una coppia di protagonisti.
Dopo un’iniziale classificazione delle tipologie simbiotiche (mutualismo, commensalismo e parassitismo) il criterio con cui viene organizzata la successiva galleria predilige invece il più semplice criterio dell’habitat (acqua, terra, aria, aria e terra…) probabilmente più trasparente agli occhi dei bambini piccoli.
Il contenuto scientifico non è preponderante e il concetto di simbiosi slitta verso il più generico - ma non sbagliato! - concetto di solidarietà, aiuto reciproco o sfruttamento. Il focus appare quello di presentare inedite e originali coppie di animali che nelle collaborazione hanno trovato la strategia vincente per sopravvivere: il bradipo per mimetizzarsi si fa “verde” grazie alle alghe, una particolare pianta carnivora ha sviluppato una forma perfetta per far riposare all’interno i pipistrelli, i pesci pappagallo vivono in stretta correlazione con i coralli…
Le notizie e i contenuti sono tutti veritieri, ma l’autrice opta spesso per soluzioni lessicali generiche, ad esempio nella descrizione delle specie animali, a favore dello spazio concesso alla relazione-scambio. Osserviamo questo esempio:
«In Amazzonia, i maschi di una specie di farfalla si posano sulla testa delle tartarughe palustri e ne bevono le lacrime. Queste contengono sodio, elemento difficile da ottenere nella giungla e necessario per la loro sopravvivenza. Dopo aver bevuto una piccola parte della lacrima, offrono il resto alle femmine nella speranza di convincerle ad accoppiarsi con loro»
Il testo, come vedete, non specifica di che specie di farfalla si stia parlando e neanche perché solo quella particolare specie adotti questo comportamento. Non si specifica neanche perché le tartarughe piangano e perché proprio le lacrime delle tartarughe siano così ricercate. Il contenuto considerato importante è la costituzione di legami inusuali e di relazioni inaspettate e a queste il testo si dedica. Questa scelta non è di per sé scorretta, perché seleziona con precisione un pubblico di riferimento, offrendo un catalogo di descrizioni preciso, ma non necessariamente dettagliato, che un bambino di 6-7 anni potrà comprendere, apprezzare e anche leggere autonomamente.
In quest’ottica mi è risultata invece poco comprensibile la scelta di anteporre ai testi scientifici un’introduzione pseudopoetica che non mostra una correlazione precisa con l’episodio. Alla descrizione della relazione «farfalle e tartarughe palustri dell’Amazzonia» viene anteposto, ad esempio:
«Come un fiocco
di neve nel palmo,
una mano che corre
lungo una schiena,
una stella che
attraversa il cielo,
fugace… tutto resta
uguale quando
è già passato»
Le illustrazioni, ampie e chiare, per lo più ritraggono i protagonisti in modo statico, ma ci sono anche alcune scene dinamiche e contestualizzate che animano e favoriscono la lettura.
Chiude la nostra galleria di racconti un testo finale dedicato all’«ipotesi della Regina Rossa», ipotesi scientificamente nota, che ribadisce come la collaborazione tra specie sia tutt’altro che una semplice strategia tra le tante strategie: siamo in realtà tutti correlati, in una simbiosi magari non voluta, ma effettiva.
«Dobbiamo trovare un modo per far parte della simbiosi che guida la vita»
Un libro divulgativo semplice, su un tema originale dalla portata impegnativa che incuriosirà i bambini sui tanti modi di collaborare che la natura ha architettato!