Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde è un racconto giovanile che lo scrittore irlandese scrisse nel 1887 e proprio a questo racconto si deve il fissarsi di alcuni attributi che oggi, quasi inconsapevolmente, sono legati alle figure di fantasmi. L’immaginario del fantasma fatto di drappi, teste mozzate, catene arrugginite, macchie di sangue… - dicono molti studiosi - nasce proprio nella Canterville letteraria di Wilde, eppure il racconto è tutt’altro che pauroso o perturbante. Sorpresi? 

In effetti Wilde, da scrittore geniale qual era, scrisse un racconto profondamente autoironico che vede contrapporsi la visione storica e “culturale” degli inglesi, allo spirito pragmatico e materialista degli americani. Un racconto che, pur nell’ambientazione gotica del castello col fantasma, risulta spiritoso e ricco di humour. 

Siamo nella brumosa campagna inglese, l’ambasciatore americano in Gran Bretagna Hiram B. Otis decide di acquistare un castello appartenuto per secoli alla famiglia Canterbury che ormai, sfinita dalle incursioni spaventose del fantasma che abita le sue stanze, non vede l’ora di abbandonarlo. L’ultimo erede della casata si premura di documentare tutta una serie di eventi, legati alla presenza del fantasma, che hanno tormentato per secoli e anche portato alla pazzia e alla morte molti dei suoi antenati, ma la famiglia americana - presentata in modo incisivo e intrigante - non ha nessuna intenzione di farsi suggestionare.

«Sono certo che se in Europa esistesse davvero uno spettro, ce lo saremmo portato a casa nostra già da un pezzo e lo avremmo collocato in una bella mostra o in qualche museo o su qualche baraccone da fiera»

Incomincia, dunque, la vita della famiglia Otis entro le mura del castello di Canterville. 

In particolare, a dare il benvenuto alla famiglia, è la macchia di sangue in salotto segno indelebile dell’omicidio della vecchia lady Leonor di Canterville, assassinata da suo marito nel 1575. Ma ad ogni problema esiste una soluzione nella mentalità americana. 

«“Quante storie” gridò Washington Otis [il figlio maggior ndr.]. “Il Super Smacchiatore e Detersivo Incomparabile Pinkerton la farà sparire in due secondi” e prima che la governante, terrorizzata, avesse il tempo di aprire bocca, il giovanotto era già per terra e stava sfregando energicamente il pavimento con un bastoncino che pareva una specie di cosmetico nero. Effettivamente pochi istanti dopo, ogni traccia di sangue era scomparsa»

La macchia ricomparirà regolarmente ogni mattina, ma Washington non smetterà di affidarsi allo smacchiatore, anche se scriverà un acceso reclamo alla ditta Pinkerton, perché il sangue - effettivamente - risulta resistente alla formula pulitrice!

Il racconto continua a intrecciare questo umorismo dissacrante a scene uscite da un perfetto romanzo gotico. Accade così che, mentre il fantasma di Canterville si trascina con le sue catene rumorose per i corridoi del castello nel cuore della notte, certo di atterrire tutti i suoi abitanti…

«“Egregio signore,” incominciò il signor Otis “sono costretto a pregarla di oliare un po' come si deve quelle sue catene, e le ho portato a questo scopo una bottiglietta di Lubrificante Solare Tammany. Me lo hanno garantito efficacissimo sin dalla prima applicazione, e potrà leggere parecchie testimonianze ad hoc, riportate sul foglietto di propaganda, da parte di alcuni tra i nostri più eminenti teologi. Glielo lascio qui per suo uso accanto alle candele della camera da letto, e sarò felicissimo di fornirgliene dell’altro, qualora ne avesse bisogno.” Con queste parole il ministro degli Stati Uniti posò la bottiglietta su un tavolo di marmo, chiuse la porta e si ritirò a riposare»

Episodi come questo si susseguono numerosi tra le pagine, addirittura i due figli gemelli iniziano coscientemente a concertare trappole e scherzi nei confronti del povero fantasma che si sente sempre più prostrato: secchiate d’acqua nella notte, pavimenti cosparsi di burro o di noci, fantocci che simulano la presenza di altri fantasmi e che terrorizzano a morte il povero fantasma di Canterville…

