Avete in mente quelle notti in cui il sonno non ingrana per niente? Quando siete stanchi fino allo sfinimento, ma non appena toccate il materasso, il sonno magicamente scompare? Conoscete la sensazione di essere distesi al buio con una vocina in testa che vi ripete “devi dormire” in un crescendo ansiogeno che non vi fa chiudere gli occhi e spegnere il cervello?

Questa esperienza comune a tanti adulti non è però aliena all’infanzia che nella sovreccitazione, nell’euforia, nel sovraccarico emotivo spesso trova una condizione che difficilmente si calma e si sopisce, per abbandonarsi al riposo.

In ogni caso sono delle nottatacce!

E La nottataccia è il titolo dell’ultimo libro di Bruno Zocca, giovane illustratore veronese, uscito qualche mese fa per i tipi di Lupo Guido.

Il sottile talento nel ritrarre le espressioni dello sguardo e la particolare sensibilità nello strutturare narrazioni sequenziali risulta perfetta e umoristica in quest’albo dove i movimenti impercettibili, gli occhi “a palla” e l’assoluta immobilità del contesto sono l’esatta espressione della catastrofe più completa.

Al centro di questa storia c’è una bambina che in prima persona ci racconta di come la sua serata parta con il piede sbagliato 

«Non riesco a dormire. Ho provato e riprovato, ma sono ancora sveglia»

Il testo è deciso e lapidario, perché la situazione non ammette scappatoie, come in effetti capita quando il sonno scompare: è così e basta!

Nell’allegro caos di una cameretta, l’espressione accigliata, i capelli appena spettinati e gli occhi spalancati della bambina che siede nel letto sono l’incarnazione dell’insonnia più totale.

La protagonista, comunque intraprendente, cerca una soluzione. Innanzitutto prova, come in un film, a ripercorrere da capo tutte le tappe della routine della messa a letto che dovrebbero conciliare il sonno: si spoglia, si ri-lava i denti, si ri-mette il pigiama e chiama il papà a ri-darle la buona notte.

«Spengo la luce e aspetto un po’. Niente da fare. Sono ancora sveglia e non so perché. Magari papà mi può aiutare»

Le illustrazioni nella loro sequenza contrapposta e binaria (a sinistra sdraiata ad occhi chiusi, a destra sdraiata ad occhi aperti) restituiscono esattamente la trepidante attesa e l’infrangersi di ogni speranza e non possono che risultare molto spiritose agli occhi dei lettori, pur nella drammaticità della situazione.

La piccola - fortunatamente immune alla paura del buio - inizia a vagare per casa alla ricerca di qualche buona idea che finalmente le permetta di addormentarsi. Tuttavia il papà dorme, Frappè, il cagnone di famiglia, dorme spaparanzato sul divano (ancora una volta la doppia pagina con una sequenza di movimenti impercettibili è esilarante!), persino tutto il mondo fuori dalla porta di casa dorme. Che cosa si può fare?

La storia svolta quando la protagonista si chiede, immaginiamo ad alta voce: 

«C’è qualcuno di sveglio qui?»

Nella doppia pagina successiva un gigantesco orso bruno con gli occhi a mezz’asta (sveglio e insonne?) si trova faccia a faccia con la protagonista… e al lettore rimane il dubbio che sia stato proprio svegliato dai rumori improvvisi ed improvvidi della bambina.

Distolta dalla sua ricerca, la piccola si dedica al progetto di conciliare il sonno all’enorme plantigrado e la prima cosa che le viene in mente è di raccontargli una storia… che funziona alla perfezione!

«La storia della buonanotte funziona sempre»

In quel momento avviene la folgorazione: «Ma certo!»

Velocissima (inequivocabili le nuvolette forate della sua corsa affrettata!), la protagonista si fionda nel lettone del papà, ormai consapevole della causa della sua insonnia:

«Ci siamo dimenticati di leggere la mia storia della buonanotte!»

Il papà, con una pazienza davvero ammirevole, si sveglia pronto a rimediare… anche se se solo l’apertura del volume causa un crollo immediato nelle braccia di Morfeo.

Ma non sarà stato tutto solo un sogno? Una scusa funzionale a fiondarsi nel lettone di papà? Vi lascio con il dubbio!

Le illustrazioni spiritose di Zocca sono perfette per questa storia realistica: uno stile differente avrebbe reso il testo opprimente e didascalico. L’ironia insistita, testimoniata dagli sguardi della protagonista e dalle occhiaie di papà, gli occhi spalancati che riecheggiano negli occhi sgranati di tante creaturine del piccolo mondo familiare (pupazzi, giochi, paperelle del bagno) amplifica le emozioni, pur risultando molto divertente.

Zocca ha una dote particolare nel dare ritmo alle pagine che - come dicevo - dialogano sia a coppie, ma anche in sequenze più strutturate dove i movimenti impercettibili, i cambi di posizione e gli sguardi sorprendono i lettori con arguzia.

Un libro spassoso sulle notti che non ingranano e sulla forza delle storie della buonanotte che fanno addormentare (non male!) e che permettono di incontrare amici inaspettati dentro e fuori casa, dentro e fuori dalle pagine!

La nottataccia Bruno Zocca 40 pagine Anno 2025 Prezzo 16,00€ ISBN 9788885810853 Editore Lupo Guido
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