2024 nytimes 2024 – Scaffale Basso
I libri, come vedrete, non sono necessariamente libri presenti sul mercato italiano o magari sono usciti prima e non risultano delle vere e proprie novità, in altri (molti) casi sono titoli che probabilmente non saranno mai tradotti.
ALBI ILLUSTRATI
Tra gli albi selezionati quest’anno spicca la “nostra” Beatrice Alemagna con il suo ultimo libro: Io e Pepper, edito in Italia dai Topipittori.
Si percepisce in modo sottile, ma inequivocabile, in quest’ultimo lavoro dell’Alemagna, una libertà che l’illustrautrice si è conquistata, libro dopo libro, e che l’ha portata a poter raccontare le sue storie senza la preoccupazione di mediare o di assecondare il gusto dei lettori.
Faccio questa premessa perché la voce narrante di quest’albo illustrato è una bambina che ci trascina con decisione in uno spazio che, probabilmente, gli adulti definirebbero “schifoso”, un mondo ancora molto legato all’esperienza sensoriale dove ci si tocca, ci si lecca le croste, ci si gratta con decisione, ci si annusa i piedi… in un gusto per la scoperta di sé che forse, con l’età, va svanendo.
Tra le proposte di albi illustrati sono rimasta affascinata da There was a shadow di Bruce Handy e Lisk Feng, libro pubblicato dalla piccola casa editrice newyorkese Enchanted Lion.
Il libro contiene un testo molto musicale ritmato scandito dalla ripetizione insistita della parola «shadows» alla fine di quelli che appaiono come dei versi, che creano un’epifora martellante.
Il racconto è suggestivo e racconta una giornata di vacanza, scegliendo come oggetto preferenziale le ombre: il loro allungarsi e accorciarsi, ma anche la loro natura cromatica e in modo molto sottile anche la loro conformazione che si fa netta o sfumata a seconda della natura della luce. Nasce sotto gli occhi dei lettori quasi una seconda realtà che si muove intorno a ciò che c’è abita il mondo.
Le ombre, così come l’accenno ad un mondo “secondo”, sono entrati nell’immaginario dell’infanzia grazie a Peter Pan e tornano in quest’albo, danzando misteriose tra le pagine.
Una bambina esce con il cane dalla propria casa in mezzo a una radura, imbocca un sentiero e raggiunge i suoi amici.
«There was a shadow.
And another shadow.
Then a third and a fourth.
They were moving, dancing, playing shadows»
[C’era un’ombra.
E un’altra ombra.
Poi una terza e una quarta.
Si muovevano, danzavano, giocavano, le ombre]
È estate e il sole si fa presto abbagliante e le ombre in movimento o apparentemente ferme giocano tra di loro. Ognuna ha una sua caratteristica unica, un suo carattere, ci sono quelle solide in cui rifugiarsi o quelle dinamiche che suggeriscono il movimento di creature lontane, nel cielo ad esempio.
«There were shadows.
They were short shadows, late-morning shadows.
They grew shorter and shorter»
[C’erano delle ombre.
Erano ombre corte, ombre di tarda mattinata.
Diventavano sempre più corte]
L’ode alle ombre tocca anche i riflessi ombreggiati dell’acqua, racconta il velo che scurisce il volto della protagonista in un momento di preoccupazione, poi si sgrana, alla luce matura del tramonto, invitando i bambini a tornare a casa.
Si allungano, si allungano, si allungano le ombre e si trasformano ancora in qualcos’altro.
«There were shadows.
They were happy, sad, and other feelings, too.
They were memories… some from long ago, some from just now»
[C’erano delle ombre.
Erano felici, tristi e anche molti altri sentimenti.
Erano ricordi… alcuni di molto tempo fa, altri di poco tempo fa]
Con il buio le ombre diventano infatti presenze, spiriti, sostanza stessa dei viventi che si muovono sotto la luna, presenze “ponte” tra mondi diversi, dove i ricordi e le impronte lasciate di giorno si animano di vita propria.
Le immagini Lisk Feng riescono a cogliere la lirica del testo in un gioco cromatico dove il nero è sempre armonizzato tra i colori, come a invitarci a un dialogo: le vedi le ombre?
