In un mondo come il nostro, perennemente connesso, essere messi davanti quotidianamente alle brutture, ai disastri, alla cattiveria, all’odio è un rischio che può scorare e scoraggiare. La reazione che si scatena negli animi più resilienti ed ottimisti è spesso quella di rimboccarsi le maniche, sperando nel futuro, lavorando per un avvenire diverso, salvo abbattersi: cosa può mai fare il singolo?

Ma ora, in questo istante per chi vivere? Per cosa vivere?

La copertina azzeccatissima di una delle novità di Terredimezzo non sceglie le mezze misure: Ora sono felice.

Sul bianco perentorio della pagina, il tratto nero e grosso di Antoinette Portis spicca con decisione: «Questa è la mia brezza preferita. Questa è la mia foglia preferita». Il testo poteva continuare, replicato all’infinito, in un retorico quando astratto, personalistico e sterile catalogo di piccole passioni particolari, invece, girata ulteriormente la pagina: «Questa è la mia buca preferita (questa qui) perché è quella che sto scavando».

La prospettiva cambia radicalmente, pagina dopo pagina, e il lettore realizza di essere di fronte non tanto ad una lista, quando piuttosto ad un “ora” che fa la differenza. La piccola protagonista ama e vive esattamente il momento presente, vive ed è felice di quel che vive. 

Esercitarsi ad essere felice, godere di ciò che il tempo e la vita ci dà, trovarne le ragioni, per poi tornare e ricercare quell’appagamento quello stato di letizia è un esercizio necessario. I bambini vivono l’attimo e in questo sono i miglior maestri di noi adulti, l’imparare però a fare memoria di quegli attimi e mantenere vivace la domanda e la ricerca della felicità, questo invece è il compito dell’adulto e si chiama educazione.

«Questa è la mia nuvola preferita perché è quella che sto guardando».

È davvero l’ora, il qui e adesso, a fare la differenza: la persona è al centro, ma perché non rimanga il canto egotico e autoriferito, questa collezione di felicità deve essere ricordata, custodita e ricordata (e in questo un libro è un grande alleato!).

Quando sei stato felice? Perché?

«Questa è la mia canzone preferita perché è quella che sto cantando».

La scelta dell’uso deittici senza ulteriori specificazioni (l’espressione “questa canzone” è generica e può valere universalmente per la canzone di ciascuno) piega il testo alla personalizzazione di ciascuno, la scelta di episodi semplici ma significativi nell’infanzia (la barchetta di carta, il profumo dei fiori, il dentino da latte…) presta il testo alla comprensione di tutti.

Il finale che tira dentro l’adulto in un meraviglioso «ora con te» potrebbe sembrare scontato, ma credo invece che sia molto vero: si può godere del mondo se c’è qualcuno che te lo mostra e che ti vuol bene, perché si ama il presente se c’è qualcuno che ti ama nel presente.

Le immagini sono essenziali: la bambina è l’unico soggetto chiaramente e finitamente concluso in ogni tavola, il resto è colore quasi abbozzato, visibile solo perché guardato dal protagonista e questo favorisce una riflessione visiva sulle azioni.

Un bellissimo libro per tutti (dai 3 anni fino ai 99 e oltre!) come a dire «ci sono milioni di altre miserie, e milioni di altre meraviglie…» e poi ci sei tu, ed ogni persona, felice, fa la differenza.

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Ora sono felice Antoinette Portis - Giulia Genovesi (traduttrice) 32 pagine Anno 2018 Prezzo 15,00€ ISBN 9788861894983 Editore Terredimezzo
Commenti
19 Novembre 2018
Maria

vero!? 😀

19 Novembre 2018
FrancescaV

Bello!

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