Professioni di oggi e domani - Scaffale Basso

Professioni di oggi e domani – Scaffale Basso

Il termine poesia deriva dal verbo greco ποιέω (fare). Questo legame è davvero affascinante poiché il poeta è spesso associato – in modo forse un po’ stereotipato – all’astrazione e all’astrusità, invece la parola che riconosce il suo primato lo lega indissolubilmente al “fare”. Il poeta – potremmo dire – è colui che vive più intensamente il fare: vede di più, tocca di più, ascolta di più, annusa di più fa, gusta di più.

Non si può, dunque, non cogliere il legame che la poesia ha con il lavoro, ambito del fare per eccellenza. Leo Leoni con il suo Federico aveva già suggerito questa correlazione e, qualche anno, fa Alessia Napolitano, libraia della libreria Radice Labirinto, firmava una raccolta poetica, Il cosario, dedicata alle tracce del vivere, celate nelle tasche. 

Il nostro fare, infatti, il nostro interagire con il mondo e con le persone, il nostro circondarci di strumenti e oggetti, ha in sé una poeticità che si intreccia con l’identità. Aldilà di un bisogno funzionale, il mestiere che esercitiamo è infatti un’espressione tutt’altro che secondaria del nostro essere e ci rimane addosso, con tracce visibili e invisibili.

Questo legame poetico con il proprio fare l’ho ritrovato in un albo intitolato Nelle tasche, firmato da Isabelle Simler.

Nelle 96 pagine che costituiscono il libro, l’autrice e illustratrice francese colleziona insieme di oggetti, ipoteticamente estratti dalle tasche di diversi professionisti. Ogni doppia pagina, dunque, si compone di un universo di oggetti ritratti realisticamente e accompagnati da una lista, che descrive ciò che il lettore si trova davanti agli occhi.

«due raccordi a saldare 

una pinza piegatubi 

una chiave inglese 

una valvola di fondo 

un raccordo curvo 

un rubinetto 

un cappello di gendarme in rame 

una fascetta metallica 

due sifoni in ottone 

una braga di scarico t

un tagliatubi 

varie guarnizioni 

qualche valvola 

e un bel tubo»

Più che una tasca, è stato probabilmente rovesciato sulla tavola illustrata il contenuto di una borsa che raccoglie ciò di cui si serve un misterioso personaggio, nell’esercizio della propria professione. Chi è? Una legenda finale svelerà i protagonisti nascosti, svelando per esempio che il detentore di «una bacchetta di legno» non fa il mago di professione, ma il direttore di orchestra.

La struttura narrativa è apparentemente semplice, ma rivela tuttavia una riflessione interessante. 

Ogni oggetto è descritto con un lessico preciso e spesso specifico, appartenente a quella che linguisticamente definiremmo “lingua speciale”, questo fa sì che, in molti casi, sia addirittura difficile correlare la singola parola all’illustrazione: che cos’è un cappello di gendarme in rame? un nasello? un buzzer? una sgorbia?Sapreste distinguere un morsetto mammut e due clip a coccodrillo? 

Questa precisione documentaria suggerisce al lettore che la lista non sia compilata da qualcuno di esterno, ma bensì dal professionista nascosto che con precisione sa nominare gli strumenti che appartengono al suo fare. 

Quella che i lettori percorrono, dunque, è una galleria di professioni, raccontate attraverso le parole e le forme che ciascuna di esse prende, attraverso gli strumenti che accompagnano le persone. Il libro può trasformarsi in un gioco e i bambini si divertiranno a ricomporre un quadro coerente, legando gli oggetti con un filo di senso.

Le illustrazioni molto precise rendono la ricerca e l’indagine particolarmente affascinanti, perché permettono un’osservazione puntigliosa dei dettagli che permetterà ai bambini di riconoscere poi gli strumenti nella realtà.

E se doveste raccontare del vostro fare, del vostro lavoro, che oggetti scegliereste?

Se quelle che Isabelle Simler racconta sono le professioni della contemporaneità, Julie Bernard con Il banchiere di semi e altri mestieri per salvare il mondo apre uno spiraglio sulle professioni del futuro.

Spesso non ci si sofferma sull’evoluzione dei mestieri, dando per scontato che si perpetuino nel tempo, ma non è così: così come cambia il mondo, cambiano anche i modi con cui gli uomini impegnano i loro talenti e le loro energie.

Sebbene il titolo suggerisca che le professioni raccontate all’interno siano filtrate dalla criterio della “salvaguardia del mondo”, in realtà la bellezza di questo albo sta nella sua capacità di suggerire l’imperscrutabile, il mondo delle possibilità immaginate: quali saranno le professioni del futuro? Quali saranno i mestiere che la trasformazione della società e del mondo faranno nascere?

Perché se il lavoro è espressione della genialità di ciascun individuo, contemporaneamente il “fare” si adegua alle richieste che il contesto umano e non umano richiedono. Il libro è infatti un catalogo di professioni eccentriche, che suggeriscono una trasformazione del mondo in cui viviamo e nuove esigenze a cui l’uomo, con la sua intelligenza e la sua creatività, potrà far fronte.

«Il lagunacoltore. 

Il lagunacoltore ascolta le sofferenze del mare.

Rastrella la polvere di plastica, filtra la crema solare

e guarisce l’oceano dai nostri prodotti dannosi»

«L’alchimista d’amore

L’alchimista d’amore elabora pozioni piene di passione.

Detiene il poter dei grandi sentimenti e può trasformare i cuori in vulcani»

La Bernard, originaria dell’Isola de La Réunion, accosta alle parole paesaggi e figure fluttuanti e sognanti: i colori caldi e tenui avvolgono dolcemente il lettore che si stupirà degli accostamenti tra parole e illustrazioni.

E tu che lavoro immagini farai da grande? 

 

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