Si aggiungono a questi altri due albi, di cui ho trovato qualche bella immagine sui siti dei relativi editori. The yellow bus di Loren Long tesse un’ode agli autobus gialli, molto amati dal pubblico americano e che fanno parte della quotidianità infantile oltre ogni generazione. Un mezzo che trasporta e accompagna con costanza tutti i giorni i bambini avanti indietro da scuola, in un viaggio reale e simbolico.
Le illustrazioni sembrano bellissime e si legano anche un progetto scultoreo che potete recuperare sul sito dell’autore-illustratore.
Aspettiamo invece di vedere l’Italia Something about the sky di Rachel Carson, biologa marina autrice dello splendido saggio Brevi lezioni di meraviglia, che dedicò questa lunga poesia al cielo e alle sue meraviglie.
NARRATIVA
Tra le proposte di narrativa, riferibili alla prima fascia di lettori, troviamo Claire Lebourg con Mousse, in italiano Bris, uno strambo animaletto a metà tra il pupazzo e il tapiro che è arrivato qualche anno fa in Italia (2021) grazie alle edizioni Babalibri.
Bris è un personaggio che colpisce per la costruzione dell’universo che lo circonda e anche per un carattere gentile, ma non forzatamente entusiasta.
I volumi inseriti nella collana Superbaba con font maiuscolo sono quattro: Un giornata con Bris, Le vacanze di Bris, Tutti i tesori di Bris e Festa a casa di Bris. Ognuno contiene al suo interno un’avventura scandita in 3 capitoli, che prosegue nei volumi successivi, creando un racconto che si snoda nel tempo, pur mantenendo le caratteristiche della serie (il personaggio non mostra un’evoluzione e le avventure sono autoconclusive).
Nel primo volume Una giornata con Bris i lettori incontrano il protagonista e il suo universo fatto di rituali che scandiscono una vita semplice, ma originale.
Bris abita in una villetta davanti al mare, in una casa lambita dalle onde, anzi proprio invasa dalle onde che, ogni mattina, con l’alta marea sommergono il soggiorno e tutto il piano terra, mentre Bris sorseggia beato il suo caffè sul suo divano galleggiante.
«Minuscoli sassolini rotolano i suoi piedi, alghe e conchiglie si infilano sotto i mobili, e perfino un paio di alici entrano in casa a farsi un giro. “Ah, che bella vita! Che pace! Pensa Bris versandosi un’altra tazza di caffè. Raccogli una nuvoletta di schiuma e osserva tutte le sue bollicine»
L’invadenza dell’alta marea è tale che Bris può concedersi una nuotata alla ricerca di altri tesori sott’acqua, dopodiché, rinfrancatosi con un bel bagno caldo nel bagno al piano di sopra, torna a piano terra e raccoglie tutti i tesori che il mare ha lasciato per lui, poi li impacchetta e li vende a chiunque desideri.
«A Bris piace immaginare i destinatari dei suoi pacchi. Una cosa è sicura: chi vive lontano dal mare scoprirà cose bellissime che non conosceva»
Le abitudini di questo piccolo solitario protagonista viene ravvivata, già nel primo volume, dall’arrivo di un tricheco un po’ invadente ma assolutamente esilarante, il contraltare perfetto al timido e riservato Bris. Baffone diventerà presto il coprotagonista, disturbatore imprevedibile della routine tranquilla dell’amico: andrà con lui in vacanza, organizzerà una festa di Capodanno molto partecipata e piomberà a casa di Bris con tutta la famiglia negli altri volumetti della serie.
La lingua ha quell’asciuttezza tipica della contemporaneità, ma non cede alla banalizzazione e mostra una limpidezza apprezzabile.
Il mondo illustrativo è tratteggiato gentilmente grazie agli acquarelli e a un tratto finissimo nero che crea con elasticità tutti i piccoli ninnoli e tesori di questo universo (tazzine, pezzettini di puzzle, dolcetti, libri, pacchetti, nastrini, tendine…) al cui centro c’è Bris con le sue sottili braccia lunghe e le secche gambette sempre infilate in calzini caldi.
Una proposta per primi lettori originale e interessante.