Saverio non ha un’esatta percezione del passato. Pochi giorni fa mi ha raccontato che quando era piccolo è stato in Brasile – mentre io non mi ci sono mai recata!; quest’estate, sotto l’ombrellone, mi ha insegnato alcuni giochi alle carte che faceva quando era piccolo!!; qualche settimana fa mi ha detto che quando era piccolo – cioè quando aveva 2 anni (cioè 1 anno e 4 mesi fa…) è andato all’asilo nido, mentre in realtà non ci è mai andato!!!. E così via.

E dire che io ho la certezza di ricordare la maggior parte delle cose fatte insieme. Non che la questione mi turbi più di tanto: i bambini non hanno grande memoria di quando erano davvero piccoli, e neanch’io ricordo di aver portato mai i pannolini. La cosa curiosa, però, è che in questi mesi abbiamo avuto occasione di rifletterci su, più volte.

A Natale ho infatti regalato a mio marito Papà passo a passo di Philip Waechter, un piccolo albo pensato per gli adulti, i papà in particolare, ma che in realtà ha attirato in maniera impensata anche il piccolo Saverio.

Come ogni padre travolto dall’innamoramento per i propri figli, Philip dedica a Johann questa raccolta di istantanee dei primi loro momenti insieme. Ciò che mi ha fatto sorridere e commuovere in queste pagine è che praticamente ogni immagine ha un corrispettivo con i nostri momenti passati con Saverio.

«Mmmmmm, ma dove si posiziona un bambino quando torna a casa dall’ospedale?» sguardi attoniti tra me e mio marito. L’immancabile pipì sul tavolo antico della nonna dopo che lo hai cambiato e asciugato e che cola su tutti i vestiti asciutti pronti per essere indossati? Io mi ricordo che ho riso per mezzora. E le grida da tifoso – di mio marito – e i salti esultanti per i goal della Juve che svegliano il piccolo dormiente, neanche fosse nel mezzo della curva? E quei passetti che la domenica mattina alle 6 hanno la capacità di farti tremare, neanche fosse un film dell’orrore, e che si concludono con l’inevitabile sveglia dei genitori e il crollo nel lettone del pargolo?! *___* E il trenino regalato e montato con dovizia a un bambino di 1 anno e mezzo: secondo voi chi ci ha giocato? E la gita allo zoo di cui Saverio ricorda solo – e dico solo – i trenini su cui non è potuto salire?

Sebbene l’idea di Philip Waechter non sia tra le più originali, ciò che però rende il suo libro piacevole e godibile è la rappresentazione delle situazioni mai sentimentale, anche se emozionata o ironica, che è capace di non escludere la mamma pur partendo dagli occhi del papà, che non si imbarazza di mostrare il “rimbambinimento” del papà ma lo fa con inconsapevole leggerezza. Il tratto leggero e morbido, capace con pochi segni di dare profondità e plasticità alle figure, è affine al fumetto e rende ariose le tavole, puntuali e descrittive. L’alternanza di sequenze e quadri compiuti regala alla lettura scorrevolezza e i testi minimi, nella loro connotatività, strizzano l’occhio ai lettori adulti che non possono che sorridere della sottile ironia. Il bianco prevalente degli sfondi – sono solo 3 le tavole a fondo pieno – fa emergere le figure e le situazioni e fa spiccare i pochi colori che sono sempre significativi. I toni tenui dell’ocra, che colorano in modo non uniforme tutte le tavole, rappresentano il filo conduttore della narrazione.

Saverio ha riso come matto guardando alcune pagine, anche se non ha capito tutto: «Guarda, tesoro, anche questo bimbo è andato allo zoo».
«Mamma ma tu ricordi i trenini che c’erano allo zoo?»
«Sì tesoro, ma tu ti ricordi i leoni? e le giraffe?»
«Abbiamo mangiato i toast».
Ok.

Un libro per ripensare con il sorriso a tutti quegli improbabili momenti di cui mai avresti pensato poter essere protagonista. Un regalo non per i «futuri papà», ma piuttosto per i papà appena usciti dagli indimenticabili primi anni del proprio pargolo.

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Papà passo a passo Philip Waechter 54 pagine Anno 2013 Prezzo 8,00 € ISBN 9788868300470 Editore Imprimatur
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