Il Natale è variamente intrecciato all’idea di gratitudine, non tanto in quanto ricatto, ma come presa di coscienza di una sovrabbondanza per la quale non si può che ringraziare.
Questo aspetto della commozione, del non dare per scontato rischia però di perdersi, sopravanzato da una dinamica di pretesa che dà per scontato qualcosa che è ritenuto dovuto.
Sven Nordqvist, autore della felicissima ed esilarante serie di libri della coppia Pettson-Findus - che ha tra le sue fila anche un libro bellissimo dedicato al Natale -, scrisse nel 1991 un libro natalizio sul tomte, folletto della tradizione svedese, che si occupa come i lari romani di custodire gli animali e le creature delle fattorie.
Oggi The Tomtes’ Christmas Porridge torna sugli scaffali inglesi in una nuova luminosa edizione.
Di tomte e di creature folkloristiche dei miti del Nord Europa sono pieni gli anfratti dei libri di Nordqvist, ma qui l’avventura è proprio focalizzata su di loro.
La famiglia dei piccoli tomte, che abita e custodisce una bella fattoria, controlla i ferventi preparativi natalizi della propria famiglia, mentre è impegnata con i propri:
«The tomtes lived in the loft of the haybarn, behind a secret door that only they could see. Mama tomte was setting the table, and Polka's big brother Pulka was stirring the Christmas soup, made from herbs, berries and mushrooms that they had collected. Tomtes drink special beer, which gets sweeter and weaker for younger tomtes, and stronger and richer for older tomtes. So little Pilka, who was four years old, could drink as much beer as Grandfather, who was 427.
[I tomte vivevano nel solaio del fienile, dietro una porta segreta che solo loro potevano vedere. La mamma tomte stava apparecchiando la tavola e il fratello maggiore di Polka, Pulka, stava mescolando la zuppa di Natale, fatta con erbe, bacche e funghi che avevano raccolto. I tomte bevono una birra speciale, che diventa più dolce e debole per i tomte più giovani, e più forte e ricca per i tomte più grandi. Così la piccola Pilka, che aveva quattro anni, poteva bere tanta birra quanto il nonno, che ne aveva 427.»
È infatti usanza dalla notte dei tempi che, proprio in occasione della vigilia di Natale, i fattori, come segno di riconoscenza per la cura, la protezione e la collaborazione dei tomte lascino in regalo nei fienili un piatto di porridge al burro, la cui scomparsa è da secoli la prova più fondante dell’esistenza di questi folletti.
Un gesto simbolico che riconosce con gratitudine il contributo che ciascuno dà all’“economia” e al tran tran familiare.
Le illustrazioni di Nordqvist ci catapultano in una casetta in miniatura, abitata da tre giovani tomte, il padre famiglia, il vecchio nonno e una mamma. Tutto è decorato per il Natale, tutti sono al lavoro perfino gli spiritelli che si agitano negli anfratti della stanza: è come trovarsi in una delle casette degli Sgraffignoli che Hayao Miyazaki ha così affascinantemente ritratto in Arietty!
Eppure il calore dei dolci appena sfornati, della zuppa nel paiolo e delle candeline accese sulla tavola imbandita sembrano però stemperarsi nei pensieri di mamma tomte: i fattori si ricorderanno quest’anno del porridge?
«Right now, Mama knew that the family wouldn't leave a bowl of Christmas porridge for them this year. These days, people often forgot about the tomtes. They only cared about Father Christmas. It had happened once before, a long time ago. Papa had been so angry he'd made trouble at the farm all year until the humans realised what had happened. Mama knew she had to do something»
[In quel momento, la mamma sapeva che la famiglia non avrebbe lasciato loro una ciotola di porridge di Natale quest'anno. Di questi tempi, le persone spesso si dimenticavano dei tomte. A loro importava solo di Babbo Natale. Era già successo una volta, tanto tempo fa. Papà era stato così arrabbiato che aveva creato problemi alla fattoria per tutto l'anno finché gli umani non si erano resi conto di cosa era successo. La mamma sapeva che doveva fare qualcosa]
Per ovviare alla delusione del marito, insieme ai tuoi figli maggiori progetta un piano.
Dopo la cena di Natale calda, rumorosa e affettuosa, i piccoli tomte attraversano i cunicoli nelle pareti della casa fino a raggiungere l’armadio della sala da dove possono rimirare, sgranocchiando i dolci, la festa della vigilia di Natale della famiglia.
Da un cenone all’altro vediamo replicarsi il cibo, i dolci, il divertimento, l’apertura dei regali.
Anche in questo caso l’autore è capace di animare la scena con piccoli spiritelli laboriosamente impegnati in ogni angolo della pagina e nello stesso tempo di caratterizzare i diversi personaggi grazie ad un gesto, uno sguardo, una posa…
L’euforia della festa viene descritta in una doppia pagina dove le attività si accavallano, si danza intorno all’albero, si gioca a mosca cieca, si sorbisce il caffè bollente, si rompe la frutta secca, si gioca con i nuovi giocattoli, si canta: che felicità!
Quando ormai è giunto il tempo di servire l’ultimo porridge a tavola, mamma tomte manda il marito a liberare una supposta pecora intrappolata e insieme ai figli mette in atto un piano ben congegnato.
La pendola viene spostata in avanti catalizzando l’attenzione di tutta la tavola e la mamma insieme al primogenito corre a sottrarre una tazza di porridge dal tavolo… a due occhi bambini però questo piccolo furto non sfugge!
Sarà l’occasione perché tutta la famiglia si ricordi di un debito di gratitudine al quale non mancheranno più!
Le illustrazioni di Nordqvist valgono sempre la pena di essere godute nei più piccoli dettagli e l’atmosfera natalizia è magistralmente descritta dalla tradizione Nordeuropea.
Una storia di tradizioni e di grazie!
P.S. il libro è disponibile solo in inglese.