La storia di oggi si intreccia laicamente al discorso sulla santità e credo che sia il tempo giusto per raccontarvi di Guinefort.

Guinefort, storia nata in seno a Lupo Guido, grazie alle parole di Barbara Ferraro e le immagini di Francesca Ballarini, è la storia di due bambini, ma anche la storia di un cane, di un levriero, Guinefort, intorno al quale si sono intrecciate storie e leggende che ci conducono fino al Medioevo.

Nella storia moderna, raccontata da Barbara Ferrero, ci sono due fratelli Pietro e Roberto che decidono di partire in una sorta di pellegrinaggio per raggiungere la Francia e Lione, lì dove hanno saputo trovarsi Guinefort, il cane che ha promesso di ascoltare e di esaudire i desideri di tutti i bambini che glieli offriranno.

Pietro e Roberto hanno un desiderio grandissimo, sulla cui realizzazione è difficile avere ripensamenti, sulla cui realizzazione si basa gran parte della loro vita: hanno bisogno di chiedere la guarigione della loro mamma che immaginiamo non stare per niente bene.

«“Shhh!” ha bisbigliato la nonna mentre si chiudeva la porta alle spalle. “Lo sapete che quando la mamma rientra dall’ospedale ha bisogno di dormire”. Poi si è fatta piccola piccola, come fa sempre quando ci parla, e si è messa a sedere con noi»

Seguiamo i due piccoli protagonisti nel giorno della partenza: la loro paura, l’eccitazione, il brivido dell’avventura, la consapevolezza di essere al limitare di una vera e propria impresa.

Nessuno deve sapere di questo piano, certamente gli adulti non capirebbero, cercherebbero di fermarli, ma loro hanno bisogno di andare.

«dobbiamo controllare i nostri zaini. Che ci sia la mappa, che ci sia il taccuino con le informazioni, la bussola di ottone che ci ha regalato il nonno, un po’ di spago, le matite con la gomma sopra, la macchina fotografica e il cioccolato fondente che, se è buono, ha più vitamine della frutta. C’è tutto. Appena la nonna entra in camera della mamma per darle lo sciroppo, partiamo»

E così i due bambini partono per il loro pellegrinaggio verso la Lione che non è una vera città, ma è una strada - con quel nome! - e, quindi non è poi così lontano da casa, ma per due bambini piccoli attraversare la città è un viaggio.

Dietro di loro lasciano solo un biglietto: «io e Roberto andiamo a Lione che sta in Francia a parlare con Guinefort per chiedergli della mamma».

Il cammino è tortuoso e pieno di pericoli, bisogna stare attenti agli incroci, bisogna tener d’occhio Roberto, che è piccolo e si perderebbe e, mentre camminano, i bambini immaginano e pregustano ciò che sperano di trovare.

Sanno di Guinefort per un racconto che il nonno ha letto ai suoi nipoti e che è entrato nel loro immaginario… ma nella realtà cosa troveranno?

La provvidenza riesce dove neanche l’immaginazione avrebbe saputo arrivare, perché proprio lì nel parco in Largo Lione i bambini trovano un signore «che sembra enorme perché addosso ha tre cappotti» e accanto a lui c’è un cane, un levriero.

«“Come si chiama?” continua Piero. […] “Il nome non posso dirlo” borbotta la voce appassita. […] Il nome non può dirlo, non è che non lo sappia, non può dirlo a voce alta perché è magico! E certi nomi, se li pronunci, perdono il loro potere»

Come davanti a una statua vivente, i bambini si avvicinano al cane, pregandolo e offrendogli il loro dolore e il loro desiderio.

«Poi gli prende una zampa polverosa e l’appoggia sul taccuino. Lui lo lascia fare, lo sa che è necessario»

Come una sorta di ex voto, ma forse più come un amuleto, i bambini tengono stretti il segno di quel viaggio e di quella preghiera e tornano a casa. Potete immaginare la confusione, il panico e il sollievo che accoglie questi bambini dopo il lungo viaggio: la nonna, il papà, la mamma... che accarezza con un sorriso l’impronta della zampa.

Questa storia ci insegna che i bambini sanno stare nel mistero, cioè sanno rendersi conto di quanto la vita sia più grande, più vasta, più insondabile e, a tratti, più incomprensibile di quanto si pensi. I bambini, che sono piccoli, sanno che, per stare in questa sproporzione fisica ed esistenziale, c’è bisogno di affidarsi e affidare l’incomprensione a qualcuno di diverso da sé, di più grande.

I bambini sanno - e dovrebbero saperlo anche gli adulti - che in questo mondo per vivere è necessario avere l’umiltà di chiedere aiuto: bisogna perciò avere luoghi in cui la domanda di aiuto possa essere posta.

Laicamente Guinefort crea questo luogo, perché le domande di questi bambini possano essere ascoltate, anche se l’interlocutore rimane un cane.

Ciò che io trovo ancora più confortante è sapere che tutte le domande, i dolori possono essere affidati a delle persone, i santi, che ontologicamente sanno farsi compagni, nella Chiesa, oltre ogni formalismo. Chiedere ad una persona.

Barbara Ferrero ha il dono della scrittura e la capacità di entrare nel mondo delle sensazioni dei bambini raccontandone le sfumature, i drammi, i pensieri con limpidezza. 

Francesca Ballarini è perfetta per tratteggiare questo pellegrinaggio immaginato e reale.

Guinefort non è un libro sulla morte, non è un libro sulla malattia, è un libro intenso che racconta del senso della vita.

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Guinefort Barbara Ferraro - Francesca Ballarini 40 pagine Anno 2022 Prezzo 15,00€ ISBN 9788885810310 Editore Lupo Guido
Commenti
27 Ottobre 2022
Maria

Grazie a te Irene, che sei passata di qui a raccontarmelo! <3

26 Ottobre 2022
Irene

Grazie per avermi fatto conoscere questa meraviglia

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