Con Uno come Antonio Susanna Mattiangeli declina a modo suo la risposta a una domanda che dovrebbe nascere spontanea in tutti gli adulti che abbiano a che fare seriamente con i bambini: cosa sei tu, creatura misteriosa?

A far da spalla alla pluripremiata autrice (non vi siete persi la sua epopea estiva vero?!), Mariachiara Di Giorgio che non poteva essere realizzatrice migliore con un Antonio vivissimo che sembra uscire dalle pagine con le sue braccia incrociate, le sue gambette allungate in punta di piedi e quella schiena che spunta dai pantaloni ogni volta che si piega un po’.

Lo sguardo del bambino che l’autrice riesce, in ogni sua opera, a descrivere con esattezza, qui si offre all’adulto attraverso una voce narrante che vuol essere infantile, ma che a mio parere è radicalmente più grande, ma non per questo meno sincera, anzi forse più analitica e provocante. 

«Antonio è molto più di quel che sembra. Certo, a vederlo così, senza niente intorno, è un bambino e basta».

Attraverso una galleria di situazioni, contesti e relazioni, si cerca di cogliere la natura di Antonio che è ricca e liberamente contraddittoria come solo quella dei bambini sa essere.

«Con mamma e papà Antonio è un figlio… Quando è figlio può essere stanco, può fare i capricci… ma non tutti i giorni».

«Con la zia Matilde è l’amore della zia… cammina a quattro zampe fino alla porta e dopo può correre libero in giardino».

«Antonio è un tipo tutto d’un pezzo. Se serve però, il dottore lo smonta e lo guarda per bene».

«… perché Antonio è tante cose ma soprattutto è il mio migliore amico».

Il livello di parità a cui si pone la voce narrante dell’amico è portatrice - nell’immaginario che si ha della voce del coetaneo -  della verità più schietta ed è questa l’impressione che lascia il testo ai lettori: quella di aver conosciuto nel modo più intimo possibile Antonio, proprio perché è stato fatto attraverso le parole di un amico, bambino.

Invece, come accennavo prima, secondo me il narratore è intrinsecamente adulto a partire dalla volontà che lo porta a cercare di descrivere l’altro e questo crea un testo davvero provocante per l’adulto che viene introdotto a quella posizione di rispettosa osservazione che i bambini amati richiedono: cosa sei tu, creatura misteriosa?

A farci più attenzione poi si nota che la descrizione dei mutevoli aspetti di Antonio sono frutto di relazioni (essere figlio, nipote, alunno rispetto ad una maestra, paziente rispetto al dottore), non tanto di contesti asettici e questo rende inevitabile la definizione finale: «è il MIO migliore amico». Perché un bambino può essere definito (in parte!) solo da chi è disposto ad una relazione seria e amorevole con lui.

Magnifiche le illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio che vagano tra realtà e immaginazione con quella naturalezza che appartiene ai bambini che si sentono realmente viaggiatori dello spazio quando si perdono nei loro pensieri e a cui sembra davvero una giungla la folla dell’autobus. Il quid che rende davvero uniche le immagini è però la persuasiva capacità di ritrarre le posture a volte scomposte a volte inimmaginabili del nostro bimbetto protagonista.

Un bel pensiero da regalare a chiunque abbia a che fare con i bambini, perché possa davvero domandarsi: ma cosa sei tu, creatura misteriosa, chi sei tu Antonio, Saverio, Hutai, Teresa, Luca, Mattia, Lucia….?

Questo post partecipa al Mercoledì al cubo: se non lo conosci leggi qui.

Qui la versione di Apedario.

Qui la versione delle Briciole di Pollicino.

Uno come Antonio
Susanna Mattiangeli - Mariachiara Di Giorgio

32 pagine
Anno: 2018

Prezzo: 13,50 €
ISBN: 9788869662867

Il castoro editore

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