Visto che sono obbligata a nascondere gelosamente i tesori (libreschi) sui nonni che porterò all’incontro di lettura di Leggere insieme…ancora di ottobre. Oggi festa di tutti i nonni, dedico ai miei nonni (Maria, Anna, Gildo e Giorgio) e ai nonni di Saverio (Silvana, Mariarita, Mauro e Ernesto) questo libro bellissimo che proprio una nonna ha regalato a Saverio, perché la libertà di poter vivere così è per tutti, ma con i nonni spesso è più facile ;D

Grazie delle francesine che mi portavi e della mamma che mi hai regalato, nonna.

Grazie della cioccolata calda a letto e delle mattine «vestiti come vuoi!» (della serie minigonne a 5 anni) a rotolarmi nella sabbia e degli gnocchi sul divano, nonna.

Grazie delle camminate nei boschi, delle lezioni sulla pastina, dei consigli sulla capigliatura e di Olimpus, nonno.

Grazie delle serate al ristorante, dei pomeriggi al cinema e delle urlate divertenti, nonno.

Grazie di tutti i ricordi, i racconti, l’affetto che ancora mi riscaldano il cuore

Spero che Saverio possa avere ricordi così belli, che fanno ridere,anche dei suoi nonni.

Buona festa degli angeli custodi e dei nonni!

L’amore di Proust per le madeleine e l’amore di mamma.

Avete in mente l’episodio delle madeleine di Proust?

«Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito rese indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa: o meglio quest’essenza non era in me, era me stesso.»

Io lo lessi, credo al liceo, e ne rimasi folgorata. D’altronde nell’imbattersi in certe cose, in certe persone, in certi luoghi, è per me esperienza ricorrente sentire vibrare corde particolari che risuonano nel profondo del mio animo, proprio perché ci si imbatte in qualcosa di già conosciuto, di già amato, qualcosa che significa per te qualcosa di unico proprio come unica è la storia di ciascuno.

Un’esperienza del genere mi è accaduta poco tempo fa. Ero in biblioteca con Saverio e stavo sfogliando libri a caso, cercando qualcosa che mi colpisse, quand’ecco che dalle pagine di Si può di Giusi Quarenghi (autrice) e Alessandro Sanna (illustratore) spiccano queste parole: «NON pensare che sei cattivo, sei soltanto molto vivo!». Ecco questa espressione era esattamente quella che mia mamma mi ripeteva quando un po’ scorata per qualche pasticcio, o a disagio per qualcosa in me o arrabbiata e magari scandalizzata dall’incapacità di gestire tumultuosi sentimenti: «Maria sei soltanto viva!». Questo libro non poteva che venire a casa con me, dove la sorpresa è continuata.

Il testo è splendido. Non è il classico testo rimato che facilita la comprensione e la lettura ai bimbi piccoli, o meglio, non è solo questo. Giusi Quarenghi infatti scrive una vera e propria poesia a partire, tra l’altro, da un’idea molto astratta “poter fare, non potere, dovere…” e questa premessa, che potrebbe introdurre un libro davvero fuori target, invece viene smentita alla pagina 2 (la prima effettivamente è un bel po’ arzigogolata!). La grande capacità dell’autrice sta nel declinare l’idea in esempi riconoscibilissimi e in esperienze comuni a tutti i bambini, proponendo al contempo in maniera molto candida ai genitori degli atteggiamenti realistici e non scontati.

Oltre all’essere vivi ci sono alcuni passaggi memorabili «si può avere il diritto a brontolare … si può non voler far la pace con qualcuno… si può fare uno zero / o pensare un altro pensiero … si può non vincere le gare / si può non volerle neppure fare … si può non battere le mani tutti insieme / e non volersi sempre tutti bene». Un libro coraggioso e chiaro contro quel politically correct un po’ formale e poco adeguato alle cose e ai sentimenti. Unico, davvero unico neo, la conclusione: la prima volta ho cercato di distruggere la copertina alla ricerca della pagina finale. Si saranno incollate le pagine, non può essere finito così! Il discorso sembra sospeso, non concluso: io avrei iniziato piuttosto in medias res e spostato il testo della prima pagina alla conclusione, ma non sono una scrittrice e l’autrice avrà avuto le sue ragioni.

A Saverio è piaciuto tantissimo: lo ascolta estasiato, non ride, non sfoglia, non si agita e ascolta. Anzi mi ha fatto qualche domanda di comprensione: «cos’è il muso?», «cosa sono i cachi?».

A incorniciare questo testo poetico le illustrazioni di Alessandro Sanna. Ancora una volta la difficoltà (immensa) di illustrare una poesia senza cadere nel didascalico o nell’astratto (che in un albo illustrato sarebbe stato davvero un rischio!) viene superata grazie alla concretezza di ciò che viene rappresentato. Innanzitutto protagonisti di ogni pagina sono i bambini che realizzano (cioè rendono realtà) le parole, bambini con espressioni e movimenti tipici dei bambini veri, e poi l’illustratore non cede alla tentazione di descrivere tutto. I disegni sono poi davvero originali: il contorno della linea diventa colore e il colore diventa linea, la caratteristica materica delle tavole muove tutto e scorre di pagina in pagina. Gli sfondi ocra valorizzano le linee e quasi a volte si sfiorano i pastelli sulla pagina per sentirne la consistenza, rendendo magico quello blu, molto invernale e natalizio. Anche Saverio segue con le dita i contorni, le espressioni… Non saprei dire se l’effetto sarebbe stato amplificato dalla carta se fosse stata opaca anziché lucida, come è. Ci ho pensato, tuttavia la struttura della collana Zerotre ha una sua compiutezza così.

Devo confessare che ho dovuto obbligare mia mamma a regalarlo a Saverio perché avesse qualcosa che le ricordasse proprio la sua nonna.

Si può
34 pagine
Anno: 2011

Prezzo: 11,00 €
ISBN: 9788857003146

Franco Cosimo Panini editore
Anobii

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