«Non avendo mai veduto uno spettro in vita sua, era troppo logico che il povero fantasma ne fosse terribilmente spaventato, e dopo un’altra fuggevole occhiata alla paurosa apparizione egli fuggì precipitosamente nella propria stanza»

L’effetto arguto è amplificato dal fatto che ogni travestimento che il fantasma prepara per spaventare la famiglia Otis si collega, nella sua memoria, ad un episodio in cui il fantasma effettivamente ha avuto successo e ha spaventato a morte qualche avo della famiglia Canterville. Successo che viene sbriciolato dalla «volgare» famiglia americana:

«Predispose quindi ogni cosa per comparire […] nella sua famosa parte del “Monaco Vampiro”, ovvero “Il Benedettino Dissanguato”, visione talmente orrenda che quando la vecchia lady Startup la scorse, il che accadde in una fatale vigilia di capodanno dell’anno 1764, diede in acute strida di spavento che culminarono in un violento attacco di apoplessia, e la disgraziata nobildonna decedette in capo a tre giorni, dopo aver diseredato i Canterville che erano i suoi parenti più prossimi, e lasciando invece tutto il proprio danaro al suo speziale londinese»

La svolta narrativa avviene, quando la giovane figlia Virginia incontra inaspettatamente il fantasma, ormai disperato, e riesce a parlare direttamente con lui. Il dialogo è surreale e, sebbene il fantasma ci spinga a sorridere dell’uccisione della moglie («Mia moglie era una donna bruttissima, non mi inamidava mai i miei ruches come piaceva a me, e non capiva un’acca in fatto di cucina. Perbacco, avevo preso un daino magnifico nella foresta di Hogley, un due anni superbo, e vuoi sapere come me lo fece servire in tavola? Be’, oramai la cosa non ha più importanza») e Virginia smascheri l’origine dell’eterna macchia di sangue in salotto, accusando il fantasma di averle rubato tutti i colori dalla sua scatola di pittura, tuttavia la narrazione inizia focalizzare il nodo scatenante della vicenda.

Dietro la vagare eterno del fantasma tra la pace eterna e il mondo dei viventi, c’è, infatti, una morte orribile e rimasta nascosta. A poche pagine dalla fine, nel racconto si apre, dunque, uno spazio perturbante: Virginia prende per mano il fantasma e si lascia guidare in un labirinto scuro di passaggi segreti nel castello e scompare. La famiglia la cerca disperatamente fino a quando, nel cuore della notte, Virginia riemerge dalle segrete del castello, per condurre tutta la sua famiglia nel luogo dove rimane insepolto lo scheletro del fantasma, condannato dai parenti della moglie uccisa, a un’orribile e atroce morte per fame e sete.

Svelato il segreto e organizzato un degno funerale alla scheletro insepolto, tutto torna al suo posto.

La scrittura di Wilde è oggettivamente intrisa di autoironia, di un talento per il motto di spirito, di giochi di parole e di un tono beffardo che lascia il lettore in dubbio sulle sue reali intenzioni, senza tuttavia permettergli di criticare nessuno dei concetti espressi. Il coinvolgimento dei lettori è assicurato, anche perché non direste mai che ci dividono da queste parole quasi 140 anni!

P.S.  Aggiungo una nota sull’edizione. Io ho letto il racconto nell’edizione Rizzoli Bur che possedevo con la traduzione di Maria Gallone, ma esiste una versione integrale all’interno della collana Gli Imperdibili di Gallucci con una traduzione di Anna Pellizzi più orientata alla contemporaneità, ma non per questo semplificata. All’interno di questa collana, accanto ad adattamenti e riduzioni, ci sono infatti anche dei testi integrali di racconti o romanzi brevi che secondo me rappresentano un’ottima proposta, anche per il contenutismo prezzo. Aggiungo che, se siete alla ricerca - con ragioni - di interessanti riduzioni, molte di quelle scelte dalla collana Gli imperdilibri sono riduzioni storiche scritte da Alberto Manzi, grande educatore novecentesco ai quali non si può non attribuire qualità!

Il fantasma di Canterville Oscar Wilde - Isabella Mazzanti - Anna Pellizzi (traduzione) 80 pagine Anno 2023 Prezzo 3,50€ ISBN 9791222102511 Editore Gallucci
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *