Richard Scarry inizia ad illustrare storie dedicate ai bambini negli anni ’50, lo fa, dando spazio al suo talento e mettendo al centro le sue passioni, a partire dai mezzi di trasporto, sempre cari e presentissimi nei suoi libri! Nel tempo, l’introduzione di animali antropomorfi (all’inizio Scarry disegnò molte storie con protagonisti umani!) segna la svolta che gli permette di arrivare al cuore di bambini di tutto il mondo grazie all’universo di Felicittà. In realtà le storie che hanno contribuito a creare questo universo narrativo sono molte, tra cui Buonanotte, Orsetto, un libro del 1961. Il testo - nel sito ufficiale dell’autore è attribuito alla moglie Patsy: «Did you know that Richard's wife, Patsy, also wrote children's books? Patsy wrote several of the very first books Richard ever illustrated, such as: Pierre Bear, The Bunny Book, Goodnight Little Bear…») - è modernissimo e imbastisce una divertente interazione tra il lettore bambino e il protagonista.
«“Per Orsetto è ora di andare a nanna. Così, Mamma Orsa chiude il libro delle 365 storie e gli dà il bacio della buonanotte. Orsetto occorre verso il suo grande papà… Yuppiii! E papà Orso lo fa salire sulle spalle. “Sei pronto?” gli dice “Andiamo a letto!”»
Le immagini che accompagnano questa messa a letto sono accoglienti e familiari, ricche di dettagli che ci catapultano in un ambiente riconoscibile, sebbene lontano nel tempo. Nulla è generico: il vestito della mamma è fiorato, il grembiule di casa ha i punti a giorno in nastro colorato, il papà indossa una elegante giacca da casa e delle spiritose pantofole con i conigli (!), la tappezzeria della poltrona è sfrangiata, la lampada ha una foggia elegante e poi che dire dello scrittoio, della penna d’oca, dei quadretti appesi, dei diversi pavimenti, dei cuscini con le nappe e dei giocattoli nella camera da letto?
Una volta arrivati su lettino, il cucciolo d’orso non vuole lasciare le spalle del papà e nell’attesa è il papà che sembra addormentarsi!
«All’improvviso apre gli occhi e si guarda intorno. […] “Ma Orsetto dov’è?” chiede guardando qua e là. […] Dov’è finito. Mah! Chissà?»
L’occasione di capriccio o conflitto si trasforma in un gioco.
«Dov’è finito. Mah! Chissà?» diventa il ritornello che accompagna i lettori, pagina dopo pagina, alla ricerca di Orsetto. Papà Orso, infatti, con la zampa ben salda sul ginocchio del cucciolo che porta in spalla, incomincia a cercarlo per tutta la casa: prima sotto le coperte, poi in cucina dalla mamma, tra le pentole e le scodelle, poi sotto la stufa poi addirittura fuori in giardino, dentro la cassapanca sopra la credenza…
Ad ogni tappa della ricerca il narratore (il testo non è virgolettato, per cui non è Papà Orso a pronunciarlo) sembra rivolgersi al bambino lettore, invitandolo a partecipare alla ricerca con sommo (ovvio!) divertimento, poiché naturalmente il bambino vede benissimo il cucciolo sulle spalle del papà! Il libro travalica l’adulto che legge, scegliendo di rivolgersi al bambino e anche prendendosi un po’ gioco degli adulti, incredibilmente ciechi!
Il colpo di scena finale avviene davanti a uno specchio: eccolo! Si può finalmente andare a letto, anche se il gioco non è ancora finito.
«“Davvero non mi trovavi, papà?” chiede Orsetto. Papà Orso sorride e gli fa l’occhiolino, come per dirgli … Mah! Chissà?»
Scarry aveva una capacità unica di non risultare mai generico né nelle immagini né nelle storie che raccontava. Anche il gioco del nascondino, non è solo una questione di spostamento spaziale, l’autore offre infatti spunti narrativi ad ogni tappa: sotto la stufa c’è un guanto peloso del papà, nella cassapanca c’è un topolino che scappa, il libro che ha letto la mamma è un’autocitazione e il quotidiano del papà ha un titolo ben preciso… Tutto è ben pensato, a partire dalla consonanza con i piccoli lettori.
Non cercate l’immedesimazione in questo libro per goderne la qualità, non pensatelo dedicato ai bambini che faticano ad addormentarsi: questo è uno splendido libro di gioco e ricerca (tra l’altro molto “attivante” e poco adatto ad essere letto prima di dormire!).
Il libro è un ottimo esempio di costruzione ripetitiva, amata dai piccoli, e grazie ai suoi meccanismi di svelamento e gioco sarà amato dai bambini dai 3 anni anche nel 2025.