Dalle notizie che domenica mattina sono rimbalzate per il web, nella categoria di quelle riguardanti le amenità, ritornavano gli entusiasti commenti dei fortunati genitori che con il cambio dell’ora non hanno guadagnato nessun minuto di sonno, o meglio hanno guadagnato molte ore mattutine, perché tra le 7 e le 8 erano tutti in piedi (dopo mesi di lavoro per conquistare che il pargolo il weekend sfondasse almeno le 9… a più non si può tendere!). Beh, se la situazione a casa vostra è questa, potete pensare di trasferirvi in Australia e cercare di scambiare il vostro adorato bimbetto con un vombato. La domanda dovrebbe sorgere spontanea: Ma tu lo sai cos’è un vombato? (quanto mai appropriata traduzione dall’originale australiano Diary of a wombat, dal momento che nell’isola il coccoloso marsupiale è un po’ più conosciuto che in Europa…). Beh il vombato è l’animale da compagnia ideale, perché possiede il requisito più ricercato dai genitori con figli in età prescolare: dorme continuamente. Bisogna certamente sorvolare su alcuni aspetti della sua indole testarda, ma dorme. La famiglia australiana che accoglie in casa il protagonista di questa storia, anzi la famiglia che il protagonista adotta - così precisa il cicciotto protagonista! - può apprezzare fin da subito questa sua caratteristica: «Lunedì mattina: dormito. Pomeriggio: dormito. Sera: mangiato erba. Grattato. Notte: mangiato erba. Dormito». La cosa incredibile è che basta questa prima sequenza di testo e immagini per far sbellicare mio figlio quattrenne che, probabilmente, vede con somma ilarità il fatto che si possa dormire tutto il giorno.

La settimana del tenero marsupiale va avanti così e, sebbene io abbia trovato simpatico il musetto e le strambe posizioni in cui si addormenta, questo è nulla rispetto alle risate di mio figlio: classico caso di ironia dell’assurdo (assurdo per un bambino!). Le ore scorrono tra le braccia di Morfeo, le grattate - alcune delle quali lasciano ad occhi sbarrati la famiglia intenta ad un barbecue infrasettimanale - e le scorpacciate d’erba, ma verso metà settimana ecco una svolta epica: «Scoperta una piatta, pelosa creatura che ha invaso il mio territorio. Combattuto battaglia decisiva con la creatura piatta e pelosa. Vinto». La trama a questo punto si fa avvincente perché il vombato, dopo la battaglia, sente un languorino e desidera delle carote «Chiesto carote». Un bel problema, a meno che voi comprendiate il vombatese. Eppure dopo qualche tunnel, qualche varco nella porta e qualche colpetto al bidone della spazzatura, gli umani riescono chissà come a comprendere l’esigenze del pelosetto. Nel weekend il vombato arrischia perfino un trasloco e un cambio di menù (fiocchi d’avena!) che lo costringeranno a pisolini extra. Con lo scattare del lunedì successivo, però, si possono tirare e fila: «deciso che gli umani sono facilmente ammaestrabili, e possono essere bravi animaletti da compagnia».

La settimana con il vombato è esilarante, almeno per Saverio (solo Oliver Jeffers riesce a farlo divertire di più Nei guai  non accenna a perdere il primato!): la trama di Jackie French è, come potrete aver intuito, semplicissima, ma gli episodi surreali raccontati ragionevolmente dal voce paffuta del vombato fanno ridere e ridere e ridere. La narrazione stringata, essenzialmente ridotta a sequenze di participi passati e sostantivi, intervallati solo una volta dal discorso diretto degli umani (in realtà noi ripetiamo la voce umana più volte!), è ritmata e descrittiva e consegna un testo che si legge ad alta voce facilmente e si mima con altrettanta semplicità.

L’illustratore Bruce Whatley deve essersi divertito da matti (come conferma la dedica «Grazie per avermi lasciato giocare, Jackie»): il soggetto davvero inusuale eppure perfetto per il suo ruolo di tenera canaglia, sembra fatto apposta per destare simpatia. La morbidità tonda si vivacizza negli sguardi, mai scontati ma penetranti e acuti. I colori sfumati e impastati creano il volume dell’animaletto, il resto è appena accennato, perché sostanzialmente ininfluente. Il punto di vista infatti è egotico, il mondo esiste solo in funzione del piccolo protagonista e si tramuta grazie al pensiero bambino: lo zerbino diventa così l’invasore, la scala un grattatoio, il giardino fiorito il punto perfetto per scavare la tana.

Un gioiellino per le risate dei piccoli e le risate amare dei genitori post-cambio dell’ora :D

Buon inizio settimana!

P.S. un grazie ad Apedario e Antonella veri conoscitori di vombati!

Ma tu lo sai cos’è un vombato?
Jackie French - Bruce Whatley - Valentina Paggi 
(traduttore)

32 pagine
Anno: 2005

Prezzo: 9,90 €
ISBN: 9788884514325

Salani editore 
Anobii

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